A cura di Fernando Ciarrocchi ( Ascoli Piceno)
fernando.ciarrocchi@dconline.info
Coordinatore nazionale della redazione giornalistica “Il Popolo ” della Democrazia Cristiana.
Segretario regionale Dipartimento Comunicazione Democrazia Cristiana della Regione Marche
www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it *
“E se domani… (e sottolineo se…)… “. Così esordiva una famosissima ed intramontabile canzone di Mina
Osservando il palcoscenico della politica nazionale non in prima fila, ma dalla decima fila, e quindi da in fondo alla sala, rispolveriamo una frase che ha reso celebre il giornalista Lubrano: “Una domanda sorge spontanea”.
Perché con insistenza quasi quotidiana ricorre il refrain “in questo particolare momento di grande crisi occorre unità”.
Già unità ! E’ l’appello che giunge da tutte le parti politiche a prescindere dal colore e dagli schieramenti.
A dire il vero appelli di tal fatta ci portano indietro con la memoria, negli anni 1970-1975.
Anni difficilissimi per la nostra bella Italia in cui imperversava il terrorismo delle BR, la crisi economica, le domeniche delle targhe alterne e chi più ne ha … più ne metta.
In questo periodo degli anni 70 in politica ricorreva l’espressione “solidarietà nazionale” che poi si è concretizzata nel progetto politico straordinario, nel senso letterale del termine, quindi, fuori dall’ordinario, della nascita del governo passato alla storia e noto come “governo di solidarietà nazionale”.
Nell’agone politico di allora, a condurre le trattative ed a gestire le relazioni politiche necessarie a dare corpo al progetto stesso del “governo di unità nazionale” furono due uomini politici politici davvero con la < P > maiuscola.
Per la Democrazia Cristiana, partito di maggioranza relativa dell’epoca, il Presidente Aldo Moro, per la prima forza politica di opposizione il PCI , il suo segretario politico nazionale, On.le Enrico Berlinguer.
La regia era diretta da un regista politico altrettanto d’eccezione, ossia il Presidente Giulio Andreotti che con il suo intelligente e lungimirante savoir fare politico aveva posto la Democrazia Cristiana al centro del sistema tanto da farla assurgere al ruolo politico di “conditio sine qua non”.
Data la delicatezza del periodo e vista la posizione filo atlantica dell’Italia il PCI di Enrico Berlinguer garantì l’appoggio esterno al governo italiano che permise poi l’approvazione di norme antiterrorismo e leggi finanziarie atte a fronteggiare la difficile crisi economica salvaguardando le istituzioni democratiche e repubblicane.
Non dimentichi del brocardo vichiano dei “corsi e ricorsi storici” e forse ancora meglio ricordando la proprietà commutativa “pur cambiando l’ordine degli addendi il prodotto non cambia”, ancora oggi purtroppo si fanno i conti con la crisi economica resa ancora più drammatica dall’orribile pandemia del COVID-19.
Viviamo in un periodo di confusione drammatico che forse potrebbe costituire la ratio dei reiterati appelli all’unità per il bene del paese che insieme all’Europa sta cercando di fronteggiare ed arginare una crisi così devastante che sta mettendo in ginocchio non solo l’Italia, ma il mondo intero.
Ci sarà quindi un governo di unità nazionale? Quali scenari si vanno delineando?
Tutto è ipotizzabile però non dimentichiamo che nel 2022 scade il settennato quirinalizio di Sergio Mattarella: è coincidenza, ma la politica deve contemplare anche questo.
Quindi,come si suol dire comunemente “visto che ci siamo”, perché non iniziare a muovere qualche pedina dello scacchiere politico in vista del Quirinale?
O meglio. Forse che qualcuno rilanciando il concetto di unità, così adatto al periodo, sta forse iniziando a studiare da Presidente della Repubblica?
Troppo presto per dirlo. Chissà!
Di sicuro – per l’intanto – si sta notando una riorganizzazione sempre più diffusa e capiullare della Democrazia Cristiana, avvertibile su tutto il territorio nazionale.
< Fa più confusione un albero che cade, che una foresta che cresce ! > era solito ripeterci il Presidente D.C. On. Giulio Andreotti.
E ricordiamo anche la massima latina che recita “i soldati si preparano alla guerra in tempo di pace”.
Dunque, a buon intenditor poche parole, e chi vivrà, vedrà.
Comunque sia formuliamo un sincero “ad maiora” alla politica italiana !
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A cura di Fernando Ciarrocchi ( Ascoli Piceno)
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