La Rubrica de il Popolo “Scomparsi, riparte dal caso del calciatore Luca Bergamini, morto 30 anni fa in circostanze molto sospette, il caso era stato archiviato dalla magistratura come suicidio, ma la sorella ha sempre sostenuto che Denis fosse stato ammazzato e ha fatto riaprire il caso e le indagini.
Donato Denis Bergamini presto sarebbe arrivato in serie A, una giovane stella del calcio che una fredda sera di 28 anni fa improvvisamente ferma la sua Maserati al chilometro 401 della statale 106, dice poche e confuse parole alla sua ragazza e poi si lancia sotto le ruote di un camion. Suicidio, così era stata archiviata la morte del centrocampista ferrarese idolo, sul finire degli Anni Ottanta, della Cosenza calcistica.
Donato Bergamini, detto Denis, centrocampista del Cosenza, non è morto suicida come si credeva. La foto del suo corpo sul selciato, a contatto con le ruote di un camion, non ha convinto gli inquirenti fin dal principio. Lo sportivo, amante della vita, non avrebbe mai posto fine deliberatamente alla sua esistenza. Della sua storia si è occupato anche il programma ‘Chi l’ha visto?’ condotto da Federica Sciarelli. La verità, però, è arrivata dopo un trentennio: Denis è stato soffocato.
Anche se manca ancora un colpevole e soprattutto un movente, una cosa è certa: l’autopsia sul corpo ha fornito importanti punti di partenza per un’indagine approfondita. Sono stati accusati di falsa testimonianza la fidanzata dell’epoca, Isabella, e il conducente del camion che hanno fornito una versione dei fatti che attualmente non risulta compatibile con i nuovi sviluppi delle investigazioni.
Denis aveva solo 27 anni quando è stato ritrovato sotto le ruote del camion sulla statale 106 Reggio Calabria- Taranto. Ciò che non ha convinto fin dal principio è stata l’assenza di qualsiasi segno di trascinamento o di impatto violento causato dal camion.
La sorella non si è mai arresa, ma ha continuato a cercare la verità
Donata, sorella di Denis, non ha mai gettato la spugna, nemmeno quando le dicevano che suo fratello si era suicidato. Non ha mai creduto a questa versione, conoscendo il carattere allegro e gioioso di Bergamini. La ragazza ha ringraziato il suo legale per aver insistito nel presentare richiesta di esumazione del corpo, rigettata una prima volta nel 2015. La ricostruzione dei fatti potrebbe andare oltre ogni immaginazione. Il ragazzo, molto probabilmente, è stato soffocato.
Successivamente è stato attuato un depistaggio, per cui il corpo è stato ritrovato sotto le ruote del camion. La medicina legale ha contribuito a far luce sulla dinamica, anche se ora non sarà facile individuare il colpevole. Sono trascorsi molti anni e le prove potrebbero risultare irrimediabilmente compromesse. Non a caso, i primi rilievi vengono svolti in concomitanza con il fatto. Da circa un trentennio vi sarebbe un assassino a piede libero che potrebbe nuocere ad altre vittime innocenti . Dunque urge fare giustizia su un caso misterioso sul quale non si sono mai spenti i riflettori.
Nuovi sviluppi nell’inchiesta della Procura di Castrovillari sulla morte di Denis Bergamini. Luciano Conte, marito dell’ex fidanzata di Bergamini, Isabella Internò (indagata insieme al camionista Raffaele Pisano per la morte del giocatore), entra nel registro degli indagati; in più, dietro al delitto, potrebbe addirittura esserci l’ombra della Camorra.
Si resta col fiato sospeso, la voglia di premere sull’acceleratore per mettere finalmente la parola fine su questa storia c’è, ma è meglio essere prudenti e «aspettare ulteriori sviluppi», come dice Anselmo. La Procura ha sempre parlato di un vasto giro di calcio scommesse e anche di droga. La novità è che questa rete illegale potrebbe aver preso impulso dal clan camorristico Zaza.
L’inchiesta relativa alla morte di Denis in questi mesi si sarebbe ampliata notevolmente e sarebbero molte le persone ascoltate fino ad oggi. «I risultati dell’incidente probatorio da noi richiesto – conclude l’avvocato Anselmo – hanno dato nuova spinta all’inchiesta e ora potremmo essere davvero vicini alla verità finale».
Per la chiusura delle indagini potrebbero essere necessari altri sei mesi.
Articolo curato da Antonio Gentile Coordinatore Giornalistico Redazionale il Popolo, tratto dalla Rubrica “Scomparsi”.