A cura di GIUSEPPINA PAPA (di Ceccano / in provincia di Frosinone)
giuseppina.papa@dconline.info * cell. 328-9447022 *
Segretaria provinciale del Movimento Femminile e per le Pari Opportunità della Democrazia Cristiana della provincia di Frosinone
Segretario regionale del Dipartimento per la Tutela del Cittadino e per i Diritti Umani della Democrazia Cristiana della regione Lazio
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
< GIUSEPPINA PAPA (DEMOCRAZIA CRISTIANA): DONNE AL BIVIO – 25 NOVEMBRE E OLTRE ! >
Anche quest’anno, a fronte dei numerosi femminicidi registrati dall’inizio del 2023 (oltre cento…) si evince che il problema della violenza contro le donne, comprendente tutta una serie di reati, tra cui maltrattamenti fisici e psicologici, abusi e persecuzioni di vario tipo, spesso antecedenti al reato estremo dell’omicidio, è ancora una grave realtà !
Sebbene le statistiche dicano che il fenomeno del femminicidio in Italia sia meno ricorrente rispetto ad altri Paesi, anche evoluti, segno che comunque molto lavoro è stato fatto nella direzione della deterrenza di questo reato, si sta sempre più radicando, giustamente, nell’intera società italiana, la convinzione che questa orribile piaga debba trovare al più presto una ferma e certa risposta da parte di tutte le istituzioni.
Significativo, in questo senso, è anche l’ultimo contributo normativo cioè l’approvazione in data 22 novembre 2023 del disegno di legge n.923 contro la violenza sulle donne e la violenza domestica.
Ispirato alla “Convenzione di Istanbul”, esso prende in considerazione, per questo genere di situazioni, i cosiddetti “reati spia”, l’uso del braccialetto elettronico e la possibilità dell’arresto in “flagranza differita”.
In esso, altre novità sono anche la possibilità della “vigilanza dinamica”, ossia il controllo continuativo e in forma mobile da parte di autopattuglie presso le abitazioni e i luoghi di frequentazione della vittima e la definizione della “violenza assistita”, ossia la violenza commessa in presenza di minori.
Tuttavia diventa sempre più chiaro che prima di qualsiasi altra cosa la soluzione a questa grave piaga sia innanzitutto un percorso di ridefinizione e valorizzazione del valore della donna che deve coinvolgere tutti gli ambiti ed in particolare quello culturale, educativo (in primis in seno alla stessa famiglia) e si potrebbe dire anche spirituale.
Purtroppo il lungo e travagliato processo di emancipazione delle donne presenta ancora dei punti irrisolti.
A tutt’oggi si può facilmente verificare che il peso di condizionamenti e visioni schematiche e restrittive sul loro ruolo e valore ne fanno ancora l’oggetto di concezioni distorte e possessive da parte di alcuni tipi di uomini( non di tutti e non è giusto in questo senso generalizzare) con terribili conseguenze esistenziali per esse.
Ciò che invece dev’essere favorita è la comprensione e la diffusione di una verità basilare: gli uomini e le donne prim’ancora che persone e cittadini sono creature di Dio create “uguali e diverse” nello stesso tempo; uguali nel valore e nella dignità, diverse nei ruoli e nelle caratteristiche di base.
Un binomio perfetto in cui l’uno viene a completarsi e a valorizzarsi nell’incontro con l’altro e in cui nessuno deve sentirsi in diritto di prevaricare, mortificare, violentare ma, al contrario, in cui risulta chiaro che bisogna rispettarsi e arricchirsi delle reciproche particolarità.
A conclusione di questa breve disamina, una riflessione sulle parole espresse dal pontefice S. Giovanni Paolo II nella “Lettera alle donne” del 1995, in cui a fronte di tutte le varie discriminazioni, gli abusi e le violenze subite dalle donne Egli scriveva:
”Siamo purtroppo eredi di una storia di enormi condizionamenti che in tutti i tempi e in ogni latitudine, hanno reso difficile il cammino della donna, misconosciuta nella sua dignità, traviata nelle sue prerogative, non di rado emarginata e persino ridotta in schiavitù: ciò le ha impedito di essere fino in fondo se stessa, ed ha impoverito l’intera umanità di autentiche ricchezze spirituali.”…
Sono convinto che il segreto per percorrere speditamente la strada del perfetto rispetto dell’identità femminile non passi solo per la denuncia, pur necessaria, delle discriminazioni e delle ingiustizie, ma anche e soprattutto per un fattivo quanto illuminato progetto di promozione che riguardi tutti gli ambiti della vita femminile, a partire da una rinnovata e universale presa di coscienza della dignità della donna”.
Dignità pertanto significa in questo contesto, che al pari della sua controparte maschile, la donna merita, tra le altre cose, amore vero, rispetto, sostegno e valorizzazione nei suoi progetti di vita, così come riconoscimento della sua insostituibile originalità.
La sua limitazione, mortificazione, la violenza, l’annientamento del suo essere, in nome di un sentimento perverso, egoistico e crudele merita quindi solo condanna unanime.
In conseguenza qualsiasi cosiddetto “amore” che si macchi di questi abomini non può in alcun modo definirsi tale e non deve trovare alcuna giustificazione.