A cura di Francesco Grasso (Lecce), Gabriella Strizzi (Ancona) e di Angelo Sandri (Udine)
www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it *
< DECIDI D.C. ! >
Per oltre mezzo secolo abbiamo avuto nelle corde, vocali e non, un grande partito cristiano cattolico a cui rapportarci !
Nato dopo la seconda guerra mondiale, per oltre mezzo secolo, abbiamo conosciuto e respirato Democrazia Cristiana !
Quella che è nata dopo la guerra di liberazione e si è assopita nel 1994, dopo le scellerate decisioni del Segretario politico nazionale di allora Mino Martinazzoli. Si è assopita, ma non è mai venuta meno.
Ed è questo un aspetto (per ignoranza, ma probabilmente più per malafede) che tanti cercano di minimizzare se non di disconoscere.
In realtà c’è stato un forte gruppo di persone che ha sempre contestato quella scellerata decisione di Martinazzoli and company assunta nel corso di uno “scalcagnato” nonchè famigerato Consiglio nazionale svoltosi in data 18 gennaio 1994.
Una sentenza della Corte di Cassazione, a sezioni unite, del dicembre 2010 (la numero 25.999/2010), ha poi reso finalmente giustizia delle tante battaglie legali svoltesi in proposito per tanti anni.
E nel dicembre del 2013 (per la precisione nei giorni 14 e 15 dicembre 2013) si svolse il XXII Congresso nazionale della Democrazia Cristiana.
Il Congresso venne celebrato in quel di Perugia e ha dato compiuta attuazione al deliberato della Corte di Cassazione a sezioni unite del dicembre 2010.
tenendo in vita la Democrazia Cristiana che abbiamo sempre conosciuto. Merito dell’On. FLAMINIO PICCOLI, ma anche dei suoi collaboratori e successori ( On. CLELIO DARIDA, On. CARLO SENALDI, ANGELO SANDRI, GIUSEPPE PIZZA ed altri). Ma di questo parleremo in qualche ulteriore nostro articolo.
Per ora soffermiamoci a quella che possiamo comunemente definire come la DEMOCRAZIA CRISTIANA storica.
Conosciamo quasi tutto di questo grande partito: vita morte e miracoli !
A ben vedere, oggi, anche chi fino a qualche tempo fa denigrava e cercava malefatte anche dove non c’erano, inizia a chiedersi come e perché un partito come quello si è perso (o per meglio dire ha rischiato di perdersi, NDR).
Ovvero serpeggia una sorta di rimpianto, e non solo nostalgico, di quel partito e del suo modo di declinare la politica nella società, nelle istituzioni e nella concreta azione di governo.
E si rimpiange cotanta classe dirigente. La si rimpiange soprattutto per la sua levatura culturale. Si ha nostalgia di tanta autorevolezza politica !
Come si puo’ paragonare tanti di oggi a quei De Gasperi, Andreotti, Fanfani, Moro, Zaccagnini, Goria e tantissimi altri (e non possiamo qui ricordare tutti).
Come si può paragonare un qualsiasi partito che si affaccia sulla scena politica italiana, anche quando riscuote un grande consenso popolare a quella Democrazia Cristiana?
È capitato a Forza Italia. Quando tanti hanno traslocato lì.
Quintali di note giornalistiche a cercare di dare a Forza Italia quella statura, giusto perché l’elettore tradizionalmente legato alla Democrazia Cristiana aveva trovato casa.
Ma come si fa anche solo ad ipotizzare che la Politica che declinava la Democrazia Cristiana aveva un erede in Forza Italia?
Anche ora qualche buontempone, ritenuto intelligente e anche acuto, nonché addirittura considerato autorevole, paragona la Democrazia Cristiana al partito di Grillo e Casaleggio.
E questo sia per il consenso elettorale che riscuote e sia, soprattutto, per la sua capacità di contenere al suo interno tanto le componenti di destra, quanto quelle di sinistra o semplicemente di centro.
Ora, come sempre capita, ogniqualvolta un partito di un certo peso politico ed elettorale svolge un’azione di governo il paragone con la Democrazia Cristiana è sempre dietro l’angolo.
Ma dobbiamo dire che è un paragone del tutto fuori luogo, nonché volgare, perché le diversità tra la storia, l’esperienza, il progetto politico, il ruolo e la funzione della Democrazia Cristiana sono sideralmente lontani rispetto ai partiti summenzionati.
È appena sufficiente ricordare alcuni aspetti essenziali del profilo politico della Democrazia Cristiana per rendersi conto della diversità profonda sia rispetto all’esperienza di Forza Italia ieri e dei 5 stelle oggi.
O addirittura della Lega, come sostiene disinvoltamente qualche osservatore interessato.
La Democrazia Cristiana era un partito profondamente democratico al suo interno (ancorchè articolato nelle famose “correnti”) e che ha sempre respinto la sua identificazione con un “capo”.
La Democrazia Cristiana aveva una chiara collocazione europea ed internazionale in materia di politica estera senza sbandamenti riconducibili all’approssimazione e alla superficialità politica.
La Democrazia Cristiana poteva contare su di una classe dirigente con una statura politica, culturale e di governo neanche lontanamente paragonabili alle esperienze che abbiamo conosciuto successivamente.
La Democrazia Cristiana ha sempre avuto nella sua lunga storia, una “visione” della società frutto della sua cultura di riferimento cattolico democratica, cattolico popolare e cattolico sociale.
La Democrazia Cristiana, infine, era un partito di ispirazione cristiana che non poteva tollerare alleanze disinvolte ed approssimative, anche quando per ragioni di Stato o per emergenza democratica ha dovuto privilegiare accordi con partiti che esulavano dalla sua prospettiva politica e di governo.
A cura di Francesco Grasso (Lecce), Gabriella Strizzi (Ancona) e di Angelo Sandri (Udine)
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Egregio Direttore, ho letto l’articolo e ciò che mi ha colpito è la retorica del: “era”.
In questo momento storico, in cui viviamo, l’appartenenza alla Democrazia Cristiana, rispetto ad altri partiti, se mi si consente di definirli “farlocchi”,
rappresenta per noi un valido motivo per essere protagonisti della sua continuità.
Certamente non siamo stati con le braccia conserte, ma con il nostro lavoro, abbiamo mostrato un forte attaccamento alla sua dottrina e alla sua ideologia, tale da ricreare, per certi aspetti, motivi di interesse, soprattutto nei giovani.
Inoltre, abbiamo assistono, in alcuni Comuni, all’ ‘assenso degli elettori allo Scudo Crociato. Potrei continuare; tuttavia il mio intento è di far intendere che si sta cercando di riscrivere la storia della D.C. nel presente, cioè nella società attuale, ponendo ora le basi per rivitalizzare la linearità della nostra appartenenza, valida anche per quanti si sono “smarriti” tra i tanti partiti che si sono proposti in alternativa ovvero in una “falsa” vicinanza all’ ideologia della Democrazia Cristiana.
Cordialmente.
A. Pinto
bravo