ECONOMIA SENZA ANIMA !

ECONOMIA SENZA ANIMA !
Fulvio Curioni (Lodi)

A cura di Furio Curioni (Casalpusterlengo / provincia di Lodi)

fulcurio@libero.it * fulvio.curioni@dconline.info *

< ECONOMIA SENZA ANIMA ! >

La nota di aggiustamento al DEF (NADEF) del 2021, contiene due aspetti di notevole rilievo: le nuove prospettive economiche del Paese ed i nuovi obiettivi programmatici, permettendo attraverso di essi, a questo Governo, di delineare la prossima legge di Bilancio, ossia lo strumento attraverso il quale vengono gestite le nostre singole vite quali cittadini.

Si delinea quindi una crescita economica nel nostro Paese, unita ad una graduale riduzione del deficit e del debito pubblico, rimarcandone per i prossimi due anni una una riduzione del rapporto debito/Pil .

Così mentre le dispute italiche vertono in un accademico opinionismo su pandemia e vaccini, condito da virologi che tutto fanno e dicono, se non quello di tornare a fare il loro lavoro nei laboratori, questo Governo mira, nella sua logica golpista, a portarci via la ricchezza italica, secolare frutto di risparmi, che è la nostra casa di abitazione. Un tanto attraverso l’approvazione per legge di nuove rendite catastali.

Che strana miscela quella di enunciare da una parte una diminuzione del debito pubblico frutto di minori spese e maggiori tasse e dall’altra decretare la riforma del catasto urbano, cioè, la messa in svendita della casa di proprietà degli italiani.

D’altro canto, si smorzano le cicale dei commentatori economici, leggendo dati collegati alla speculazione, poichè di questo si tratta, attraverso l’aumento dei prezzi di energia e materie prime, spudoratamente innescata da gruppi di potere economico e politico mondiale.

Le formiche, composte da realtà industriali ed artigianali del nostro Paese, raffreddano i facili entusiasmi di certa stampa, facile nell’osannare alla ripartenza di una nuova stagione di crescita del Paese.

E nel contempo denunciano una tassazione fiscale sulle imprese quale retaggio ad una loro ripartenza.

Tra cicale e formiche, il Ministro Franco prende atto pubblicamente di un miglioramento dei principali indicatori di crescita e di indebitamento, due indicatori magici poichè virtuosi nell’assestarsi ed ascriversi nella prossima legge di Bilancio con una percentuale a fine anno del Pil al 6,0% ed un minor indebitamento del debito pubblico che scende dal 11,8% al 9,4%.

Ottenuto ciò con minori spese e maggiori tasse, portando così ad una flessione del rapporto tra debito pubblico e prodotto dal 155,6% nel 2020 al 153,5 % nel 2021.

Quel 2,4% in meno ottenuto sul debito pubblico, equivale a circa circa 40 miliardi di euro in più nelle casse dello Stato.

Orbene, di fronte alla disoccupazione, alla crescente povertà e disperazione sociale, un Governo normale ed onesto, toglierebbe la pressione fiscale alle imprese, incentivando l’assunzione delle persone; l’aumento di lavoro e la produzione di beni e servizi; la maggior circolazione di denaro e potere di acquisto interno: un virtuosismo preludio ad un nuovo “boom” economico reale del Paese.

Ma così non è, apparendo invece ben chiara la differenza tra una scelta di economia capitalistica, volta ad ignorare il fabbisogno del Paese ed una economia umanistica, capace di intervenire con forza sulla leva della minore tassazione alla imprese, permettendone contemporaneamente la crezione di lavoro stabile e duraturo e rendendo in tal modo onore all’articolo 1 della nostra Costituzione che proclama solennemente come l’Italia sia una repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Frequenti i richiami di Papa Francesco ad una economia più equa e solidale

Sogni ? Realtà?

Occorre a mio giudizio educare le persone e formarle ragionando su termini economici ignari a molti, inconsapevoli di come, i pochi cialtroni addetti alle leve del comando legislativo (un tempo il Parlamento della Repubblica attraverso i suoi due rami, ora occulte forze identificabili a partire da Draghi alle banche, alle istituzioni europee, passando per il nuovo ordine mondiale), protetti da leggi peraltro di difficile comprensione, attuino di fatto una dittatura economica, finanziaria, bancaria, peggiore di quella fascista.

Per la quale ancora ci si incapponisce, quale fosse la pagliuzza da togliere dal nostro Paese, dimenticandosi invece delle travi presenti di false rappresentanze sindacali e politiche, veri parassiti da sradicare, sepolcri imbiancati che puntualmente resuscitano in nome di antifascismo effimero e fuorviante.

Capaci essi stessi, invece, di distruggere ancora la sovranità che – sancita nel secondo capoverso dell’art 1 nel suo proseguo della Costituzione – appartiene indubitabilmente al popolo.

Un monito, un impegno, un augurio, prima che sia troppo tardi !

 

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