Il documentario ci guida tra Parigi, New York, l’Olanda e la Germania raccogliendo testimonianze dirette sulle storie che prendono il via da quattro grandi esposizioni che in questi ultimi mesi hanno fatto il punto sull’arte trafugata, tra protagonisti di quegli anni, ultime restituzioni e preziosi materiali d’archivio.
Si parte da “21 rue La Boétie”, la mostra parigina nata dalla volontà di esporre parte di un prezioso patrimonio recuperato, la collezione di Paul Rosenberg, uno dei più grandi collezionisti e mercanti d’arte di inizio ‘900, con quadri da Picasso a Matisse; e si passa a “Looted Art”, alla mostra di Deventer, in Olanda, che espone i quadri provenienti dai depositi statali olandesi e dalle collezioni razziate dai nazisti; si esplora poi “Dossier Gurlitt”, la doppia esposizione di Berna e Bonn che per la prima volta espone la collezione segreta di Cornelius Gurlitt, figlio di uno dei collezionisti e mercanti d’arte che collaborarono coi nazisti, fermato per caso dalla polizia doganale su un treno per Monaco nel 2010.
Tra le tele della collezione trafugata capolavori di Chagall, Monet, Picasso e Matisse. Tra i protagonisti del film anche Simon Goodman (che in scatoloni pieni di vecchie carte e documenti ha scoperto la storia della sua famiglia e della sua magnifica collezione d’arte, che comprendeva opere di Degas, Renoir, Botticelli, nonché il cinquecentesco “Orologio di Orfeo”. Larga parte della collezione era finita nelle mani di Hitler e Goering), Edgar Feuchtwanger (che nel 1929 fu il vicino di casa di Adolph Hitler, qualche anno prima che suo padre fosse deportato a Dachau, mentre dalla loro casa venivano sottratti mobili e libri preziosi) e Tom Selldorff (che è riuscito a recuperare quattordici opere appartenute alla sua famiglia cui furono sottratte negli anni ’30).
Trovano inoltre spazio gli autorevoli interventi di Pierre Assouline, giornalista e scrittore, Jean-Marc Dreyfus, storico e autore del libro “Il Catalogo di Goering”, Timothy Garton Ash, storico, Berthold Hinz, storico dell’arte, Meike Hoffmann, esperta di arte degenerata e della vicenda Gurlitt, autrice principale della biografia di Hildebrand Gurlitt “Il mercante d’arte di Hitler”, Eva Kleeman e Daaf Ledeboer, storici dell’arte e ideatori della mostra “Looted Art” di Deventer, Markus Krischer, giornalista di Focus che ha seguito l’inchiesta su Cornelius Gurlitt, Agnieszka Lulińska, storica dell’arte e co-curatrice della mostra su Gurlitt a Bonn, Bernhard Maaz, direttore generale delle Bayerische Gemäldesammlungen, Christopher A. Marinello, mediatore nel recupero di opere d’arte, Art Recovery International, Inge Reist, direttrice del Frick Collection’s Center for the History of Collecting presso la Frick Art Reference Library, New York, Elizabeth Royer, gallerista parigina, esperta di restituzioni, Marei e Charlene von Saher, eredi del gallerista Jacques Goudstikker, Cynthia Saltzmann, storica dell’arte e autrice del libro “Ritratto del dottor Gachet. Storia e avventure del capolavoro di Van Gogh”, Tom Selldorff, erede, Christina Thomson, storica dell’arte e co-curatrice della mostra su Rudolph Belling, Anne Webber, cofondatrice e condirettrice Commition for Looted Art in Europe, Rein Wolfs, a guida della Bundeskunsthalle di Bonn e co-curatore della mostra su Gurlitt a Bonn, Nina Zimmer, direttrice del Kunstmuseum Bern – Zentrum Paul Klee e co-curatrice della mostra su Gurlitt a Berna.
La critica dice: “Coi suoi risvolti di requisizioni e restituzioni – non sempre ai titolari pre-bellici – avvenute tra 1939 e 1945 il mercato internazionale dell’arte è il tema del documentario ‘Hitler contro Picasso egli altri. L’ossessione nazista per l’arte’. (…) Documentario di memoria, esso sostiene le tesi degli eredi dei mercanti (come Jacques Goudstikker) o collezionisti (come i Rothschild di Francia) di ieri contro quelle dei detentori di oggi, per lo più istituzioni pubbliche. (…) Nonostante il titolo del documentario, Pablo Picasso vi è presente quasi solo attraverso il gallerista e mercante Paul Rosenberg (nessuna parentela con Alfred). Se Hitler fosse stato davvero contro Picasso, ci si dovrebbe chiedere perché, nella Parigi tedesca 1940-44, Picasso abbia vissuto indisturbato, da cittadino neutrale, e ricevuto talora a casa il capitano dell’esercito tedesco Ernst Juenger, che lo racconta nei Diari.” (Maurizio Cabona, ‘Il Messaggero’, 10 marzo 2018).
Dal web, di Antonio Gentile