Si prevedono 483 no alla Camera e 246 al Senato.
di ANTONIO GENTILE
Si profila, quindi, un ritorno anticipato alle urne dopo l’estate, come previsto dallo stesso Cottarelli dopo il faccia a faccia con il Capo dello Stato.
Vediamo quali sono le forze in campo, tra favorevoli e contrarie alla fiducia. I voti a favore certi sono 111 voti alla Camera (da parte del Pd), mentre quelli contrari sono 483 (ben 167 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta di 316 deputati). Hanno annunciato il loro no a Cottarelli la Lega (124 deputati), il Movimento 5 stelle (222), Fratelli d’Italia (32) e Forza Italia (105). Liberi e Uguali (14 deputati) deciderà il da farsi nel pomeriggio, ma Stefano Fassina ha già precisato che voterà contro. Quanto al gruppo Misto, sarà da capire come si comporteranno le diverse componenti, anche se i 21 deputati che lo compongono non sposteranno l’ago della bilancia, vista la maggioranza ampia e massiccia contraria alla nascita dell’esecutivo Cottarelli.
La situazione non cambia al Senato: sulla carta sono 246 i voti contrari alla fiducia, quindi 85 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta di 161, a fronte dei soli 52 sì del Pd. Nel dettaglio, stando alle dichiarazioni ufficiali dei partiti, voteranno no 109 senatori del M5S, 58 della Lega, 61 di Forza Italia e 18 di Fratelli d’Italia. Da capire come si orienterà il gruppo delle Autonomie, composto da 8 senatori, e il gruppo Misto, che conta 12 senatori. ma come alla Camera, anche a palazzo Madama si tratta di numeri che non sposterebbero l’ago della bilancia a favore del governo qualora dovessero decidere di votare la fiducia.
Cottarelli, già commissario alla spendingreview, conta di presentare in tempi “molto stretti” la lista ministri al capo dello Stato, e ha detto che si presenterà in Parlamento “con un programma che porti il Paese a nuove elezioni” all’inizio del 2019, dopo aver approvato la legge di Bilancio.
Se invece il governo non avrà la fiducia, si dimetterà subito e organizzerà il voto dopo agosto, quindi prevedibilmente in autunno.
Cottarelli ha affermato:“Un governo da me guidato assicurerebbe una gestione prudente dei conti pubblici”, ha detto ancora il premier incaricato, che ha definito “essenziale” il dialogo con l’Unione Europea e la permanenza nell’euro. Cottarelli infine, ha ricordato che negli ultimi giorni lo spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi è salito, ma ha aggiunto che l’economia italiana è ancora in crescita e i conti pubblici restano cotto controllo”. Subito dopo il suo annuncio, lo spread sui Bund a 10 anni è sceso a 220 punti dai massimi di dicembre 2013 a 234 punti.
Ma le prime sfide saranno per Cottarelli tutte in salita, Il suo compito, accantonate le follie del governo giallo-verde abortito ieri, non si presenta comunque facile. Prima di affrontare la legge di Bilancio, che andrà presentata ad ottobre, bisognerà inviare a Bruxelles uno schema aggiornato del Def ed eventualmente indicare come l’Italia intende disinnescare le clausole di salvaguardia per evitare il salasso da 12,4 miliardi sul prelievo Iva che scatterebbe l’anno prossimo. E poi c’è il dossier Ilva da condurre in porto, la cessione Alitalia ed importanti vertici internazionali in cui far sentire la voce dell’Italia, il tutto in un clima politico che non si annuncia per nulla facile.
Tra i nomi dei possibili ministri del governo Cottarelli ci sarebbero personaggi di peso come il giurista Alessandro Pajno, presidente del Consiglio di Stato, che ha già lavorato nei governi Prodi e D’Alema.Governò la squadra di Cottarelli: nel toto ministri Severino, Cantone, Tronca e Pajno•
L’impicciament è stato fatto, da un presidente della repubblica che di fronte ad una Magistratura insultata, svilita, offesa tutti i giorni e da anni dalla politica, bacchetta i Magistrati accusandoli di troppo protagonismo anziché una politica che, se fosse meno disonesta, anzi per niente, coi Magistrati non dovrebbe avere niente a che fare ma al contrario lavorerebbe a braccetto con loro per restituire a questo paese un minimo di dignità e di senso dello stato, non l’avrebbe trasformato, invece, in uno stato di parte .
Una cosa è certa ed è il punto di vista della Democrazia Cristiana che senza mezzi termini definisce la questione attuale del governo incostituente e si dissocia totalmente da chi è in accordo con le prese di posizione di Mattarella, la DC è pronta ad andare alle urne con una componente a sorpresa fatta dalla Federazione Dc, con la consapevolezza di fare il pienone e raccogliere tutti i voti dei Democristiani storici e di tutti i moderati di centro, sicuramente voti importanti per dare alla componente del centro destra il valore aggiunto per poter finalmente governare senza “inpicciament”.
di ANTONIO GENTILE