Era il 7 gennaio 1797 quando la bandiera a tre bande verticali verde, bianca e rossa fu adottata come vessillo della Repubblica Cispadana. Non tutti ricordano chi la inventò e i passaggi che la portarono a diventare la bandiera d’Italia.
Non è un caso che tra i principi fondamentali della Costituzione trovi posto anche la disposizione relativa al vessillo ufficiale della Repubblica, uno dei suoi simboli principali, che oggi compie la bellezza di 222 anni. Non tutti conoscono la sua storia, iniziata quasi per caso un lontano giorno di fine Settecento.
Per la precisione il 7 gennaio 1797, quando i rappresentanti delle città di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara – riuniti in Congresso a Reggio – proclamarono il tricolore bianco, rosso e verde come vessillo della Repubblica Cispadana, il nuovo Stato nato sotto la protezione dell’esercito francese. A differenza di oggi, il vessillo della neonata Repubblica aveva i colori disposti in tre strisce orizzontali: il rosso in alto, il bianco in mezzo, il verde in basso. Al centro era raffigurato il turcasso o faretra con quattro frecce, a simboleggiare l’unione dei quattro popoli che aderivano alla Repubblica, mentre ai lati erano poste le iniziali R ed S. A “inventarla” era stato Giuseppe Compagnoni, un letterato e giornalista di Lugo che fin da giovane aveva aderito all’Illuminismo. La bandiera a bande orizzontali fu adottata anche dalla Repubblica Cisalpina, nata dall’aggregazione delle Repubbliche Cispadana e Transpadana, ma un decreto dell’11 maggi 1798 stabilì che il vessillo dovesse avere tre bande con gli stessi colori, ma verticali.
Dopo la caduta di Napoleone, il Tricolore entrò per decenni in clandestinità. Tornò in auge in occasione dei moti indipendentisti che scoppiarono nella penisola italiana tra il 1821 e il 1848, quandò sventolò a Milano durante le celeberrime Cinque Giornate. Nello stesso anno, l’8 maggio, fu il Regno di Sardegna ad adottarlo ufficialmente come bandiera nazionale – con lo stemma sabaudo – e fu innalzato per la prima volta sopra Palazzo Madama, a Torino. Poi il vessillo tricolore fu adottato anche da altri Stati, per poi essere abbandonato in favore delle vecchie bandiere. Ma il destino del Tricolore come simbolo dell’Italia era segnato e infatti, con la nascita del Regno d’Italia, il 17 marzo 1861, la bandiera verde, bianca e rossa fu adottata da Re Vittorio Emanuele II. Durante la seconda guerra mondiale, il Tricolore fu riadattato dal Comitato di Liberazione e dalla Repubblica sociale. Nel primo caso, lo stemma dei Savoia fu sostituito da una stella a cinque punte con dentro la sigla CLN, nell’altro un’aquila imperiale romana. Quindi, con la nascita della Repubblica, si giunse all’ultima rivisitazione: dalla banda bianca, via per sempre lo scudo sabaudo.
Ecco perchè la storia è importante ecco perchè il 7 gennaio è la festa del tricolore italiano.
Il verde per simboleggia il colore delle pianure italiane, il bianco per il colore tipico delle nostre montagne e il rosso per il sangue dei caduti per liberare l’Italia dagli invasori. Ma c’è anche un significato legato alla religione cristiana identificando nei colori le virtù teologali: in particolare il verde rappresenta la speranza, il bianco simboleggia la fede e il rosso la carità.
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di Antonio Gentile