Con 100 storie di produttori che firmano altrettante etichette non oltre i 15 euro. E la classifica dei 100 migliori vini d’Italia secondo il palato del super sommelier Luca Gardini. Una guida oltre le mode. Oltre l’altalena del gusto che, secondo la catalogazione del guru del vino naturale Sandro Sangiorgi, aveva convinto il mondo al bere spensierato e semplice negli anni Ottanta, denso e concentrato negli anni Novanta e infine con leggerezza (alcolica) negli anni Duemila.
Stefano Antonucci
Le spinte della moda sono, per necessità dello stesso mercato, passeggere. Ci sono invece valori che restano saldi, punti di riferimento per i consumatori. E proprio su quei valori è concentrata la guida 2019: il rapporto qualità-prezzo e l’autenticità. La prima parte della guida è dedicata al racconto di un drappello di vignaioli, cento, scelti per la storia personale e aziendale e per la capacità di offrire vini a prezzi non stellari.
Proprietari di cantine importanti e piccoli vignaioli poco sconosciuti, star della tv e dello spettacolo come Joe Bastianich e Michele Placido (e in un caso anche della politica, Renato Brunetta, neo imprenditore del vino alle porte di Roma) assieme ad artigiani della vigna che si dedicano a pochi ettari di terra. Come i cugini Mario ed Elena Danesi, cultori del Marzemino nel bresciano Monte Netto. O Marco e Stefano Pisoni, e il loro Reboro che rinasce dalle Dolomiti dopo l’invenzione di un enologo del secolo scorso. Donne toste come Elisabetta Fagiuoli di Montenidoli, Ondine de la Feld di Tenuta Tavignano e Cristina Kettlitz che ha riscoperto nel Castello di Grumello l’autoctono Merera. O vignaioli che sembrano intellettuali (Riccardo Lepri di Montauto) o cultori di filosofia socratica (Walter Massa).
Willi Schaefer
L’obiettivo è far scoprire eccellenti bottiglie (e le storie che stanno dietro alle etichette) di vini che forse non saranno mai battuti all’asta da Sotheby’s ma che racchiudono luce e bevibilità, ricchezza di gusto e riferimenti marcati alla terra di provenienza. In qualche caso sono stati confermati produttori già conosciuti nelle precedenti edizioni della guida, in molti altri si tratta di esordi, di volti nuovi. È il frutto di un anno di assaggi e incontri.
Dietrich Ceolan
Lo stesso metodo è stato usato per la seconda parte della guida: altri cento vini, catalogati per il voto, i migliori sul mercato in questo momento. Solo un grande palato come Gardini può aiutare gli appassionati a diventare consumatori informati e consapevoli. Infine la guida contiene una sezione che l’anno scorso ha raccolto consensi ed è stata riproposta: una selezione di oli, birre e distillati. Anche in questo caso: oltre le mode.
Ecco i premi assegnati dalla guida edizione 2019.
Vignaiola dell’anno: Priscilla Incisa della Rocchetta, Tenuta San Guido. La donna del Sassicaia, la custode del mito del grande rosso, il più premiato dell’anno.
Vignaiolo della tradizione: Stefano Antonucci, Santa Barbara. Un ex impiegato di banca diventato un vulcanico spirito contemporaneo che interpreta al meglio il Verdicchio dei Castelli di Jesi.
Giovane vignaiolo: Dietrich Ceolan, Ceo. Enologo trentenne, i suoi vini altoatesini sono vitali e artigianali.
Vignaiolo straniero: Willi Schaefer. Il cultore del Riesling renano, a capo di una famiglia tra le più note nel mondo del vino tedesco
Come sempre la cultura del vino è sempre stata la più amata del mondo, anche perchè il detto antico non sbaglia mai, le cose più buone e genuine le ritroviamo in Venere , Bacco e Tabacco.
di Antonio Gentile