A cura di FERNANDO CIARROCCHI (Monteprandone / prov. Ascoli Piceno)
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Coordinatore della redazione giornalistica de “Il Popolo” della Democrazia Cristiana.
Responsabile nazionale dell’Agenzia Stampa “Libertas”
Vice-Segretario nazionale vicario del Dipartimento Sviluppo-Comunicazione-Marketing” della Democrazia Cristiana
Vice-Direttore de “Il Popolo “ della Democrazia Cristiana
Editorialista del” Il Popolo” della Democrazia Cristiana
E’ iniziato il tam-tam: il prossimo Pontefice sarà un italiano?
Gli avvenimenti che sono accaduti in queste ultime settimane Oltretevere hanno alimentato la classica ridda di voci, ipotesi apparse sia sulla stampa nazionale, sia internazionale per quanto concerne le possibili manovre vaticane sull’eventuale post Bergoglio.
Tutti credevano che il decesso del Papa Emerito Benedetto XVI fosse la scintilla che avrebbe potuto alimentare tutto questo. Si, senza dubbio è stato un fattore di non poco conto: ma la dipartita improvvisa di Sua Em. Card George Pell è stato l’ulteriore fattore che dato il “la” al carosello dei forse, del possibile e del chissà!
Papa Francesco in una delle sue recenti omelie domenicali ha affrontato con la consueta fermezza e coerenza il tema del sapersi fare da parte con spirito di servizio: un’affermazione che è stata interpretata in mille modi.
È un anticipo di dimissioni? Quindi una sorta di preavviso al mondo? Altro tassello che si aggiunge al puzzle di un ipotetico “toto papa”? O meglio ancora di un possibile Concistoro in vista di……
Ma dire il vero è già iniziata sui media un’azione di questo genere però va presa con le pinze, con la dovuta e necessaria prudenza. Non dimentichiamo mai il proverbio millenario “ Chi entra Papa esce cardinale.”
Ma in questa circostanza, è il caso di dirlo: il Cardinale resta cardinale.
Stando al tam, tam ricorrente sembra che il nome più accreditato alla successione sul soglio di Pietro, qualora l’attuale Pontefice dovesse maturare la scelta di dimissioni anticipate, fosse quello del Sua Em. il Card. Matteo Zuppi, attuale arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Il padre era Enrico Zuppi giornalista cattolico molto impegnato nel sociale. Amico personale di Montini -di papa Paolo VI- fu da lui chiamato a dirigere il settimanale illustrato del Vaticano “L’Osservatore della domenica” che ora è un supplemento dell’Osservatore Romano”.
Zuppi padre è stato una delle figure più rappresentative della stampa vaticana introdusse il “fotogiornalismo” che poi fu ripreso dalla stampa laica italiana. Per lui l’immagine era tutto e da sola poteva “comunicare” la notizia magari aggiungendovi una efficace didascalia.
La maggioranza dei “bookmakers” sostiene questa ipotesi di un Papa italiano in virtù del fatto che lo considerano molto vicino all’attuale Pontefice visto che è stato proprio Papa Bergoglio a nominarlo alla guida della Conferenza Episcopale Italiana.
A voler azionare una sorta di moviola vaticana troviamo che Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini, poi divenuto Paolo VI, è stato l’ultimo papa italiano.
Il “Papa del dubbio”, delle formidabili sfide che gli pose la società civile, affrontò il periodo del terrorismo, amico di Aldo Moro, condusse la Chiesa alla conclusione del Concilio Vaticano II che ha cambiato per sempre il corso della Chiesa cattolica con i suoi effetti ancora oggi tra cui l’atavica e anacronistica contrapposizione tra progressisti e conservatori.
Poi il brevissimo pontificato di Giovanni Paolo I, Papa Albino Luciani, Il Papa del sorriso, Il Papa di soli 33 giorni.
Il prossimo conclave sembra avvicinarsi e i vescovi italiani sosterrebbero il loro capo Matteo Zuppi ritenuto molto vicino a papa Bergoglio.
L’altro potenziale candidato italiano, potrebbe essere il segretario di Stato Vaticano S Em. il Card. Pietro Parolin.
Dunque due autorevolissimi esponenti che l’Italia ha a disposizione.
Zuppi, quale Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, si occupa anche di comunicare direttamente al governo italiano i desiderata del papa.
Recentemente ha fatto un esplicito riferimento al governo italiano sul PNRR e al suo utilizzo per fini sociali e cioè per la Caritas.