A cura di Dott. Alessio Piccirillo (Roma)
alessio.piccirillo@dconline.info
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
< I 100 ANNI DE “IL POPOLO”: DA VOCE CATTOLICA ANTIFASCISTA A RICHIAMO POLITICO PER UN NUOVO CENTRO ! >
Fra all’incirca un mese la nostra testata politica “IL POPOLO” taglierà il traguardo dei primi 100 anni di vita.
Ed era infatti proprio il 5 aprile del 1923 che, a Roma, il nostro giornale vide la luce ad opera del suo primo direttore, Giuseppe Donati.
Quindi tra il 1924 ed il 1925 – in una Roma che si apprestava a vivere uno dei periodi più drammatici della sua storia – la testata divenne organo del Partito Popolare Italiano fino a quando – causa i decorsi politici del tempo – le venne impedito di continuare le sue pubblicazioni.
Pubblicazioni che ripresero – in forma clandestina – nell’ottobre del 1943, fino alla liberazione di Roma, con l’arrivo degli americani nella capitale, il 4 giugno del ’44 quando, riprendendo la sua forma pubblica, divenne l’organo della neonata Democrazia Cristiana.
E da li ai giorni nostri – con un ricambio generazionale di direttori, alcuni dei quali di grande fama (come il noto Statista Aldo Moro) – seguì le vicende del partito dello Scudo Crociato fino ai fatti che misero fine alla prima Repubblica ed anche oltre, nel periodo della cosiddetta < Resistenza democristiana >..
Sin qui, riassunti, i principali punti che hanno contraddistinto la storia della nostra cara testata.
Riassunti perché parlare de “IL POPOLO” all’interno de “IL POPOLO” non è certo cosa facile, in quanto se si dovessero descrivere tutte le vicissitudini storiche del giornale con dovizia di particolari si dovrebbe davvero scrivere un libro.
In questa sede, invece – rendendo omaggio alla testata stessa, ed al suo nome – si vuole rilanciare il giornale stesso e tutto quello che ha rappresentato – una voce a favore della libertà quindi, e non solo durante il secondo conflitto, ma anche dopo, in piena guerra fredda – in un secolo di storia.
Secolo che ha visto, specie nell’ultimo trentennio, la sparizione del famoso “centro” politico puro – e la sua conseguente diaspora verso derive di destra o sinistra – a favore di un nuovo modo di concepire e fare politica, cui ha corrisposto, purtroppo, anche un’esponenziale disinteresse per la politica stessa.
E questo specie da parte dei giovani – vera forza futura di questo paese – delusi e insoddisfatti dalla società dai suoi rappresentanti.
Nonostante quanto sopra descritto, comunque, da più parti – compresi quelli vaticani – c’è chi spera in un ritorno alle origini, alla rinascita di un partito che sia davvero l’espressione dei valori cristiani al centro, un centro forte, unito e non disgregato in piccole signorie o locali potentati, come vuole qualcuno a cui fa certamente comodo l’attuale assetto politico e che non vedrebbe certo di buon occhio eventuali “reunion”.
Ora, l’obbiettivo di questo “nuovo” corso della Democrazia Cristiana – che poi nuovo non è perchè tende a rifarsi ai concetti base dei primordi del partito, della politica, cioè, in ambito popolare in senso stretto, con la gente e tra la gente – appare non facile ma, tant’è, le cose facili o non sono mai esistite, oppure non hanno mai avuto gran peso.
E invece qui bisogna puntare forte, bisogna puntare in alto, bisogna osare perchè solo chi osa – in mezzo ad una miriade di ostacoli – alla fine, vince.
Alessio Piccirillo
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Grazie Alessio. E’ il primo passo di una lunga serie
👍🏻
Andremo con forza il nostro simbolo