I BUGIARDI CERCANO ROVINARTI LA VITA

 

Mitomania: quando dire bugie è una malattia

Dire bugie è una malattia?

Dire bugiè può essere una malattia.

Il primo a parlare di mitomania, all’inizio del ‘900, fu il dottor Ernest Dupré. Secondo lo studioso il bugiardo patologico utilizza le bugie, solitamente piuttosto credibili, per sembrare più interessante agli occhi altri. Spesso si tratta di persone che hanno voglia di vivere una vita che non possono permettersi o che non hanno il coraggio di avere.

L’obiettivo principale non è quello di imbrogliare gli altri ma quello di deformare la realtà a proprio piacimento. Per questo, mentono in maniera compulsiva per mostrare agli altri di avere una vita emozionante, di aver vissuto esperienze incredibili e avventurose o, in ogni caso, di avere una vita migliore di quella che hanno. La definizione di mitomane è infatti proprio questa: creare una realtà fittizia, dando adito alle proprie menzogne, e cercando di imporre questa visione agli altri, e nella maggior parte dei casi anche a sé stessi.

Se quando mentiamo nella maggior parte dei casi siamo coscienti delle nostre bugie, per chi soffre di mitomania il confine fra bugia e realtà diventa piuttosto labile.

Spesso, queste persone credono alle storie inventate che raccontano e non riescono ad affrontare la realtà. Per questo, continuano a portare avanti le proprie bugie e a non ritornare mai indietro sui suoi passi, creando un circolo vizioso. Si tratta di una vera e propria dipendenza dalle menzogne che si retroalimenta.

Il significato di mitomane, derivante dal francese, è appunto un inventore di miti. Non sono ancora chiare le cause della mitomania. Secondo gli studiosi potrebbe trattarsi di persone con un’autostima molto bassa o che hanno subito traumi durante la loro vita. Sarebbe una sorta di meccanismo di difesa che tende a rimuovere le esperienze negative e a creare un passato e un presente diverso.

Autore Franco Capanna editorialista