Ha colpito la nostra attenzione il caso denunciato a Gravina di Puglia laddove un padre esasperato si è incatenato alle porte del locale Municipio Esigiamo sicurezza per i nostri ragazzi». «Vogliamo la presenza delle forze dell’ordine».
Parte da queste richieste messe nero su bianco sui cartelli affissi ieri mattina ai cancelli del Municipio il racconto di un padre pronto a puntare il dito contro il «gruppo degli spacconi».
A supportarlo nella protesta anche altri genitori. Animo rosso fuoco, quel papà ha affidato alle catene il suo senso di rabbia mista a insofferenza, chiedendo di incontrare il primo cittadino.
La vicenda parte da lontano. Prima, qualche mese fa, sua figlia 17enne era stata vittima di un gruppo di giovani teppisti, finendo all’ospedale con una costola rotta; poi lo stesso genitore ha assistito personalmente ad altre risse, scatenate dal solito branco, tra cui quella dell’altro ieri sera, peraltro a quanto pare tutte per motivi futili.
E ora lo spettro che ossessiona le notti delle vittime ha la sagoma della paura. Paura di rincontrare quella baby gang.
Massima comprensione da parte del sindaco Alesio Valente.
«A questo genitore giustamente esasperato va la solidarietà mia e dell’amministrazione comunale. La sua battaglia, e non da ora, è la nostra. Ho subito contattato le forze dell’ordine per sollecitare nuovamente il potenziamento delle attività di prevenzione e repressione, specie all’interno del centro storico e un po’ ovunque. Ho inoltre invitato le vittime dell’ultima aggressione a sporgere immediatamente querela – rimarca -.
Insisteremo perché i controlli vengano intensificati, ma mi auguro che le famiglie facciano la loro parte seguendo sempre i propri figli e che nessuna omertà favorisca i responsabili di tali episodi: collaborazione e senso civico sono indispensabili per vincere quella che è una sfida di civiltà».
Intanto il papà, con il comandante della Polizia locale Nicola Cicolecchia, si è recato in commissariato per presentare denuncia e così far avviare le indagini per individuare i responsabili degli atti di violenza.