<Con Monica Contraffatto, la città di Gela ( Sicilia) entra nella storia. A Parigi la corazzata azzurra dei Paralimpici sbanca a Parigi! Sabatini oro col record, 2^ Caironi e 3^ Contrafatto sul podio mondiale >
A cura di Dott. LORENZO RANIOLO (Gela/CL) – dott.lorenzoraniolo@tiscali.it – Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana <
A Gela si ripete la festa . Come nel 2021 in due anni non è cambiato nulla e tutta la città è rimasta lo stesso a casa ad assistere la gara della concittadina Monica Contrafatto dove ottiene meritatamente la medaglia di Bronzo. Un film già visto e infatti è la fotocopia dei giochi Paralimpici di Tokio. Uno spettacolo le ragazze azzurre ai Mondiali di atletica paralimpica a Parigi. La finale dei 100 metri femminili T63 con tre azzurre è finita con un podio tutto italiano, condito da un altro record del mondo di Ambra Sabatini (classe 2002): 13”98, prima atleta paralimpica a scendere sotto i 14 secondi. Come a Tokyo l’Italia scrive la storia a Parigi e anche a Gela si scrive la storia. Argento a Martina Caironi (14”35), bronzo a Monica Contrafatto (14”67).
Monica Contrafatto, nata il 9 marzo 1981 a Gela, in Sicilia, è Caporal Maggiore scelto Ruolo d’Onore dell’Esercito, Primo Reggimento Bersaglieri. Il 24 marzo 2012 l’incidente nella sua seconda missione in Afghanistan: alla base italiana ci fu un attacco, bombe a pioggia.
“Dedico la mia medaglia all’Afghanistan, il Paese che mi ha tolto qualcosa ma che mi ha dato anche tanto”. Parole dense di significato. Era il 24 marzo 2012 quando Monica si trovava nella base italiana nella città afghana di Farah. Un colpo di mortaio causò un morto e 5 feriti tra i quali anche lei, ai tempi caporal maggiore dei bersaglieri.
Un colpo durissimo, di quelli che ti cambiano la vita. Monica perse la gamba destra, ma non la grinta, la determinazione.
Bloccata in ospedale, vide per la prima volta delle donne amputate correre alla Paralimpiadi. E nacque una promessa nella sua testa, una sfida con se stessa. “Parteciperò ai Giochi di Rio 2016”. E una persona con il suo carattere, quando si dà un obiettivo, lo raggiunge.
In Brasile nel 2016 porta alti i colori azzurri. E conquista il bronzo, nei 100 metri femminili, la sua “nuova” specialità. Nel 2021, a Tokyo, a 40 anni, Monica è sempre lì. Con la stessa grinta che l’aveva accompagnata a Rio e in tutta la sua vita, tra sofferenze e gioie, cadute e risalite. Di come le difficoltà a volte sappiano regalare nuovi percorsi. Di come buttarsi giù non abbia lo stesso fascino, né lo stesso valore, del ripartire, riprovarci. La sua biografia – che siamo sicuri regalerà altri capitoli emozionanti, insegna come non esistano scuse per gettare la spugna. Ogni nuova partenza può portarci ovunque, basta volerlo, basta non perdersi d’animo. Magari avendo anche un briciolo di sana follia e irriverenza nel mettersi alla prova. La paura di fallire è concessa, quella di provarci un po’ meno.