Fa riflettere la lettera della Società Sportiva Lazio inviata ad alcuni suoi tifosi !

Fa riflettere la lettera della Società Sportiva Lazio inviata ad alcuni suoi tifosi !

A cura del Dott. Carlo Macale (Roma) * carlo.macale@dconline.info * cell. 340-4134604 * Componente il Comitato provinciale Democrazia Cristiana della provincia di Roma

Carlo Macale (Roma)

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< Fa riflettere la lettera della Società Sportiva Lazio inviata ad alcuni suoi tifosi ! >

 La lettera inviata dalla Società Sportiva Lazio ad alcuni suoi tifosi dopo la partita con la compagine francese del Rennes è argomento di un recente dibattito mediatico.

Il saluto romano fatto da alcuni spettatori laziali è costato un’ammenda di ventimila euro alla società e la squalifica di alcuni settori dello stadio per le successive partite in Europa League.

Come è noto, in questa missiva, la Lazio avvisa il proprio tifoso di un possibile procedimento penale a suo carico, dopo essere stato individuato con le telecamere dello stadio mentre faceva il saluto romano.

Indipendentemente da ciò, chiede al tifoso di mettersi in contatto la società per stabilire l’entità della somma al fine di risarcire il danno morale ed economico subito dalla società a seguito di quel gesto inconsulto.

Si ritiene che l’iter avviato dalla Lazio debba essere preso ad esempio da tutte le società sportive, in quanto in ciascuna tifoseria sono presenti gruppi di tifosi che confondono lo sport con la propria ideologia, trasformando un campo da gioco in un becero palcoscenico dove vanno in scena spettacoli che nulla hanno a che vedere con la bellezza del gioco del calcio e la passione di quanti lo seguono.

È giunto il momento di affermare che lo stadio non è il luogo dove tutto è possibile e dove – per quieto vivere – è meglio non intervenire per non scaldare gli animi di alcuni facinorosi.

Lo stadio non è di alcuni, lo stadio è di tutti. Lo stadio è un luogo sociale, dove si vive la propria fede calcistica in maniera intergenerazionale. È un luogo di aggregazione, di chiacchiera, di sofferenza, di esultanza ed anche di scambio di idee.

Il saluto romano non può essere considerato una coreografia a un coro sfottò, una battuta goliardica, un gesto ironico.

Conosco bene lo stadio, sono abbonato da anni ! Questa riflessione non intende demonizzare la sana competizione fra tifoserie, non si vogliono spegnere alcune storiche rivalità e si comprende come il tifo sia il famoso tredicesimo uomo in campo.

Il saluto romano, alcuni cori discriminatori e ululati razzisti sono l’antisport per eccellenza e questo dovrebbe essere ancor più noto ad alcuni tifosi della Lazio.

La prima squadra della capitale, infatti, ha scelto come colori sociali il bianco e l’azzurro, i colori della Grecia, luogo storico dove sono nate le Olimpiadi.

La società sportiva laziale ha diverse discipline sportive al suo interno e questo rappresenta la valenza sociale, culturale e sportiva della Lazio. È storicamente noto come, in occasione dei giochi Olimpici nell’Antica Grecia, venivano sospese le guerre per permettere a tutti gli atleti di poter partecipare con la propria disciplina. Il luogo dove si svolgevano i giochi era avulso da convinzioni e ideologie e ciò consentiva alla gente di concentrarsi sulle abilità, sulle strategie e sulle attitudini degli atleti.

A ragione di ciò ribadisco che il saluto romano non c’entra niente con il calcio ed è stato gesto di pochi e non di tutta la tifoseria laziale.

Anche se si invoca la cultura sportiva rilanciata nel periodo fascista si deve ricordare e sottolineare che non si può sradicare quest’ultima dalla cultura di dominio e di guerra insita nell’ideologia fascista.

Non si fa più sport per essere pronti per la guerra o perché l’atleta scultoreo rappresenta la parte migliore di un popolo. Oggi giorno si è compreso che lo sport lo si pratica per crescere, per sviluppare competenze relazionali e interculturali, per promuovere uno stato di benessere. Si può essere veri sportivi anche se si hanno delle diverse abilità fisiche e i giochi para-olimpici ne sono una dimostrazione.

La Figc è l’unica federazione sportiva del Coni che nel suo acronimo ha mantenuto la parola gioco.

Questo ci deve far riflettere maggiormente sull’aspetto valoriale di un gioco bellissimo quale è quello del calcio e che a volte sembra essere ostaggio di schieramenti ideologici, ma anche di interessi economici che possiamo tranquillamente dire esserne il volto negativo.

Non ha senso però fare della tuttologia, è sempre bene affrontare una questione alla volta, quando emergono delle problematiche. Pertanto non è per nulla difendibile la posizione di coloro che sminuiscono il gesto del saluto romano confrontandolo con altri “mali” del calcio italiano.

Il saluto romano ha anche poco a che fare anche con il campanilismo calcistico. Come nei giochi olimpici, le rivalità territoriali devono misurarsi in un sano agonismo, in una competizione dove gli atleti (etimologicamente lottatori) competono in maniera virtuosa per difendere i colori di una maglia che rappresenta un popolo.

Il calcio, pur avendo una valenza culturale, non è teatro, ma è un campo nel quale carattere, abilità e forza dominano la scena. Compito del tifoso è appunto tifare, ovverosia sostenere i propri lottatori nella battaglia sportiva. Lasciamo fuori dallo stadio il resto.

 

A cura del Dott. Carlo Macale (Roma) * carlo.macale@dconline.info * cell. 340-4134604 * Componente il Comitato provinciale Democrazia Cristiana della provincia di Roma

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Anonymous
4 anni fa

La domanda sorge spontanea …. cosa c è di male nel saluto romano? Nn si è mai in colpa quando si saluta e se per un semplice saluto vogliamo rievocare L apocalisse beh un buon psichiatra potrà aiutarvi