Le fonti informative al giorno d’oggi: possiamo considerarle sempre veritiere?
di ALESSANDRO BARSANTI
Al giorno d’oggi, grazie a una numerosa presenza di fonti digitali, le informazioni che riguardano il mondo in cui viviamo possono essere facilmente reperibili, rendendoci partecipi della maggior parte degli avvenimenti che accadono tutti i giorni.
Internet, giornali e televisioni sono alcuni tra i mezzi che riescono a informare le persone su argomenti e fatti di ogni tipo in un lasso di tempo molto breve, anche grazie allo sviluppo di nuove tecnologie come smartphone e computer, che permettono sempre di più la rapida diffusione di informazioni.
Ma le fonti a cui si attinge possono essere ritenute sempre oggettive e veritiere? Gran parte delle fonti sono sicuramente veritiere, ma l’oggettività viene spesso a mancare.
Come esempio evidente possono essere prese in considerazione le tre principali televisioni presenti in Italia: Rai, Mediaset e La7. La7 è, a livello politico, marcatamente di sinistra insieme alla RAI, che a differenza della prima emittente televisiva cerca di nasconderlo non riuscendoci. Infine è presente Mediaset, marcatamente di destra.
Potrei stupirmi se Giovanna Botteri, inviata RAI in America, riportasse notizie reali su Trump invece di demonizzarlo o se Belpietro, direttore del quotidiano “La verità” e conduttore televisivo Mediaset, parlasse di immigrazione attraverso numeri reali e in modo oggettivo.
E’ quindi evidente che la manipolazione di informazioni avviene in continuità e allo stesso tempo chi riceve questo tipo di notizie deve essere consapevole delle avvenute “manomissioni”.
Ogni fonte deve essere presa singolarmente e analizzata minuziosamente per poter trarre delle conclusioni plausibili. In tutto questo deve sicuramente essere rispettata la libertà di stampa e di pensiero, che sono principi fondamentali da applicare in campo televisivo e giornalistico; ma per garantire un’integrazione tra un certo pluralismo e la veridicità delle fonti non bisognerebbe alterare un’informazione attraverso un uso improprio del pensiero soggettivo, come spesso purtroppo accade su molti quotidiani pubblicati in Italia e in tutto il mondo.
Questi principi appena citati andrebbero rispettati poichè ogni singola persona ha il diritto illimitato di essere informata riguardo fatti che accadono in una realtà dove siamo tutti partecipi. Ma l’informazione non è solo un diritto illimitato fruibile dal singolo o da un certo tipo di comunità. Informarsi è anche un dovere.
Se una emittente televisiva o una testata giornalistica divulgano una notizia, è dovere del cittadino informarsi per venire a conoscenza di argomenti, fatti ed eventi dei quali potrà successivamente discutere essendosi formato una base solida sulla quale argomentare.
Le nuove generazioni tendono a essere sempre meno consapevoli di tutto ciò, soffermandosi sempre al sentito dire o su “flash news” lette su internet senza un minimo approfondimento.
Bisognerebbe quindi informare a propria volta i giovani, che rischiano di rimanere “vittime” di queste manipolazioni attuate dai mass media e che ostacolano purtroppo la formazione di un pensiero critico.
Esse tentano invece di creare un pensiero di massa, approfittando dell’inconsapevolezza e della superficialità di questo nuovo modello di società.
ALESSANDRO BARSANTI – MILANO