A cura di Dott. FERNANDO CIARROCCHI (Ascoli Piceno)
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Vice-Segretario nazionale Dipartimento Sviluppo-Comunicazione-Marketing della Democrazia Cristiana italiana
Consigliere nazionale della Democrazia Cristiana
Vice-Direttore de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
Il Card. Burke coerente testimone di fedeltà al magistero della Chiesa !
Gli ultimi mesi del 2023, trascorso da qualche giorno, all’interno delle mura leonine del piccolo, territorialmente parlando, ma diplomaticamente grande Stato Vaticano, sono stati piuttosto animati, a volte, si passi l’espressione, un pò burrascosi.
La vivacità del dibattito, del dialogo, è indice di sano confronto per addivenire a soluzioni condivise e utili alla vita della Chiesa.
Una ridda di voci contrassegnata da pro e contro ha preceduto il tanto atteso faccia a faccia tra Papa Francesco e S.Em. Rev.ma Card. Raymond Leo Burke canonista di fama internazionale,
attuale componente del Tribunale Supremo della Segnatura Apostolica, il più alto organo giudiziario di diritto canonico della Santa Sede di cui è stato Prefetto.
Ricopre, inoltre, l’incarico onorifico di Patrono Emerito del Sovrano Ordine di Malta.
Il Card. Burke americano è personalità eminente del mondo cattolico, oggi settantacinquenne, da sempre guida autorevole e stimata del gruppo ultraconservatore all’interno della Chiesa cattolica che nell’allora Papa Benedetto XVI ha avuto il massimo punto di riferimento teologico, pastorale e culturale.
Le cronache, i mass media, sempre a proposito del Card. Burke lo indentificano molto vicino ai Tea Party e al filone repubblicano legato al movimento al Pro Life.
Nel concistoro del 20 novembre 2010 Papa Benedetto XVI lo crea cardinale.
Indiscrezioni e polemiche, come sempre accade in questi casi hanno tenuto banco. Dalle discrete stanze vaticane sembra che sia trapelato un dettaglio di non poco conto unitamente a conferme e smentite che giornalisticamente parlando assolvono alla funzione funzione di cornice per richiamare in qualche modo l’attenzione.
“Dicitur” (si dice) che in una riunione inter dicasteriale dello scorso 20 novembre Papa Francesco abbia impartito l’ordine ai capi dicastero preposti di avviare le dovute procedure amministrative per togliere l’appartamento e lo stipendio (il cosiddetto Piatto Cardinalizio) all’autorevole prelato americano.
Papa Francesco ha ritenuto sempre il Card. Burke tra i cardinali più propensi a difendere le norme, i codici, le tradizioni, che non andare incontro alle esigenze dei fedeli e rispondere alle domande pastorali di un mondo in evoluzione.
I distinguo in materia di dottrina sempre coerentemente eccepiti dal Card. Burke hanno origine sin dai tempi dei due sinodi sulla famiglia e dell’esortazione apostolica “Amor Laetitia” del Pontificato di Papa Begoglio con cui stata aperta la via alla Comunione per i separati e risposati.
Poi i Dubia espressi da un gruppo di cardinali guidati dal Card. Burke in merito alla politica ecclesiastica del Pontefice sulla benedizione delle coppie di persone dello stesso sesso.
Provvedimento quest’ultimo emanato dal competente dicastero vaticano che di fatto annulla i precedenti che vietavano forme di benedizione alle relazioni omosessuali.
Preso atto della ferma posizione del Sommo Pontefice nei confronti del Card. Burke qualche Eminenza avrebbe fatto notare al Papa che privare il cardinale americano sia dell’appartamento, sia del sostentamento mensile era una misura troppo severa perché in definitiva S.Em. il Card. Burke non aveva fatto altro che esprimere un legittimo dissenso in un clima sinodale. Non vi erano e non vi sono crimini o reati da contestare al cardinale.
Purtroppo a nulla sono valse queste sagge sottolineature tanto, che a quanto pare, lo sfratto comminato al cardinale dovrebbe essere esecutivo, presumibilmente, entro fine gennaio.
Negli ambienti curiali si riflette sulle inevitabili conseguenze che deriveranno dal defenestramento di Burke sia sul versante dell’Unità della Chiesa, che purtroppo oggi si trova a vivere questa e tante altre spaccature interne, sia per quanto attiene l’altro aspetto di particolare importanza:
le offerte all’Obolo di San Pietro, vitali per far fronte alle esigenze caritative e pastorali della Chiesa, che negli Stati Uniti la cui raccolta fondi dipende in buona parte dalla generosità dei benefattori conservatori vicini al Card. Burke.
Indubbiamente potranno esserci tutte le motivazioni che si vogliono però risulta davvero difficile capire, umanamente parlando, una decisione così severa nei confronti del Card. Burke, che per quanto ne possiamo sapere, ha espresso una sua posizione su alcune tematiche e scelte in materia di dottrina che sono state compiute.
Rimane difficile comprendere perché raramente si “getta l’acqua sporca con il bambino” questo per dire che in ogni posizione, argomento o ragionamento, anche se non lo si condivide, legittimo, ci mancherebbe! sarebbe più che giusto trarne quel po’ di buono che inevitabilmente c’è senza assumere posizioni drastiche e “ictu oculi” inconciliabili.
La diversità di vedute è un bene perché contribuisce positivamente ad arricchire il confronto per poi giungere ad una soluzione utile e condivisa.
Confidiamo nell’azione salvifica e misericordiosa dello Spirito Santo che non mancherà affinché si trovi un punto di mediazione e di sentitesi.
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