www.ilpopolo.news * di LUCIA ARTIERI *
I “Madonnari” degli Amici del Palco sono tornati. La bellezza dell’arte itinerante è di scena a Taurianova (in provincia di Reggio Calabria).
Confermando così di essere l’evento principe delle manifestazioni culturali della città, nonchè la punta di diamante del programma estivo, con la positiva collaborazione dell’Amministrazione comunale ed in particolare dall’Assessore alla cultura Luigi “Anita” Mamone (perché i Madonnari sono Cultura).
I Madonnari italiani portano avanti un’antica forma d’arte la cui origine risale al XVI secolo.
Stiamo parlando di artisti itineranti che viaggiavano in tutto il Paese, lavoravano sui numerosi monumenti costruiti nel periodo del Rinascimento e, con la loro visione artistica, aiutavano i costruttori a immaginare i progetti degli architetti disegnando incisioni o intere facciate a terra proprio a tal fine. Quando poi il lavoro veniva completato, dovevano trovare un altro modo per guadagnarsi da vivere e molto spesso ricreavano i dipinti delle chiese sui marciapiedi raffigurando, per la maggior parte dei casi, uno dei soggetti preferiti dell’epoca: la Madonna. Da qui il nome “Madonnari”.
Questi artisti itineranti si spostavano da una provincia e da una città all’altra secondo il calendario delle festività locali. Unendosi ai festeggiamenti, infatti, riuscivano a guadagnarsi da vivere grazie alle persone che si fermavano a osservarli e che gettavano qualche moneta se il lavoro dell’artista era di loro gradimento.
Sono stati molti gli artisti popolari che riproducevano semplici immagini con materiali grezzi come piastrelle, carbone e gesso e che però, data la natura transitoria del loro lavoro, sono rimasti per secoli nell’anonimato e vengono ricordati insieme come Madonnari. Altri invece, come El Greco, sono diventati dei veri e propri nomi simbolo del Rinascimento.
Tuttavia, questa forma d’arte è stata esportata anche al di fuori dei confini italiani e assorbita, poi, nelle diverse culture.
Difatti, le origini della moderna pittura di strada possono essere ricondotte alla Gran Bretagna, i cui artisti invadevano le strade di tutto il Regno Unito già nel 1890. Si è stimato, inoltre, che più di 500 artisti londinesi vivevano esclusivamente di arte sui marciapiedi, lavorando a tempo pieno. La prima competizione e il primo “festival” di pittura sui marciapiedi si è tenuto proprio a Londra nel 1906.
In Italia invece, la prima competizione internazionale di pittura su strada si è tenuta nel 1972 a Grazie di Curtatone, in provincia di Mantova, come parte integrante della festa che celebra l’Assunzione e che vede le strade della città pervase dei festeggiamenti.
Oggi la festa è nota come la “Fiera delle Grazie”, si svolge intorno al 15 agosto, giorno dell’Assunzione della Vergine e dura per quattro giorni. La pittura di strada e i festival che celebrano tale arte sono stati esportati anche oltre oceano. Tra gli eventi più noti ricordiamo quello di Santa Barbara in California, quello di Lake Worth in Florida e il Festival Bella Via di Monterrey in Messico.
Le definizioni, “intenso e vario”, e che consente “momenti di aggregazione piacevoli e godibili”, e aggiungo, soprattutto gratuiti, è favorito soprattutto dall’evento della tre giorni (3, 4 e 5 agosto), dei Madonnari degli Amici del Palco, e solo da loro con i loro immensi sacrifici insieme alla passione di porre in essere un evento straordinario che è sotto gli occhi di tutti.
Le differenze e la qualità vige nei particolari, nella fatica, in quel sudore che scolpisce i visi stanchi e la polvere che sale incurante nei loro sforzi. La paura e l’ansia di partorire qualcosa che darà tre giorni di “sollievo” culturale, violentando quella “quiete cimiteriale” che impera nelle serate estive di questa città, mentre altre realtà della Piana godono di movida e divertimenti partecipative.
La tre giorni dei Madonnari è un evento di miracolose attitudini culturali, tra luci magiche che illuminano i palazzi, artisti che viaggiano per il mondo ed essere come lo specchio di Shaw, la strada, gli angoli di una città, e che osservando in quegli istanti il loro viso, creano opere d’arte per guardare la propria anima.
Oltre quaranta Madonnari che hanno inebriato il corso principale della città di disegni rinascimentali che rappresentano la Madonna, la figura di Maria (e non di Nino il Moro, seppur anch’esso “rinascimentale”). La capacità di un gessetto capace di fare magie che disegna arcobaleni di emozioni.
I Madonnari arrivano da ogni parte del mondo, non solo italiani anche vietnamiti, due nigeriani che hanno avuto un permesso per essere presenti, c’è la messicana che ha vinto il titolo maestro madonnaro del Festival Bellavia Moterey in Messico con un premio in denaro per essere presente nel concorso taurianovese. Ci sono giapponesi, bulgari, egiziani e altri ancora. C’è un fuori concorso, oltre a Graziano Tomarchio che riprende l’evento ma non disegna, c’è un fuoriclasse come Vito Mercurio che sta realizzando un’opera in 4D di straordinaria bellezza.
E poi, musica, cabaret, divertimenti per far sì che tutto ciò si trasformi in lietezza e fierezza di stare insieme con approfondimenti culturali dell’anima, condizione molto rara in un mondo invaso dalla tecnologia patologica e da “rimasugli di cittadinanza”. Madonnari che lavorano con le mani e la testa, ovvero quegli artisti che rispecchiano il pensiero del poverello di Assisi.
Nella tre giorni dei Madonnari, si può uscire per godere della bellezza di una spensierata passeggiata (gratuita diciannovemila volte di più). L’arte è quella sensazione che inebria irrazionalmente l’anima, quell’attimo che invade la curiosità attraverso gli occhi. Che restando involontariamente ammaliati dall’immenso riflesso artistico, come fosse un canto delle sirene, si trasformano in corrieri dell’anima.
Questi sono i Madonnari, questi sono le passioni che gli Amici del Palco con umiltà e impegno hanno cercato di trasmettere grazie ai veri protagonisti delle tre serate, loro, i Madonnari.
Lucia Artieri