A cura di Prof. Eliseo Le Mura (Catania)
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Segretario nazionale Vicario Dip. < Formazione e cultura > della Democrazia Cristiana
Segretario regionale Dip. < Formazione e cultura > della Democrazia Cristiana Sicilia
< Il decalogo di don Luigi Sturzo: la Politica intesa come Passione e Missione ! >.
Don Luigi Sturzo – nel compilare il decalogo del buon politico – aveva fatto importanti considerazioni.
” C’è chi pensa che la Politica sia un’arte che si apprende senza preparazione, si esercita senza competenze, si attua con furberia.
È anche opinione diffusa che alla politica non si applichi la morale comune e si parla spesso di due morali: quella dei rapporti privati e l’altra (che non sarebbe morale, né moralizzabile) riguardante la vita pubblica.
La mia esperienza lunga e penosa mi fa invece concepire la politica come saturata di eticità, ispirata all’amore per il prossimo e resa nobile dalla finalità del Bene Comune “.
Noi riteniamo che quelle considerazioni espresse un secolo fà siano ancora attuali, specie quando affrontiamo la questione morale e la pervicace infiltrazione della politica corrotta – fatta di clientele e prebende – all’interno dei gangli delle istituzioni.
Dicevamo che la politica è passione!
Ma allora cosa spinge oggi gli uomini politici a cimentarsi quotidianamente nell’agone politico, quando tutto viene messo in discussione?
Noi pensiamo che tutto il sistema economico, elettorale, sociale debba essere cambiato.
Abbiamo bisogno di un’economia al servizio del bene comune! La politica va vissuta in maniera passionale, ripristinando l’ideologia della Dottrina Sociale della Chiesa.
Eppure esaminando gli scritti del sacerdote calatino, emerge una profonda sfiducia negli uomini, un profondo distacco dalle vicende politiche dei suoi tempi.
Ma a un certo punto della sua vita decide di entrare nella scena politica.
Che cosa lo ha spinto ad agire, a battersi? La pura smania di potere?.
No, noi crediamo che c’era in lui, accanto alla delusione per gli esseri umani, una misteriosa passione.
Ma il suo grande amore era rivolto alla collettività stessa.
L’uomo politico Don Sturzo si era identificato con la collettività, l’amava e voleva esserne riamato. La guidava, la indirizzava con il decalogo del vero politico, con il suo esempio, e nello stesso tempo se ne sentiva il servitore disinteressato.
Nonostante l’esilio che il regime fascista gli aveva imposto, stranamente ne ricavava una energia straordinaria, un eccitamento vigoroso che lo portava a resistere ad ogni attacco, ad ogni affronto.
Aveva sempre presente nell’anima e nel pensiero il servizio cristiano come fine ultimo per il conseguimento del Bene Comune.
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