ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 12 GIUGNO 2022 A SCIACCA (AG): CORSA A TRE CON IGNAZIO MESSINA, MATTEO MANGIACAVALLO E FABIO TERMINE

ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 12 GIUGNO 2022 A SCIACCA (AG): CORSA A TRE CON IGNAZIO MESSINA, MATTEO MANGIACAVALLO E FABIO TERMINE
Dott. Lillo Capraro

A cura di Dott. Lillo Capraro

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Editorialista de < IL POPOLO >  della Democrazia Cristiana

< ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 12 GIUGNO 2022 A SCIACCA (AG): CORSA A TRE CON IGNAZIO MESSINA, MATTEO MANGIACAVALLO E FABIO TERMINE >.

Anche se in forza della legge nazionale e regionale, che dettano norme in materia di elezioni amministrative, c’è ancora tempo per la presentazione delle liste, in uno all’individuazione di altri eventuali candidati a Sindaco di Sciacca (AG),appare chiaro che al nastro di partenza ci saranno Ignazio Messina, Matteo Mangiacavallo e Fabio Termine.

Ignazio Messina

Ignazio Messina, Segretario nazionale del movimento/partito, fondato a suo tempo da Antonio Di Pietro, è stato il primo a scendere in campo, forte della sua precedente esperienza di Sindaco della città per due mandati, mentre Mangiacavallo e Termine hanno dovuto affrontare alcuni passaggi  complessi, a livello di partiti e coalizioni, prima di annunciare la loro candidatura  per la corsaalla poltrona più importante del Palazzo di città.

Il segretario di Italia dei valori ha aperto le danze, forte di diverse convergenze su di lui da parte di noti  esponenti politici, ben radicati in città, ancorché collocati in passato su posizioni diverse, rispetto alla collocazione di Messina.

Ma si sa che in politica non esistono posizioni stabili e definitive, per cui l ‘avversario/dirimpettaio di ieri può essere l’alleato di oggi.

In forza di tale strategia, messa in campo per la ricerca di compagni di viaggio, il capo di Italia dei valori ha di fatto aperto da diverse settimane la campagna elettorale,andando in giro per quartieri e zone cittadine, incontrando potenziali elettori, ai quali ha spiegato le forti motivazioni che l’hanno spinto a scendere di nuovo in campo per ritornare a fare il Sindaco.

L’On. Matteo Mangiacavallo

Dopo Messina, quasi in contemporanea, hanno ufficializzato la partecipazione alla corsa a Primo cittadino sia l’On. Matteo Mangiacavallo che Fabio Termine.

Il deputato ex cinque stelle, confluito in Attiva Sicilia, di fatto è diventato l’interlocutore privilegiato del Presidente Musumeci, con una collocazione “veloce” all’ARS  nel settore moderato, che ha spinto quasi tutti i  partiti del centro destra ad individuarlo come candidato Sindaco di questo vasto schieramento .

Anche Fabio Termine ha dovuto faticare non poco per ottenere la “nomination” a candidato Sindaco di un fronte, inizialmente costituito da PD e dal movimento locale “Mizzica”, aperto a quel che resta dei Cinque Stelle e altri movimenti definiti “progressisti”, visto che oramai si ha paura a definirsi di sinistra.

Fabio Termine

Va detto che la discesa in campo di Termine è stata agevolata dalla meditata e spontanea rinuncia di Salvatore Mannino, individuato inizialmente dal PD come candidato, in grado di attrarre quel vasto elettorato cattolico, vicino ai movimenti e leader, di fatto, locale e provinciale delle “Sardine “fondato da Mattia Santori.

Non si può non sottolineare la sofferta e intelligente rinunzia, operata da Fabrizio Di Paola, già Sindaco della città, dato inizialmente in campo, poi sorpreso e deluso da alcuni anomali movimenti in seno a partiti del centrodestra, per cui ha preferito fare un passo di lato.

Fabrizio Di Paola è stato vittima in politica di tradimenti e abbandoni, come altri prima di lui, pur in presenza di risultati elettorali significativi, resi inutili da opzioni imposte a suo danno o da convergenze, alla vigilia delle elezioni, su candidati giudicati maggiormente “gestibili”.

Purtroppo questo è accaduto e continua a verificarsi in politica, indipendemente dal sistema elettorale vigente, proporzionale o maggioritario, con preferenza unica o plurima, con l’uninominale oppure il maggioritario.

I risultati sono avanti gli occhi di tutti: il territorio risulta privo di rappresentanza o la situazione sarà peggiore, quando si andrà a votare con collegi e circoscrizioni elettorali più ampie, per effetto della riduzione dei parlamentari.

Per tornare alle amministrative di giugno, c’è la necessità di ricominciare, di predisporre programmi straordinari di interventi che consentano alla città di ripartire e alle nuove generazioni di non essere costretti ad emigrare.

Ma della città di Sciacca e delle sue prospettive future ci sarà tempo di parlarne ancora, auspicando il coinvolgimento più ampio possibile della popolazione.

 

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