Sottotitolo : Il cyberbullo o la cyberbulla usano telefonino e Internet per ferire e offendere altre persone.
Lo fanno attraverso messaggi personali oppure post, condivisioni e altre azioni fatte per umiliare la vittima davanti al pubblico della rete. Magari inizia tutto da uno scherzo, un brutto commento, una presa in giro… Presto però ti ritrovi in un incubo senza fine! Perché a differenza del “classico” bullo, il cyberbullo può colpirti anche a casa, ogni volta che ti connetti su Internet o accendi il telefonino. SMS cattivi, foto ritoccate, post che parlano male di te…
La legge prevede il reato di cyberbullismo inteso come “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.
In ogni scuola deve essere individuato un docente referente sulle attività di contrasto al cyberbullismo, che insieme al preside è chiamato a vigilare ed, eventualmente, avvertire le famiglie di episodi di violenza su Internet che coinvolgano gli studenti. Il “bullo” minore di 18 anni potrà essere formalmente ammonito dal questore, che lo convoca insieme a un genitore. La vittima, invece, potrà richiedere al gestore del sito Internet o del social network di bloccare e rimuovere i contenuti diffusi in Rete.
Ricordiamo che Il 17 maggio del 2017 la camera approvava in via definitiva, la legge sul contrasto al cyberbullismo. E’ evidente che c’è la necessità di creare un apparato normativo dedicato al fenomeno: 1 ragazzo su 10, tra gli 11 e i 13 anni, ha confermato di essere vittima di violenza in rete, mentre la percentuale scende all’8,5% tra gli adolescenti tra i 14 e i 19 anni. Numero, quest’ultimo, in crescita rispetto alla rilevazione precedente (2017) che vedeva il dato al 6,5%. Inoltre, il bullismo “offline” è un fenomeno ancora frequente e ha interessato lo scorso anno il 28% di adolescenti e il 30% di preadolescenti.
Un esempio semplice ma che fa comprendere il significato : nei casi di Bullismo sono coinvolti solo gli studenti della classe e/o dell’Istituto, mentre nel Cyberbullismo possono essere coinvolti ragazzi ed adulti di tutto il mondo, possono essere anonimi e sollecitare la partecipazione di altri “amici” anonimi, in modo che la persona non sappia con chi sta interagendo;
La legge prevede infine che venga istituita una struttura presso la Presidenza del Consiglio con lo scopo di realizzare un piano di azione, per contrastare e prevenire il cyberbullismo e creare una banca dati per monitorare il fenomeno.
di Antonio Gentile