Giacchè si fa ancora un gran parlare di “simboli” e rappresentanti di simboli più o meno correttamente e/o coerentemente “affezionati”, quest’oggi è necessario anzitutto ribadire che Democristiani sono tutti coloro che pensano di poter risolvere un conflitto attuale e/o semplicemente potenziale rifiutando l’uso della violenza. I Cristiani poi sono quelle persone che provano (non è detto che ci riescano sempre) a vivere la propria vita secondo l’insegnamento di Gesù Cristo, risorto 1988 anni addietro, per essere prima morto in croce, e poi per aver rifiutato qualsiasi forma di violenza e/o di odio.
Questo per dire che si può essere democratici senza dover necessariamente essere anche cristiani, mentre sicuramente non lo si è, nè l’uno nè l’altro, quando si fa uso della violenza.
Ebbene, a questo punto, le domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi sono le seguenti: “Può definirsi Democratico e, ancora prima, Cristiano chi si gira dall’altra parte dinanzi a evidenti ingiustizie e illegalità, fossero pure la protervia e l’abuso di potere che proprio si subiscono personalmente?
Si fa presto a dire che il mondo non si cambia perchè è marcio fino al midollo, ma è democratico mediare con il mondo per garantirsi il proprio orto, piuttosto che rifiutarsi di mediare perchè tutti abbiano da mangiare?
Quanto c’è di Cristiano in una mediazione per pochi amici, fossero pure tutti (si fa per dire) fratelli e persino tanti?
Soprattutto, quanta Fede c’è in chi pensa che le cose impossibili non possano essere realizzate?
Tutte risposte molto scontate per i Cristiani, soprattutto per chi come noi non si stanca e non si stancherà mai di denunciare (ormai esclusivamente all’opinione pubblica) le malefatte di chi “guida” (si fa per dire!!!) le nostre (si fa sempre per dire!!!) Istituzioni elettive e non elettive a tutti i livelli, dal locale all’internazionale. Eppure siamo ancora costretti a “leggere” quello che dei veri Cristiani non vorrebbero continuasse ad accadere nel mondo, alle proprie famiglie e alle famiglie degli altri, siano essi cristiani oppure no.
A un certo punto è lecito o no domandarsi come sia possibile continuare a convivere con la nostra ipocrisia?
Possibile che non ci venga in mente che non basterebbero centomila recite del Santo Rosario, così come milioni di celebrazioni di Sante Messe per coprire anche solo le nostre gravissime omissioni?
Quanti processi civili, penali, amministrativi, tributari vengono celebrati ad orologeria, con il c.d. allineamento di punti con squadra e compasso, e quanti processi non si celebrano per lo stesso motivo, soprattutto quelli penali, che nemmeno mai arrivano anche solo al rinvio a giudizio, perchè la condanna sarebbe certamente certificata dalle stesse indagini appositamente insabbiate da e per chiunque indossi il grembiulino di modo che nessuno debba sporcarsi?
Ma davvero vogliano continuare a far finta di non sapere dell’indecoroso teatrino della finta “lite pandemica” tra Governo e Regioni, visto che dal 1999 il Presidente della Repubblica non ha più il potere di sciogliere i Consigli Regionali, nemmeno per morte del Presidente Regionale?
Ma davvero vogliamo giustificare Mattarella e Conte e “tutto il cucuzzaro” che con i loro lauti guadagni e le loro super strutture composte da super tecnici (perchè non bastavano gli apparati ministeriali, le commissioni parlamentari, i portaborse, gli uffici legislativi dei gruppi parlamentari, ecc.???) in piena epoca pandemica, non si sono posti il problema che l’art. 126 della Costituzione è orfano del suo quarto comma dal 1999, esattamente dal 23 novembre, data dell’entrata in vigore della legge costituzionale n. 1/1999, ossia da quando non è più applicabile la legge 10.2.1953, n.66 (così come modificata dall’art. 32 della legge 28 ottobre 1970 n. 775) che all’art. 52 riportava proprio quanto prescritto dall’art. 126 Cost?
Oppure, siamo al punto che ormai è più congeniale pensare che l’articolazione delle relazioni tra gli Enti locali e il Governo della Repubblica sia da considerarsi esclusivamente costruito sui principi di sussidiarietà e leale collaborazione, di cui pure all’art. 120 Cost., ovvero, sul potere sostitutivo del Governo alle Regioni, così come esercitato con il commissariamento della sanità calabrese?
