A cura del Dott. Michele La Cerra (di Visciano – in provincia di Napoli)
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Segretario Organizzativo provinciale della Democrazia Cristiana della provincia di Napoli *
< Il commento apparso su “IL POPOLO” da parte dell’allora Segretario nazionale D.C. On. Attilio Piccioni dopo la storica vittoria riportata dalla Democrazia Cristiana alle elezioni politiche del 18 aprile 1948 >.
Nell’anniversario della storica vittoria ottenuta dalla Democrazia Cristiana alle elezioni politiche del 18 aprile 1948 abbiamo il piacere di riproporVi l’articolo che Attilio Piccioni, all’epoca Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana, fece pubblicare su < IL POPOLO > in data 21 Aprile 1948
<< La vittoria, la grande vittoria della Democrazia Cristiana: ecco la conclusione dell’ardente lotta elettorale !
Ci domandano: l’avevate prevista! Si, l’avevamo prevista nelle dichiarazioni scritte, sulle piazze, nelle conversazioni, nel convincimento della nostra coscienza. Ma il popolo italiano in uno slancio di comprensione e di fiducia che non ci stupisce, ha voluto consacrarla in misura tale da renderla decisiva.
Pietosi appariscono di fronte ad essa i contorcimenti avversari e superflue le analisi sottili o sofistiche.
La vittoria, la grande vittoria della Democrazia Cristiana assurge ad avvenimento storico di prima grandezza nell’evoluzione sociale politica del nostro paese. Essa rappresenta la perenne fecondità la modestia della concezione democratica cristiana che associa in maniera indissolubile libertà e giustizia, interpreta e risolve armoniosamente, organicamente, le più profonde esigenze del tempo moderno.
Essa è il frutto della fede che anima iI nostro Partito; dell’organizzazione che il Partito – lievitato dalla fede – che ha saputo darsi; dello spirito coraggioso di affermazione e di conquista con il quale ha voluto combattere; della concretezza delle sue impostazioni, delle verità svelate al popolo.
E il popolo Italiano — in tutti i suoi strati più laboriosi, consapevoli, responsabili — ha sentito tutto questo, ha reagito positivamente, si è sentito attratto dalla grande impresa di vincere la paura, di distruggere il nuovo incubo totalitario che gli si era addensato d’intorno, di rimettere in luce e in onore gli esaltanti valori della coscienza cristiana e della Patria Immortale.
Ma il popolo italiano, oltre questo, con la comprensiva intelligenza di cui Dio lo ha dotato e della quale molti scetticii dubitavano, ha interpretato esattamente sostanziali aspetti del momento storico che il Paese attraversava.
Ha interpretato e colto le esigenze economiche, sociali e politiche, che sommuovono il Paese; i pericoli cui andava incontro, le offese alla sua dignità.
Ed ha così votato per la libertà; ha votato per la democrazia; ha votato per la pace sociale nella giustizia; ha votato per la cooperazione tra i popoli liberi, ha votato contro la guerra e contro la tirannia !
La vittoria, la grande vittoria della Democrazia Cristiana ha dunque chiuuso un periodo e ne ha aperto un altro nella storia del nostro Paese.
E questo fatto pone problemi gravi di responsabilità, di maturità, di capacità politica.
Non ce li dissimuliamo e non andiamo incontro ad essi a cuor leggero.
Non ce li dissimuliamo, ma non ci intimidiscono e non ci fiaccano. Averne chiara coscienza e già garanzia di saperli risolvere.
Li risolveremo nel rispetto del metodo della libertà e con l’ausilio delle utili collaborazioni democratiche, avendo come unica meta il bene supremo del popolo italiano, il suo risorgimento immancabile.
La Democrazia Cristiana è fiera di questo suo compito: non deluderà la fiducia che il popolo italiano ha riposto in essa, si dimostrerà pari alla sua grande responsabilità: ne prende solenne responsabilità: ne prende solenne e consapevole impegno.