I Padri fondatori della Democrazia Cristiana: se ci fossero … cosa direbbero?

I Padri fondatori della Democrazia Cristiana: se ci fossero … cosa direbbero?

A cura di FERNANDO CIARROCCHI (Monteprandone / prov. Ascoli Piceno)

 fernando.ciarrocchi@dconline.info * Tel. 347-2577651

Vice-Segretario nazionale Vicario del Dipartimento “Sviluppo-Comunicazione-Marketing” della Democrazia Cristiana 

Vice-Direttore de “Il Popolo “ della Democrazia Cristiana

Coordinatore della redazione giornalistica de “Il Popolo” della Democrazia Cristiana

e di ANGELO SANDRI (Cervignano del Friuli / prov. di Udine) 

segreteria.nazionale@dconline.info * Cell. 342-1876463 *

Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana

Direttore Responsabile de IL POPOLO della Democrazia Cristiana

I Padri fondatori della Democrazia Cristiana: se ci fossero … cosa direbbero?

Chissà a quante persone almeno una volta è venuta in mente questa domanda < Se i nostri Padri fondatori e costituenti fossero ancora vivi e vedessero in che modo è ridotta l’Italia e il mondo, cosa direbbero ? >.

Sicuramente proverebbero tanto sconcerto, disorientamento e tanta tanta tristezza !

La prima cosa che direbbero “Abbiamo fatto tanto per redigere la migliore Carta Costituzionale del mondo e sono riusciti a disattenderla in oltre 70 anni di democrazia.

Trasformando così la convivenza civile in un “far west” in cui i diritti costituzionalmente garantiti vengono quasi sempre non osservati arrecando nocumento ai cittadini in particolar modo alle classi sociali più fragili.

A tal proposito è sotto gli occhi tutti il decadimento del Sistema Sanitario Nazionale per il quale tutta la Democrazia Cristiana profuse le sue migliori energie politiche e culturali grazie all’impegno di autorevoli personalità politiche quali il Presidente Aldo Moro e l’On.le Tina Anselmi primo Ministro donna della Repubblica Italiana.

Così ha trovato attuazione concreta il diritto alla salute, sancito dall’art. 32 della Costituzione a beneficio di tutti i cittadini: il diritto alle cure per tutti è effettivo costituendo una delle maggiori conquiste sociali della Repubblica Italiana.

Per quanto riguarda il Mondo attuale?

Lo scacchiere geopolitico mondiale? Cosa avrebbero potuto dire i nostri Padri Costituenti nelle loro conversazioni?

Probabilmente avrebbero fatto questa considerazione:

“Nelle innumerevoli sedute plenarie dei varie organi istituzionali e internazionali, svoltesi negli anni successivi ai due orrendi conflitti mondiali, abbiamo dato il massimo del nostro impegno politico supportato dal nostro bagaglio culturale e valoriale per elaborare e redigere trattati internazionali al fine di garantire alle giovani generazioni future un mondo pacificato, umano ed equo: purtroppo trascorsi i primi decenni anche tutto questo sembra proprio si sia volatilizzato nel nulla”.

La conseguenza più manifesta è che, purtroppo, il popolo da protagonista che doveva essere, perché questo è il suo ruolo sancito dalla Costituzione italiana, è stato costretto ad essere comunque suddito, ovviamente, una sudditanza conforme al mondo contemporaneo in cui la solidarietà, la sussidiarietà, l’umanità sono mere enunciazioni di principio per frasi ad effetto ma prive di sostanza.

I grandi poteri hanno a cuore gli interessi delle mega concentrazioni bancarie o affari su scala mondale figuriamoci se pensano al pensionato con € 800,00 euro mensili oppure agli operai che perdono il loro posto di lavoro, oppure a ancora alle pensioni che avranno i lavoratori tra qualche anno o ancora peggio ai nostri giovani, ci auguriamo, nonostante tutto, che tutti abbiano loro legittimo trattamento pensionistico.

Queste problematiche sociali, diventate emergenza in questi ultimi anni, non appartengono al loro pensiero delle grandi lobby da qui l’urgenza di un ritorno massiccio dei cattolici in politica e nel sociale.

A proposito di Europa i nostri padri fondatori poterebbero chiedersi: L’Europa è la stessa che abbiamo realizzato noi?”

L’Europa è una diventata una mera federazione di nazioni non di popoli. Ha perso totalmente le sue radici cristiane e i suoi valori fondanti.

Ha garantito pragmaticamente la pace ma non è riuscita e non riesce a svolgere un ruolo autorevole nello scacchiere geopolitico internazionale.

Manca tra le altre prerogative di un’unica politica di difesa, più che necessaria.

A questo punto i nostri lungimiranti padri fondatori avrebbero potuto concludere la loro conversazione così ” Questo è il frutto di una cattiva gestione della democrazia, della libertà in cui hanno prevalso gli egoismi creando un ‘ Europa senza anima meramente pragmatica in cui i più forti issano le loro bandiere a difesa dei loro particolarismi.

Combatterli con la forza delle idee, dei progetti, del dialogo è la sfida principale per restituire all’Europa la sua anima cristiana e solidaristica come era stato pensato e voluto dai padri fondatori.

Urge recuperare effettivamente il popolarismo sturziano intriso di cristianesimo popolare che vive grazie alle idee e alle azioni della gente che quotidianamente fai conti con la realtà per sostenere dignitosamente le proprie famiglie.

Il filoso cristiano Jacques Maritain

Non è più rinviabile la ripartenza dai valori cristiani perché la Politica con la P maiuscola torni ad essere quell’arte nobile a servizio e a tutela del popolo e per il popolo.

Il cittadino deve tornare ad essere il vero protagonista come previsto dalla Costituzione Italiana.

Al centro deve esserci la PERSONA con  la sua tutela integrale: l’ insegnamento Jacques Maritain non può più essere disatteso e ignorato.

Il riferimento esplicito ‘ all’opera filosofica-politica più nota scritto dal filosofo francese cristiano Jacques Maritain che ebbe in San Paoli VI uno dei suoi massini estimatori e sostenitori.

Tutto ciò a ragion veduta poiché l’Europa per tornare ad essere  se stessa deve imprescindibilmente tornare alle su radici cristiane da cui ha tratto la sua ragion d’essere dopo i due conflitti mondiali.

Recuperare le sue radici cattoliche non in modo anacronistico, quindi, avulso dalla contemporaneità , ma sapendo interpretare i tempi che cambiano nel rispetto della tradizione.

Questa è la sfida principale anche per dare una concreta prospettiva di pace al tragico conflitto ucraino.

 

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