www.ilpopolo.news * di LUCIA ARTIERI *
Una storia di tempi che cambiano e di inclusione quella di Chiara Bordi, la ragazza con la protesi alla gamba sinistra che si è iscritta a Miss Italia, che ha partecipato a Subiaco alla sua prima selezione classificandosi quarta.
Si è assicurata così la possibilità di partecipare a una finale regionale e di aspirare alle prefinali nazionali del concorso che si svolgeranno dal 3 all’8 settembre a Jesolo.
É stata proprio lei a proporsi a Patrizia Mirigliani, figlia dello storico patron del concorso Enzo e oggi alla guida dell’organizzazione. Quest’ultima l’ha accolta a braccia aperte, in un’edizione che si preannuncia interessante.
È già rappresentata dall’agenzia londinese Models of Diversity, ultima nata nel panorama moda oggi più che mai attento a eliminare tutte le discriminazioni. E dimostra una sensibilità ed empatia fuori dal comune: attraverso il progetto <SuperAbile> ha già raccontato la sua storia a molti studenti delle scuole tra Roma e Viterbo.
Chiara Bordi, bellissima diciottenne di Tarquinia, sarà una delle aspiranti a Miss Italia, il prossimo settembre. Lei 1,75 cm di altezza, lunghi capelli neri e occhi da profondi e intensi da cerbiatta, Chiara come tutte le straordinarie ragazze in gara ha tutti i numeri giusti per aspirare al titolo della più bella d’Italia. C’è qualcosa in più che ha attirato su di lei l’attenzione dei media: una protesi alla gamba.
La selezione di Subiaco è stata vinta da Elena Palumbo. Chiara ha espresso tutta la sua felicità in un post su Instagram. “Sono salita sul palco con un po’ di incertezze. Ho lottato per arrivare qui, ho lottato contro i pregiudizi, contro i limiti, contro gli sguardi e perfino contro me stessa, e non sapevo cosa aspettarmi – ha raccontato -. Poi ho sfilato su quella passerella e ho visto i sorrisi, gli occhi incuriositi puntati non solo sulla mia protesi ma anche su di me, ho sentito gli applausi crescere e io mi sono sentita più sicura che mai, mi sono riempita di orgoglio e sorridevo con gli occhi quasi lucidi”. Continua dicendo in un’intervista “stare qui per me, è già avere vinto”. Parla della sua protesi che definisce come “un accessorio di stile, proprio come un bel paio di occhiali”.
La ragazza, costretta a subire diversi interventi per un amputazione transtibiale della gamba sinistra, a seguito di un brutto incidente in motorino, avvenuto il 5 luglio 2013, che le è quasi costato la vita a soli 12 anni.
Lei ha imparato a trasformare il suo dolore in un punto di forza, a convertire le sue fragilità fisiche in una peculiarità, un segno distintivo della sua bellezza.
Continua dicendo: “Ho lottato per arrivare qui, ho lottato contro i pregiudizi, quelli degli altri, e perfino i miei, sulla vita da disabile. All’inizio avevo molte paure, pensavo di aver perso la mia femminilità. Stare qui, per me, è avere già vinto.
Ho gareggiato come tutte le altre e mandato chiaro il messaggio che, dopo una tragedia, la vita non si interrompe.
E’ il simbolo della rinascita» In occasione dell’anniversario dell’incidente, Chiara ha riservato a Instagram la sua riflessione:
«Ho odiato la vita, ho maledetto il destino, quella sera, quel momento, ho sperato di tornare indietro o partire anche solo un secondo dopo, ho chiesto a Dio o chissà cos’altro perché fosse successo proprio a me, mi sono fatta centinaia di domande riguardo al futuro, ho visto il mio corpo quasi distrutto e preferivo voltare lo sguardo altrove piuttosto che guardarmi le gambe.
Ho dovuto guardare sfumarsi nella mia testa i sogni e le certezze che avevo, ho visto persone soffrire per me e ho sofferto per loro, ho provato sensi di colpa e quasi il desiderio di morire… Poi ho desiderato con tutta me stessa di tornare ad una vita normale, sono rinata ed insieme a me sono rinati tutti i sogni, le aspettative e la voglia di vivere, ho rivisto le mie gambe camminare, stavolta con una protesi ma a mio parere molto più belle di prima, ho visto le cicatrici chiudersi e il mio corpo si è arricchito di segni, pieni di ricordi e di orgoglio.
Mi sono riempita di forza e ho affrontato la vita col mio nuovo corpo, e soprattutto con la mia nuova testa. Ho fatto scalate, ho preso il brevetto da sub, ho provato sport che prima neanche immaginavo, sfilo e faccio servizi fotografici in tutta Italia e a Londra, racconto la mia storia nelle scuole con SuperAbile, e vedo ogni volta centinaia di faccette incuriosite e interessate a quello che dico.
Ma la cosa che mi rende più orgogliosa di me stessa è guardare come sono arrivata in quell’ospedale la notte del 5/07/2013, e confrontarla con la me del 5/07/2018, di nuovo in piedi e che guardo queste foto ora che quel tunnel che mi sembrava così infinito è ormai un capitolo chiuso nel migliore dei modi. Non nascondo che c’è un velo di tristezza in questo giorno, perché ricorda tante cose e i ricordi a volte sono così forti che sembra di rivivere certi momenti, ma è il giorno della mia rinascita, dell’inizio di una seconda vita.
Ora, a distanza di 5 anni, mi rendo conto che quel giorno mi ha aperto migliaia di strade, una più bella dell’altra.
Certo ci sono difficoltà che altri non hanno, che a volte mi fanno salire il sangue al cervello. Ci vuole una buona dose di forza di volontà per affrontare la vita di tutti i giorni, ma, in fin dei conti, a me le sfide sono sempre piaciute.»
Quanto ai suoi obiettivi, Chiara, studentessa dell’ultimo anno del liceo classico, che durante l’estate lavora come cameriera, ha dichiarato di non voler rinunciare agli studi, pensando a un ipotetica iscrizione a medicina o comunque qualcosa in ambito sanitario, pur restando appassionata al mondo dello spettacolo e volendo trasmettere un messaggio ai giovani affinchè imparino a rompere sempre ogni tipo di tabù.
di LUCIA ARTIERI