Magari vivessimo almeno tempi di sussidiarietà e leale collaborazione tra Istituzioni, ma sappiamo bene che così non è e che, nel 1948, poggiando soltanto tra questi due principi non è stata nemmeno mai promulgata la Costituzione della Repubblica, che nella formulazione originaria del 4° comma dell’art. 126, infatti, espressamente prevedeva “Col decreto di scioglimento è nominata una Commissione di tre cittadini eleggibili al Consiglio regionale, che indice le elezioni entro tre mesi e provvede all’ordinaria amministrazione di competenza della Giunta e agli atti improrogabili, da sottoporre alla ratifica del nuovo Consiglio”, proprio ad evitare l’indecoroso scarica barile tra Governo e Regione che siamo stati costretti a subire ai nostri giorni, difficilissimi, proprio come nella previsione dei Padri Costituenti.
Evidentemente un tale modo di prevedere e pensare è assolutamente poco congeniale anche all’eventuale prossimo Governo di unità nazionale a chiacchiere, o meglio di unità nazionale per davvero, visto che ormai sono tutti indistintamente e appassionatamente amanti del bene comune a chiacchiere!!!
Cari Cristiani apriamo i nostri occhi, la nostra mente, i nostri cuori, facciamolo tutti, quanto meno per i nostri figli che sicuramente non hanno colpe da espiare e nemmeno mai hanno richiesto costosissimi banchi a rotelle per (non) vivere relazioni virtuali, o ad intermittenza come previsto dal 7 gennaio p.v. Spogliamoci di qualsiasi maglietta si sia indossata, anche inconsapevolmente nel recente passato, e rivestiamoci dell’armatura di Dio, tenendo sempre in mano (questo) scudo della fede “per poter resistere…”.
Possibile che non si trovi tutti assieme il coraggio di reagire, nemmeno nella fede e con la fede, che proprio non si sia capito che andrà sempre peggio perchè le leggi finanziarie dello Stato sono costruite ad hoc per speculare su tutto, ivi comprese le nostre vite e quelle delle nostre famiglie?
Ma se anche le pietre sanno che il Comune di Cosenza ha approvato bilanci falsi che nessuno ha ancora voluto dichiarare tali, ivi compresa la Regione Calabria che era a guida di chi aveva ricoperto l’incarico di Vicesindaco del Comune di Cosenza, davvero vogliamo pensare che così non farà anche il fratello dell’attuale Sindaco, o chi ha pronte diverse liste “civiche”, ma non ha battuto ciglio sull’approvazione del nuovo decreto per la gestione della Sanità calabrese, in uno al meccanismo di stabilità europea, ovvero, sul decreto di indizione delle elezioni, ossia, sul doveroso scioglimento del Consiglio Regionale che il Governo ha evitato di affrontare prorogando lo stato d’emergenza e così pure i poteri di “straordinaria” amministrazione di Giunta e Consiglio Regionale che perciò ancora costano il denaro di noi contribuenti?
Oppure siamo così ciechi o vogliamo proprio esserlo pensando che possano essere votati i candidati di movimenti e partiti che compongono la maggioranza del Governo nazionale che (pure assieme ad una fantomatica opposizione) garantiscono direttamente un tale stato di illegalità diffusa, proprio a nascondere l’ammontare del debito pubblico (non solo sanitario e non solo calabrese) che cresce in ragione delle loro esigenze di guadagno evidentemente espresse nei numerosi commi della legge finanziaria appena approvata, ancora una volta a debito?
Che Cristiani saremmo se facessimo ancora finta di non sapere e non vedere che si va avanti a furia di scarica barile e scudi penali, finanche quelli appositamente scritti per le multinazionali dei vaccini (nel migliore dei casi ad acqua fresca, perchè le Istituzioni non hanno più alcuna credibilità e, dunque, non c’è da fidarsi di tutto ciò che nella nebbia non è visibile!!!), lasciando qualsiasi spazio a chi considera numeri le persone e dell’immoralità ne fa la propria regola di vita perchè proprio nulla cambi e tutto vada sempre peggio?
Davvero possiamo ancora sopportare che le “nostre” Istituzioni continuino a pretendere solo i nostri sacrifici e proprio perchè in futuro ne seguano altri e sempre più grandi, quelli dei nostri figli e delle generazioni che seguiranno, se ne seguiranno altre?
