A cura di Dott. Fernando Ciarrocchi (Ascoli Piceno)
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Coordinatore della redazione giornalistica de “IL POPOLO” della Democrazia Cristiana
Editorialista de “IL POPOLO” della Democrazia Cristiana.
< “COVID 19. LA FINE DI UN INCUBO”: L’ULTIMO LIBRO DEL PROF. GIULIO FILIPPO TARRO >
Abbiamo appreso con estremo interesse che il Prof. Giulio Filippo Tarr0 (Napoli), Presidente emerito della Democrazia Cristiana italiana, già Primario dell’Azienda Ospedaliera “D.Cotugno” di Napoli, Chairman della Commissione sulle Biotecnologie della Virosfera WABT, Parigi, Rettore dell’Università “Thomas More U.P.T.M Roma, Presidente della Fondazione Beaumont Bonelli per le ricerche sul cancro, Napoli, condidato per ben due volte al premio Nobel per la medicina ,ha scritto un nuovo volume “Covid 19 . La fine di un incubo“.
Lo abbiamo contattato per saperne di più e sempre con la sua squisita disponibilità , il Ch.mo Prof. Giulio Tarro, virologo di fama internazionale, ha accettato volentieri di scambiare con noi qualche battuta circa la sua nuova pubblicazione di estrema attualità.
D) Perché questo suo nuovo volume? Da dove nasce l’esigenza?
R) Dopo l’epidemia cinese di Wuhan e la pandemia che ne è seguita a livello globale, finalmente la diffusione del coronavirus CoV-SARS-2 è giunto al termine.
Già dichiarata la fine nel Regno Unito il 19 luglio 2021, che aveva iniziato primariamente le vaccinazioni l’8 dicembre 2020, mirate in particolare ai soggetti “over” 80 e fragili, tutto il mondo si è allineato, in particolare tenendo conto anche delle terapie orali e degli anticorpi monoclonali con un virus che pur mantenendo la sua contagiosità si è ridotto nella sua virulenza.
Il continente africano si è distinto per la sua endemicità legata alle zoonosi della famiglia dei beta coronavirus.
Infine si dà particolare importanza all’infezione naturale da COVID-19 e alla risposta immunitaria con l’esonero vaccinale a causa del rischio di trombi per mutazione genetica e sovraccarico anticorpale.
D) Professore purtroppo da quello che si vede e si sente, a noi più, non certo esperti come Lei, non sembra che l’incubo sia finito. Cosa può dirci in merito?
R) Su Science del 6 maggio 2022 un interessante lavoro di Juliet R. C. Pulliam ed altri che hanno fatto un excursus sulla situazione presentatasi in Sud Africa dopo la seconda variante beta, la terza variante delta, e la quarta ondata con la variante omicron.
Il quesito che si sono posti gli studiosi citati era la capacità di reinfezione di quelli che avevano già presentato una infezione naturale precedente.
Gli autori hanno preso in considerazione con data 4 marzo 2020 fino al 31 gennaio 2022 105.323,00 reinfezioni sospette su 2.943.248,00 infezioni confermate in laboratorio.
La reinfezione nei riguardi della infezione primaria è risultata più bassa durante le ondate dovute alle varianti beta e delta rispetto alla prima ondata.
Al contrario la recente propagazione della variante omicron è stata associata con un aumento del coefficiente di reinfezione. Queste infezioni sono risultate da evasione immunitaria piuttosto che da una debolezza immunitaria.
La variante omicron è associata con una marcata abilità ad evadere l’immunità delle precedenti infezioni. Non vi è stata alcuna evidenza epidemiologica di evitare l’immunità con le varianti beta e delta. Vi sono importanti implicazioni sanitarie in paesi come il Sud Africa con alto grado di immunità per le precedenti infezioni.
L’ulteriore sviluppo di metodologie per seguire le reinfezioni con nuovi ceppi emergenti tiene in considerazione la protezione derivata dai vaccini e riesce a monitorare il rischio di reinfezioni multiple in prospettiva di profilassi per future epidemie.
D) Con questa sua recente fatica letteraria – scientifica che messaggio vuol veicolare alla comunità nazionale e internazionale ?
R) Ci si dimentica del percorso fatto dall’homo sapiens che si è evoluto per millenni tra virus e batteri, partendo dall’Africa centrale verso il Mediterraneo e quindi l’Eurasia. Vaiolo e peste hanno influito sulla presenza e formazione dei gruppi sanguigni. Vorremmo ricordare l’importanza delle zoonosi, e del rapporto tra esseri umani e microrganismi come virus e batteri.
Il fine è stato quello di un adattamento con una relazione intelligente tanto è vero che chi ha avuto il COVID è protetto a livello immunitario molto più dei vaccinati.
D) Professore mi permetta una parentesi rispetto al tema che stiamo trattando: quarta dose ai più fragili, agli over 60, mascherine forever, nuove ondate di varianti e sottovarianti, ma quanto dobbiamo preoccuparci di questo scenario apocalittico che già iniziano a propinarci?
R) Non vi era nulla di scientifico nei bollettini che venivano riportati a rete unificate ogni giorno e che tutt’ora affollano le reti radiotelevisive.
I decessi debbono essere confermati dalle autopsie per la valutazione della causa di morte, così come la valutazione di altri fattori e dell’età.
E invece abbiamo semplicemente utilizzato una emergenza sanitaria per creare un senso di paura e di terrore nella popolazione, che ormai esce con la mascherina anche dove non è più neppure richiesta.
E intanto già ci preparano ad una quarta o quinta dose autunnale con vaccini a mRNA, di cui cominciano da più parti a sottolineare gli effetti avversi.
Infatti gli studiosi inglesi hanno dimostrato che dopo due somministrazioni del vaccino si assiste alla riduzione dell’immunità individuale in senso generale tanto da etichettare questa sindrome come VAIDS, cioè sindrome da immunodeficit da vaccino.
Inoltre in Israele dove avevano iniziato la quarta dose come leaders delle vaccinazioni l’hanno dovuta sospendere per l’aumento delle reazioni avverse d’ordine cardiocircolatorio che venivano osservate.
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Queste dichiarazioni del professore non mi hanno affatto rasserenato pur nel rispetto della persona .
Tanto sfugge agli stessi scienziati e grande sofferenza e terrore degli stessi medici ho visto negli ospedali per una pandemia della quale il mistero è ancora tutto da svelare.