< I RAGAZZI AL CENTRO ! >
Viviamo in un’epoca in cui i giovani sembrano più fragili che mai.
La nostra generazione purtroppo ha consegnato loro una realtà vuota di valori e contenuti, lasciandoli a navigare in un mondo che spesso appare privo di significato.
I social media, anziché avvicinare, creano distanze. Ed i ragazzi si trovano così a vivere in una solitudine profonda.
La famiglia e le istituzioni, che dovrebbero essere pilastri di supporto, sembrano lontane e disinteressate.
Questo articolo intende esplorare le radici di questa fragilità, analizzando il ruolo della società, della tecnologia e delle istituzioni.
E di converso proponendo soluzioni per un futuro migliore.
Aiutare i ragazzi adolescenti a sentirsi amati e al centro dei nostri interessi è tra le più importanti ed urgenti sfide a cui diamo chiamati a rispondere.
Un deciso mutamento di atteggiamento, basato anzitutto sull’ascolto può fare una grande differenza: molti sono i ragazzi che hanno manifestato una grande e diffusa fragilità emotiva.
Occorre essere sempre dalla loro parte, perché hanno ricevuto in consegna dalla nostra generazione una società con tante crepe da cui volano i dubbi e le perplessità derivate dall’attenzione al superfluo, al fatuo, all’artifici superficiale e plastico.
I giovani hanno bisogno di scolto attivo: dedichiamo tempo ad ascoltare veramente i nostri figli, senza giudizi o interruzioni.
Questo li farà sentire valorizzati e compresi.
Facciamolo con comunicazione aperta: incoraggiamoli ad un dialogo aperto e onesto. Parliamo con loro delle loro preoccupazioni, sogni ed interessi.
Raccontiamo loro delle nostre paure. Ricordiamoci che la generazione Alfa non conosce un tempo non digitale.
Riconoscere i nostri limiti, li aiuterà a sentirsi più sicuri e compresi.
Abbiamo noi adulti costruito un mondo che in realtà è inverosimile o almeno in alcuni casi. Ricordiamo insieme che non esiste un mondo tutto perfetto, filtrato. Ricordiamo insieme che non esistono scorciatoie o filtri che ci permettano di sfiorare la soddisfazione, la contentezza, la gioia del fare quotidiano.
La famiglia può tornare ad essere un faro illuminante e un sostegno per i giovani attraverso diverse azioni e atteggiamenti, creando un ambiente vantaggiato di amore e rispetto, in cui ogni singolo membro, ogni singolo individuo si sente amato e rispettato.
E’ la famiglia che deve creare una base solida per la crescita emotiva e psicologica dei giovani, promuovere la comunicazione aperta, incoraggiando i giovani a esprimere i loro pensieri e sentimenti senza paura di essere giudicati, alimentando fiducia e comprensione reciproca.
Siamo noi genitori anzitutto ad avere il compito di essere esempio positivo, modelli di comportamento positivo.
E’ bello che siamo noi genitori i primi a supportare i sogni e le aspirazioni dei nostri ragazzi, incoraggiandoli nelle loro passioni. È il supporto della famiglia che può fare una grande differenza.
In una società dove tutti andiamo di fretta, essere presenti nei momenti di difficoltà e offrire un ascolto empatico aiuta i giovani a sentirsi sicuri e compresi.
I gesti di disperazione come l’alcolismo, l’autolesionismo e il suicidio tra i giovani sono segnali di un profondo disagio emotivo e psicologico.
I ragazzi possono sentirsi soli, incompresi o non supportati. L’autolesionismo e l’abuso di sostanze possono essere tentativi di gestire o alleviare il loro dolore emotivo, sconfinando in sintomi depressione, ansia, mancanza di speranza.
Le pressioni scolastiche, sociali e familiari possono diventare schiaccianti. I giovani possono sentirsi incapaci di soddisfare le aspettative degli adulti.
È fondamentale prendere sul serio questi segnali e offrire supporto immediato. Parlare apertamente con i giovani, ascoltarli senza giudizio e cercare l’aiuto di professionisti della salute mentale può fare una grande differenza.
Se noti questi comportamenti in un giovane, non esitare a cercare supporto psicologico e a creare un ambiente sicuro e comprensivo per loro.
Dobbiamo sempre ricordarci dell’immagine quando incontriamo i bambini di 3 anni dei passeggini con già del cellulare in mano.
Cio’ evidenzia la mancanza di cuore e di attenzione ed è premessa di tutta la distrazione del mondo adulto che in questa realtà così artificiale ed immediata non trova il tempo per dedicare attenzione alle generazioni più giovani e più piccole, una generazione adulta che non trova il tempo di gratificare i ragazzi quando compiono qualcosa di buono di giusto ma che è prontissima a giudicarli e a condannarli di fronte ad un errore.
Quanta distanza, Che dimensioni ha raggiunto questo varco? Può essere un varco che si forma di solitudine seppur in un mondo apparentemente interconnesso.
È necessario aiutare il più giovane a creare le relazioni sociali veritiere, basate sulla presenza, sulla vera condivisione di parole pensieri ed emozioni.
Ma non è sufficiente dirlo o proporlo. È necessario farlo.
È necessario essere famiglia attenta che ascolta, propone, valuta e decide insieme.
È necessario che i nostri ragazzi non si vergognano di noi o provino disagio nel dover parlare, nel volerci comunicare qualcosa, un loro pensiero.
Ogni parola detta, ogni mano tesa, ogni abbraccio dato, ogni gratificazione non mancata è un tassello di speranza di crescita e di percorso positivo nella strada e nel processo della formazione giovanile.
A cura di Dott.ssa Rossella Serao (Minturno / in provincia di Latina)
rossella.serao@dconline.info
Segretaria provincia del Movimento Femminile e per le Pari Opportunità della Democrazia Cristiana della provincia di Latina
Componente del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana Italiana
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana Italiana
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