Che contro papa Francesco non ci sia mai stato sostegno unanime, si era capito sin da subito. Molti i contrasti tra le alte cariche vaticane, accuse di voler cambiare la teologia tradizionale, troppo impegno per le cause ambientaliste e quelle dei migranti. Ma che si arrivi a parlare di complotto in atto è una accusa che inquieta parecchio. A dirlo è stato il cardinale Walter Kasper, ex responsabile dei rapporti ecumenici, uno dei grandi elettori di Bergoglio nel 2013, teologo e profondo conoscitore del Vaticano e attualmente presidente emerito del Concilio Pontificio per la promozione dell’unità fra i cristiani, nel corso di una intervista alla televisione tedesca nel programma Report Munchen.
“Ci sono persone che semplicemente non amano questo pontificato. Vogliono che finisca il prima possibile per avere quindi, per così dire, un nuovo conclave. Vogliono anche che vada in loro favore, che abbia un risultato che si adatti alle loro idee” ha detto. Come si sa tempo fa l’ex nunzio a Washington, Carlo Maria Vigano, aveva chiesto ufficialmente le dimissioni di Francesco, accusando il papa di aver coperto casi di pedofilia negli Stati Uniti. Nel corso dello stesso programma è stata trasmessa una intervista anche con il cardinale americano Raymond Burke (uno dei quattro prelati che scrisse la lettera di “dubbia”) e una a una vittima di pedofilia, la donna irlandese Marie Collins. Tutta questa serie di scandali di abusi su minori avvenuti in America, secondo Kasper, si cerca di addossarli al papa: si sta cercando di trasformare la discussione in atto sugli abusi, dice, “in una discussione su papa Francesco, un abuso di un abuso”.
Parlando ancora con l’emittente il prelato sostiene che i nemici del Papa stanno usando una strategia “inappropriata” per trasformare il dibattito sugli abusi sessuali in seno alla Chiesa cattolica “in un dibattito su Papa Francesco”, cosa che rappresenta “un abuso degli abusi”. “Questo distoglie l’attenzione dal problema reale e questa è la parte più negativa” conclude Kasper sottolineando che questa strategia “ci distoglie” dal concentrarci sulle questioni più importanti come lo sviluppo di “mezzi di prevenzione” migliori per proteggere i minori dagli abusi.
Dal web, di Antonio Gentile