Per le europee 2019 sono stati presentati al Viminale 47 simboli, in calo rispetto ai 64 contrassegni di cinque anni fa. Solo 11 simboli hanno al proprio interno un riferimento alla famiglia europea di appartenenza, solo 5 simboli hanno al proprio interno il nome del leader.
Lega, M5s, FI, Psi, Udc, Lista Marco Pannella scelgono la strada di non mettere nel simbolo la famiglia europea di riferimento. Il vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli, in fila ieri sotto la pioggia per assicurare alla Lega l’undicesimo posto in bacheca, taglia corto: “Siamo italiani e conta prendere i voti in Italia. Gli accordi in Europa li faremo dopo sulla base dei voti raccolti”.
Il Pd mette nel simbolo il riferimento al Pse. +Europa ha nel simbolo il Pde di Rutelli e Bayrou, legato ai liberali dell’Alde. I Verdi hanno nel simbolo l’European Green Party. ‘La sinistra’ (Prc e Si) ha nel simbolo il riferimento al gruppo europarlamentare Gue-Ngl.
Fratelli d’Italia ha nel simbolo le scritte ‘conservatori’ e ‘sovranisti’ e a Strasburgo fa parte del gruppo dei Conservatori (Ecr). ‘Democrazia Cristiana‘, ‘Il popolo della famiglia-Alternativa popolare’ e ‘Popolari per l’Italia’ hanno nel simbolo la scritta ‘Ppe’. Casapound ha nel simbolo la scritta ‘Aemn’, un gruppo che fa capo all’europarlamentare ungherese di Jobbik Kovacs.
Forza Nuova ha nel simbolo la scritta ‘Apf’, un gruppo europeo che fa capo a Roberto Fiore e all’europarlamentare tedesco Ndp Voigt. Il ‘Partito comunista‘ di Marco Rizzo ha nel simbolo il riferimento ai comunisti greci del Kke, che hanno due europarlamentari eletti.
I partiti che hanno scelto di mettere il nome del leader nel simbolo sono cinque: Lega (‘Salvini premier’), FI (Berlusconi), FdI (Meloni), Poeti d’azione (D’Agostini), La Catena (Bruno). Ovviamente non tutti i 47 simboli saranno presenti sulle schede elettorali delle 5 circoscrizioni italiane: nordovest, nordest, centro, sud, isole.
Il 16 e 17 aprile andranno presentate le liste nelle Corti d’appello di Milano, Venezia, Roma, Napoli e Palermo. Chi è collegato con un gruppo politico presente nell’Europarlamento o nel Parlamento italiano e’ esente dalla raccolta delle firme. Gli altri hanno bisogno di almeno 30mila firme per ogni circoscrizione, di cui almeno 3mila in ciascuna regione.
Tra i simboli tradizionali lo scudocrociato compare nei contrassegni di Dc e Udc. La falce e martello nei contrassegni di Pci e Partito comunista di Rizzo. La rosa nei contrassegni di Psi, Lista Marco Pannella e ‘Pensioni e lavoro’. La fiamma solo nel contrassegno FdI. Il ramoscello d’ulivo e’ nel contrassegno Pd. Alberto da Giussano corre con la Lega.
Il leone di San Marco con la Liga veneta. La stella alpina con Svp. Le cinque stelle gialle sono nel contrassegno M5s, presentato al Viminale dall’avvocato di Virginia Raggi, Pierfrancesco Bruno. L’orso rappresenta la lista ‘Ora rispetto per tutti gli animali’. Il sole che ride e il girasole sono nel contrassegno dei Verdi. La rosa nel pugno e’ nel contrassegno della lista Marco Pannella con la scritta ‘Stati Uniti d’Europa’.
Il generale Pappalardo ha messo la chiave di violino nel contrassegno ‘Movimento gilet arancioni’. Spetterà alle Corti d’appello delle 5 circoscrizioni, in base alla legge, stabilire in prima istanza quali partiti potranno presentarsi alle elezioni senza firme. E’ certo che i partiti sulla scheda elettorale saranno molto meno del 50% dei simboli presentati al Viminale.
Gli altri passaggi prima del voto.
Le liste dei candidati devono essere sottoscritte da almeno 30mila e non più di 35mila elettori della circoscrizione, dei quali almeno 3mila devono risultare iscritti nelle liste elettorali di ciascuna delle regioni della circoscrizione. Sono esentati dalla raccolta delle firme i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare nella legislatura in corso anche in una sola delle Camere; i partiti o gruppi politici che nelle ultime elezioni politiche abbiano presentato candidature con proprio contrassegno e abbiano ottenuto almeno un seggio in una delle due Camere; i partiti o gruppi politici che nelle elezioni precedenti per il Parlamento europeo abbiano ottenuto almeno un seggio; le liste contraddistinte da un contrassegno composito, nel quale sia contenuto quello di un partito o gruppo politico che sia esente dall’onere di sottoscrizione delle candidature; i partiti politici nazionali per i quali sia dimostrato il collegamento concordato con un partito politico europeo rappresentato al Parlamento europeo con un proprio gruppo parlamentare.
Entro il 18 aprile verranno pubblicati sul sito del ministero dell’Interno i contrassegni depositati. Entro il 20 aprile l’ufficio elettorale circoscrizionale deciderà in ordine all’ammissione delle liste dei candidati. Le decisioni sono comunicate, nello stesso giorno, ai delegati di lista. Entro 24 ore dalla comunicazione della decisione i delegati delle liste possono ricorrere all’Ufficio elettorale nazionale. Entro sabato 27 aprile il sito del ministero dell’Interno pubblicherà le liste dei candidati. Entro il 12 maggio i partiti e i movimenti politici pubblicheranno sul proprio sito internet il curriculum vitae fornito dai loro candidati e il relativo certificato penale rilasciato dal casellario giudiziale non oltre 90 giorni prima delle elezioni (25 febbraio 2019).
Entro il 19 maggio il sito del ministero dell’Interno pubblica il curriculum vitae e il certificato penale di ciascun candidato. Dall’11 maggio è vietata la pubblicazione e diffusione dei sondaggi. Dalle ore 24 di venerdì 24 maggio scatta il silenzio elettorale. Dalle ore 7 alle ore 23 di domenica 26 maggio le urne saranno aperte. Per il Parlamento europeo l’Italia eleggerà 76 deputati, di cui 20 spettano alla circoscrizione nordovest (Piemonte-Valle d’Aosta-Lombardia-Liguria), 15 alla circoscrizione nordest (Veneto-Trentino Alto Adige-Friuli Venezia Giulia-Emilia Romagna), 15 alla circoscrizione centro (Toscana-Umbria-Marche-Lazio), 18 alla circoscrizione sud (Abruzzo-Molise-Campania-Basilicata-Puglia-Calabria), 8 alla circoscrizione isole (Sicilia-Sardegna). Regionali Piemonte e amministrative in oltre 3mila Comuni.
Il 26 maggio si terranno anche le regionali in Piemonte e le amministrative in oltre tremila comuni. Coinvolti tra l’altro i cittadini di Bari, Campobasso, Firenze, Perugia, Potenza, Ascoli Piceno, Avellino, Bergamo, Biella, Caltanissetta, Cesena, Cremona, Ferrara, Foggia, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Pesaro, Pescara, Potenza, Prato, Reggio Emilia, Sassari, Urbino, Verbania e Vercelli. Eventuali ballottaggi si svolgeranno domenica 9 giugno.
dal web di Antonio Gentile