di ROSANNA CAMPANILE (ANDRIA/BAT) – Segretario regionale del Movimento femminile e per la Pari Opportunità della DEMOCRAZIA CRISTIANA PUGLIA.
Donne, lavoro e politica: storia di una discriminazione persistente !
Per la parità di genere e’ un anno davvero nero per l’Italia.
I dati della discriminazione ci vengono forniti da un’indagine del World Economic Forum 2017: il nostro Paese si piazza in 82esima posizione su 144 paesi oggetto di indagine sull’uguaglianza di genere.
L’analisi in questione si riferisce ai campi di occupazione e alla partecipazione con possibilità di lavoro e salari, istruzione ed educazione, salute e – ultima nota dolente – rappresentanza politica.
In generale l’Italia, per quanto concerne il gender gap, precipita significamente peggiorando così la sua posizione rispetto agli altri paesi del mondo sul tema delle pari opportunita’.
Stando ai dati riportati dal World Economic Forum nel Global Gender Gap Index 2017, l’Italia resta tra i paesi meno virtuosi e operativi sul piano delle pari opportunita’, mentre i primi posti sono occupati da quelli che hanno fatto significativi passi avanti sul piano della tutela e opportunita’ come Islanda, Norvegia, Svezia, Nuova Zelanda, Irlanda, Finlandia, Nicaragua , Rwanda e Filippine.
Per quanto concerne la discriminazione ecomomica (Gender Pay Gap), la percentuale di donne occupate e’ meno del 59% rispetto al 70% di quella maschile e la differenza di stipendio in Europa per lo stesso impiego tra uomo e donna registra una percentuale del -16,3%, percentuale che aumenta su base annua addirittura al 31%.
Anche la rappresentanza politica del genere femminile e’ purtroppo una nota dolente e fornisce importanti spunti di riflessione.
In Particolare si è ampliato il divario rispetto allo scorso anno . Siamo infatti al 46esimo posto rispetto al 25esimo posto del 2016.
Indubbiamente un risultato pessimo, che ci descrive una residuale e persistente discriminazione di genere, sul piano di una adeguata partecipazione delle donne alla vita politica del paese.
Nei ministeri, la presenza delle donne e’ ferma al 27,8%. Al Parlamento e’ al 31%.
Va sottolineato un silenzio significativo sul tema da parte degli ultimi Governi, cosi come in Europa, esiste un divario significativo che separa uomini e donne nella partecipazione politica ed alla vita del paese, il che rafforza ovviamente le disuguaglianze.
Proposte valide di contrasto a tale situazione non possono ovviare a un’efficace interazione tra un nuovo modello culturale più inclusivo della presenza femminile nella società e sistemi efficaci di valorizzazione di potenzialità e risorse.
Infine è necessario incrementare notevolmente le opportunità di ascolto attraverso la politica, poiché e’ indubbio che chi non ha la possibilità di articolare e rappresentare i propri interessi, non puo’ essere ascoltato e rischia di essere ignorato.
Volendo essere ottimisti, una spinta in questa direzione potra’ venire dal crescente interesse delle donne a ricoprire ruoli di efficienza e responsabilita’ nel mondo del lavoro, coinvolgendo anche una rete di servizi sociali in grado di supportarla professionalmente e valorizzarla nel delicato ma fondamentale compito di gestione della vita famigliare.
di ROSANNA CAMPANILE (ANDRIA/BAT) – Segretario regionale del Movimento femminile e per la Pari Opportunità della DEMOCRAZIA CRISTIANA PUGLIA.
rosanna.campanile@dconline.info