A cura di Fernando Ciarrocchi (Ascoli Piceno) * fernando.ciarrocchi@dconline.info Segretario regionale Dip. Comunicazioni sociali Democrazia Cristiana regione Marche.
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< DEMOCRAZIA CRISTIANA ED UNIONE CATTOLICA CONCORDI PER UN DECISO NO AL REFERENDUM DEL 20 E 21 SETTEMBRE 2020 >
Democrazia Cristiana ed Unione Cattolica concordano su di un punto che va considerato essenziale: nessuna rappresentanza democratica non è mai – in sé – eccessiva !
Eccessivi semmai possono essere i suoi costi ed i suoi vizi, a partire dal crescente scollamento rispetto ai territori di riferimento.
Lo sostengono in una nota congiunta il Segretario nazionale della Democrazia Cristiana Angelo Sandri ed il Segretario nazionale di Unione Cattolica Tonoli.
Tuttavia, se l’acqua non arriva più a irrigare i campi, la soluzione non è quella di accorciare ancora di più le condotte o i canali, ma di riorganizzare la complessiva rete affinché – con totale efficienza ed economicità – essa arrivi ovunque.
Questo è esattamente ciò che noi Cattolici e Democratici Cristiani intendiamo fare a partire dal 22 settembre, perché votando <NO> saremo in condizione di mandare via il Premier saltimbanco Conte, ma non soltanto.
Saremo in grado di ridimensionare i populismi di destra e di sinistra che hanno reso l’Italia un Paese più impaurito, più insicuro, più povero, più instabile finanziariamente, più esposto a mafie di ogni genere: in altre parole che hanno reso l’Italia un Paese MENO LIBERO, MENO FORTE, MENO GIUSTO.
Chiediamoci come mai Di Maio o Zingaretti tacciano sui costi unitari della politica, sul mantenimento dei senatori a vita o non dicano più nulla a proposito dei vitalizi.
La risposta a questa domanda è una sola: perché i cittadini non risparmieranno un bel nulla.
Ciò che si risparmierà dalla riduzione dei parlamentari sarà reindirizzato ad altre fasce, aree di privilegio e caste di sopra e di sottogoverno.
Un eventuale sciagurato < SI > porterebbe ad un Parlamento corporativistico e distante dal Paese reale più di quanto già ora non lo sia.
E allo stesso tempo manterrebbe le scandalose rendite di posizione di Regioni e Parlamenti europei simboli non di sussidiarietà e di autonomia responsabile ma di nuovi costosi centralismi, peggiorativi della vita individuale, sociale e collettiva dei cittadini.
I nostri programmi per favorire un’Italia nuova sono molto chiari in proposito: nessun totem su numeri assoluti più alti o più bassi di eletti, ma una loro modulazione in funzione della demografia degli elettori.
Semmai di deve lavorare per un rapporto di causalità diretta tra BENEFICI DEGLI ELETTI e BENESSERE DEGLI ELETTORI.
Un sistema che ricalcoli le indennità e i costi di struttura di Parlamentari europei e nazionali, Consiglieri regionali, Capi di Stato e di Governo, Ministri e Assessori regionali, vincolandone gli importi ai risultati dell’azione di governo, nonchè agli andamenti dell’economia reale e sociale dell’Italia e dei rispettivi territori governati.
Qui sta la vera Italia popolare, totalmente opposta ai populismi ieri di destra e oggi di sinistra, che combattono a parole gli attuali privilegi al solo fine di concentrarli e di redistribuirli diversamente al di fuori di qualsiasi controllo democratico. Di Maio alla Farnesina docet.
Non dimentichiamo che la rivoluzione d’ottobre in Russia non trasferì certo il benessere degli Zar al Popolo ed al ceto medio.
Lo riassegnò invece ai dirigenti del partito comunista sovietico, dunque concentrandolo su di un ceto del tutto parassitario e totalmente scollegato da dinamiche lavorative e produttive.
Un tetro copione che non va di sicuro non abbiamo voglia di imitare ora anche in Italia !.
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A cura di FERNANDO CIARROCCHI
(Ascoli Piceno) *
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Prima dì “sbandierare” un appoggio al partito Unione Cattolica, a proposito del referendum del 20 e 21 settembre 2020, e’ opportuno approfondire il tema dell’appartenenza di Lele Mora, già noto per i suoi
trascorsi giudiziari, a Unione
Cattolica.
Cordialmente.
A. Pinto