Possibile che ci abbiano rimbambito a tal punto da farci credere che, seppure tutto stia morendo o per morire, stanno per arrivare miliardi di euro che faranno la nostra felicità e il nostro benessere, piuttosto che per tappare le voragini finanziarie appena approvate ad ogni livello di istituzione (volutamente con la i minuscola), come fossero comuni buche cittadine, sempre in attesa del prossimo rattoppo, e proprio ad ogni fugace e volutamente approssimativo rattoppo fatto nella solita emergenza?
Ci trattano come rifiuti da discarica, siamo già e diventiamo sempre più nucleari!!!
Se è vero, come è vero che la Politica è la più alta forma di carità, auspichiamo allora che la DC sia sempre di più il partito che era quando è nato in funzione della soddisfazione di bisogni reali, un luogo d’incontro di energie sane che hanno un animo per prima cosa un confronto intellettualmente onesto, facciamo delle Parrocchie, degli oratori, delle sedi delle tante associazioni ecclesiali e non ecclesiali i luoghi dove discutere del nostro futuro, dove ricercare le migliori soluzioni da adottare nelle sedi istituzionali, dove pure coinvolgere e avvicinare alla politica sempre più giovani, in maniera sana, donando loro degli esempi da seguire per formare le loro coscienza, come Cristo comanda.
Allora abbiamo il dovere di gridare apertamente che la Democrazia Cristiana è stata ed è tutt’ora infangata dal comportamento di persone che hanno soltanto scimmiottato i valori cristiani, svendendoli per i propri beceri interessi, e non permettiamo più a nessuno di privarci anche della nostra identità, che è la cosa più preziosa, non ha prezzo e non può essere compravenduta, e nemmeno permettiamo che falsi testimoni continuino a distorcere un messaggio che non può che essere universale.
Proprio perchè siamo tutti nella stessa barca che affonda, non è detto che proprio noi non si debba fare un sano discernimento alla luce della verità che conosciamo, partendo quindi da quelle a noi più vicine, per meglio comprendere quelle più lontane e arrivare a coglierle appieno.
Sicchè, prima di aprire qualsiasi altro confronto con altre forze democratiche (cui pure non ci siamo sottratti e non vorremmo sottrarci in futuro) sarà bene fare sintesi tra Democratici Cristiani con un comune progetto politico, a cominciare dalle elezioni in Calabria, per portare quanto prima il Paese al voto politico, dandoci così la possibilità di poter contrassegnare sulla scheda elettorale lo scudo impresso sullo sfondo bianco con la croce rossa e la scritta “libertas”, e proprio per dare un futuro al nostro Paese.
Auspichiamo allora che ci si ritrovi a breve e si sia davvero in tanti Cristiani a richiedere nuove elezioni politiche, con la consapevolezza che c’è l’esigenza di ritornare alla normalità delle relazioni tra individui, nelle famiglie, nelle comunità, che, purtroppo, sono già ampiamente decorsi i termini di cui all’art. 3, comma 2, della legge 27.5.2019, n.51, affinchè il Governo rideterminasse i collegi uninominali e plurinominali per l’elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica in ragione della modifica del numero dei relativi componenti confermata con referendum costituzionale del 20/21 settembre 2020 e, comunque, il Paese è attualmente sprovvisto di leggi elettorali completamente proporzionali che permettano ad ogni singolo elettore, in via esclusiva, la possibilità di indicare ed eleggere chi più ritenga degno di rappresentarlo in Parlamento e nelle altre assise elettive, mentre a norma dell’art. 71 Cost. “…il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli”, cosè come ai sensi dell’art. 75 Cost. “E’ indetto referendum popolare per deliberare la abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali…”, e che dunque ci è possibile raccogliere le firme necessarie alla presentazione di una o più proposte di legge elettorale, così come per abrogare il D.L. 10 novembre 2020, n. 150 “Misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario della regione Calabria e per il rinnovo degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario”, convertito con l. 30 dicembre 2020, n. 181, ad evitare proprio che le Istituzioni elettive e la sanità in particolare continuino ad essere un fatto privato e proprio per pochi “eletti”.
Democrazia Cristiana
Dipartimento Legalità e Giustizia Italia
Avv. Rocco Piergiorgio Maria Lo Duca