Per molti anni sono stato consapevole che il destino ce lo creiamo noi, in base a quelle decisioni che sono prese con riflessione o impeto, ma più delle volte il fato è solo un piccola considerazione della nostra vita, perché siamo noi stessi che tracciamo le linee guida del nostro futuro, e lo facciamo sia nel bene che nel male.
Il nostro presente è dato dall’insieme di decisioni che prendiamo quotidianamente. Scelte frutto di processi decisionali immediati o prese al termine di lunghe e complesse valutazioni. Ma si può affermare con certezza che siamo sempre i soggetti attivi di tale processo? O siamo subordinati ad una serie di circostanze imprevedibili e inevitabili che ci proiettano in una direzione che la nostra vita potrebbe prendere solo e soltanto se?
La storia ci insegna che spesso il raggiungimento del successo è determinato dal caso. Personaggi come Steve Jobs, Bill Gates, Mark Zuckerberg hanno costruito il proprio successo sulla base di impegno, duro lavoro, motivazione, ma il “trovarsi al posto giusto nel momento giusto” ha giocato un ruolo non trascurabile.
Secondo Seneca la fortuna non esiste, esiste invece il momento in cui il talento incontra l’occasione. Ed è quello che accadde nei primi anni Novanta ad un giovane consulente finanziario di mia conoscenza. In quel periodo il mercato finanziario era gestito esclusivamente dalle banche e l’Italia era in piena crisi economica. Alla fine dell’anno la lira aveva perso terreno rispetto al marco tedesco e al dollaro e la borsa crollava del 40% rispetto agli anni precedenti. Inutile dire quanto tale contesto avesse inciso sulle attività dei Consulenti finanziari, che vedevano i titoli dei propri assistiti crollare quotidianamente, con perdite sostanziali del capitale. In assenza di tecnologia e di canali di contatto indiretto, l’acquisizione di nuovi clienti si muoveva esclusivamente attraverso la rete di conoscenze e l’interazione telefonica, con database estrapolati da fonti condivise, costruiti sull’individuazione di professionisti di ogni settore, da quello medico a quello edile. Tutti sarebbero potuti risultare potenziali interessati, pronti a condividere strategie di investimento, suggerite e studiate in base ai loro obiettivi.
Il “caso” volle che una tra le decine e decine di telefonate, effettuate in una giornata lavorativa come tante, si trasformò in un appuntamento con un cliente, che stranamente propose di incontrarlo il giorno successivo davanti a un istituto di credito. All’indomani della prima e unica telefonata intercorsa fra i due, il facoltoso e anziano cliente affidò tout court il suo patrimonio al giovane consulente finanziario con grande sorpresa di quest’ultimo.
Solo a distanza di tempo entrambi scoprirono che, in realtà, la trattativa era stata portata avanti telefonicamente per settimane da un altro consulente finanziario. L’investitore non avendo mai incontrato quest’ultimo, pensò che il giovane presentatosi all’appuntamento fosse la stessa persona dei ripetuti scambi telefonici.
Questo incontro fortuito decretò il successo per entrambi i protagonisti della vicenda: in un momento storico in cui la borsa italiana stava per subire uno dei suoi peggiori crolli e l’economia viveva un momento di incertezza e confusione, il giovane consulente finanziario seppe trasformare questa occasione, assolutamente casuale, in opportunità.
Ricordatelo, saremo sempre e solo noi a decidere le sorti del nostro destino e della nostra vita, allora cercate di essere sempre ottimisti e vedere il bicchiere mezzo pieno, perchè anche a voi capiterà di capire come è bello avere un posto al sole.
Questo articolo che oggi ho scritto, mi da la possibilità di spiegare a molti che il successo prima o poi arriva, basta solo volerlo, e quel puntino bianco che non riuscivi a vedere in fondo alla galleria della tua vita , diventerà sempre più grande, fino al punto di arrivare in fondo e vedere il sole, quella luce che illuminerà la vostra vita, che vi riempirà di idee e di successi; ricordatelo sempre, Leonardo da Vinci fu uno dei primi grandi scienziati italiani che portò alla perfezione l’essere umano, e proprio nell’Uomo Vitruviano, lui la trovò; perché aveva sempre la certezza che avesse ” la testa al sole e i piedi all’ombra”.
Ad Maiora
di Antonio Gentile