Quando il rifiuto è una domanda d’amore
Che cosa nasconde il rifiuto nelle relazioni d’amore, quali sono le sue origini e come si può affrontare in psicoterapia
Il rifiuto, anche quello più ostinato, freddo o rancoroso spessissimo nasconde una domanda disperata d’amore e una profonda paura d’amare. Chi utilizza tale modalità all’interno dei rapporti amorosi ne è come soverchiato, sa che non porterà nulla di buono eppure non ne può fare a meno.
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Allontanare il partner che suscita sentimenti intensi di amore deve le sue origini ad un meccanismo di autoprotezione messo in campo già nell’infanzia per tutelarsi dalla volubilità delle figure di attaccamento primarie (i genitori, in particolar modo la madre). La psicoterapia risulta efficacissima quando chi soffre di questo blocco emotivo lo riconosce e vede in lui (e non nell’altro) l’ostacolo al vivere la pienezza del coinvolgimento amoroso profondo.
Paura, rifiuto e disamore
Allontanare all’improvviso il partner tanto desiderato, trattarlo con gelida indifferenza, vederlo inerme e sofferente per un lasso di tempo determinato offre un godimento irrinunciabile. Quello di sentirsi forti e potenti, amati, domandati, ma nello stesso tempo liberi dalla vulnerabilità a cui espone l’esperienza dell’amore.
La durata della sensazione è tuttavia breve, rapidamente subentrano ansia e frustrazione. Il partner, se ha un’affettività sana, frastornato si allontana. E allora tutto è perduto, l’effetto inebriante dato dalla preghiera dell’altro e dalla presunta raggiunta indipendenza rispetto alle catene dell’amore si dissolve rovesciandosi in una disperazione prima rabbiosa e poi angosciata.
Àutire Franco Capanna editorialista