A cura di Andrea Petricca (L’Aquila) * andrea.petricca@dconline.info * 374-9929655 * Segretario provinciale del Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana de l’Aquila.
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< I miei ricordi sul Maestro Ezio Bosso >
(prima parte)
La scomparsa del Maestro Ezio Bosso, avvenuta nei giorni scorsi, è stata per me uno scioccante colpo al cuore e all’anima.
Ezio Bosso è stato un autentico esempio per tutto il mondo. Un uomo e un musicista immenso che, con professionalità esemplare, ha sempre lottato e creato per la vita, l’arte e la bellezza.
Il Maestro diceva sempre che nella Musica ogni problema diventa opportunità, così come aveva sottolineato nel suo straordinario discorso al Parlamento Europeo.
Ed infatti, dal 2011, lui stesso ha scelto di fare della sua malattia una straordinaria missione di vita attraverso la musica, offrendo e donando bellezza di qualità a chiunque avesse voluto ascoltare.
Nell’agosto 2019 ho avuto il privilegio di conoscere e di suonare con Ezio Bosso come primo violino nell’Orchestra Filarmonica di Benevento.
È stata un’esperienza che mi ha notevolmente cambiato non solo dal punto di vista musicale e professionale, ma anche di vita, di spirito, di personalità e di trascendenza.
Ezio Bosso mi ha donato una grande energia, per una Musica rinnovata, per una coscienza più consapevole e la pura capacità di commuoversi come un bambino di fronte alla bellezza.
Durante le prove, Ezio Bosso dava il suo massimo esattamente come faceva nei suoi concerti.
Ci guidava e si faceva guidare dalla Musica. Nell’orchestra eravamo tutti giovani musicisti, ma lui ci ha sempre trattato, nonostante avessimo ancora molto da perfezionare, alla pari di grandi professionisti, come fossimo la sua orchestra. La sua umiltà e la sua grandezza si potevano scorgere anche dall’ironia e dal sottile umorismo con cui desiderava entrare in confidenza con tutti noi.
Nel programma del concerto che avremmo eseguito c’era la Sinfonia n. 2 da lui composta, la Quinta di Beethoven ed il Boléro di Ravel.
Come nel programma televisivo da lui ideato e condotto “Che storia è la musica”, Ezio Bosso ci accompagnava ogni giorno per mano alla scoperta della musica che avremmo suonato e dei compositori con una semplicità e una profondità che riusciva a penetrare nelle nostre coscienze facendoci ricercare sempre e comunque il vero senso della musica.
Diceva infatti che “è buffo che la musica dei grandi compositori del passato viva attraverso di noi e che noi viviamo allo stesso tempo attraverso di loro; noi musicisti ci trasfiguriamo nella musica e nell’anima del compositore”.
Il Maestro ci ricordava anche che, oltre allo straziante degrado culturale che sta rendendo la musica colta in Italia agonizzante (il suo ultimo desiderio era infatti quello di portare l’insegnamento della musica anche nelle scuole dell’infanzia), spesso sono i musicisti stessi che si dimenticano di commuoversi umilmente di fronte alla loro musica, così presi dalla feroce competizione, dall’egocentrismo e dal narcisismo.
Il senso della musica per Ezio Bosso, come quello della vita, è quello di donarsi sempre all’altro.
“In orchestra”, ci diceva, “non è più bravo chi suona più forte degli altri, ma chi sa ascoltare gli altri. E ogni orchestrale deve donarsi al suo compagno per creare qualcosa di superiore”.
Ci diceva di suonare ogni nota come fosse la prima e l’ultima della nostra vita e di dare sempre e comunque il meglio di noi stessi, dicendo ironicamente: “se lo posso fare io che non sono proprio il ritratto della salute, potete farlo anche voi”.
A cura di Andrea Petricca (L’Aquila) * andrea.petricca@dconline.info * 374-9929655 * Segretario provinciale del Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana de l’Aquila.
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