A cura di FRANCO CAPANNA (Teramo)
franco.capanna@dconline.info * cell. 345-1594496 *
Sindacalista – Giornalista – Scrittore –
Editorialista de < IL POPOLO > della DEMOCRAZIA CRISTIANA
< IL DRAMMA ODIERNO DELLA POVERTA’ NEL MONDO ! >
Alcuni giorni fa ho ricevuto da persone conosco su facebook (e parlo di abitanti del centro Africa), richieste di aiuto economico perché hanno scarso cibo aggravato da aumenti esagerati per Covid e guerra in atto.
Sono trascorsi due anni dall’inizio dell’epidemia, nessuno immaginava che durasse così a lungo ed invece il tempo ha ammazzato le società civili.
Poi con la venuta del siero è aumentato a dismisura l’odio sociale. Tutti pronti a credere nel miracolo.
Invece quel miracolo non c’è stato ed oggi si registra una situazione peggiore del marzo del 2020. Qualcosa è andata storto e non si hanno nemmeno gli attributi per ammetterlo.
Il rischio peggiore, però, è quello che può succedere dopo la fine di tutto questo inferno. C’è da aspettarselo.
Sì, perché il danno economico derivante dall’epidemia rischia di mettere tutti gli stati con le spalle al muro. Già oggi c’è l’anticipo di quello che può succedere domani.
A rimetterci maggiormente sono stati camerieri, autisti, piccoli commercianti, artigiani, magazzinieri, tutta gente non certo ricca che ha perso ulteriormente terreno rispetto ai professionisti che si sono potuti permettere lo smart working,,
I pensionati e i dipendenti della pubblica amministrazione, oltre ai lavoratori dipendenti.
Per loro i problemi economici non ci sono stati.
La Banca Mondiale calcola che allo scadere del secondo anno di Covid – fine gennaio 2022 – nel mondo ci siano fra i 100 e i 150 milioni di persone precipitate di nuovo nella povertà assoluta, quella di chi vive con meno di 1,9 dollari al giorno.
In Europa siamo arrivati con la pandemia a 20 milioni i poveri “assoluti”, ovviamente secondo standard europei.
Ed a 95 milioni (il 22% della popolazione) il numero di quanti sono a rischio di esclusione ed hanno un gap economico da recuperare.
Una società mondiale così malata, si riflette su tutti i paesi, specialmente i più ricchi: meno ricchezza diffusa significa meno tasse che uno Stato incassa, meno produttività, meno Pil.
Come conferma il Fondo monetario «i periodi più lunghi di crescita sono associati decisamente a maggiore uguaglianza nella distribuzione del reddito».
L’Italia è uno di quei paese che rischia di pagare un prezzo altissimo di questa epidemia.
I poveri aumentano e aumentano anche disuguaglianze e odio sociale, tanto da determinare, in futuro, un pericolo concreto di una spaccatura più profonda nel paese.
Già oggi la situazione è critica, dove milioni di italiani sono già in povertà assoluta e altri si avviano verso la povertà.
Manca l’ossigeno, cioè il lavoro, che è l’unica ricchezza vera di ogni persona.
Attualmente abbiamo una società divisa: da un lato ci sono i ricchi che con l’epidemia si sono arricchiti ulteriormente, dall’altra una fascia di popolazione che, forse, prima dell’epidemia andava avanti ed ora si è fermata.
Ora c’è una società malata difficile da guarire.
Cosa significa vivere in condizione di povertà? E quanti sono i poveri nel mondo?
Due domande che, a volte e comunque mai troppo spesso, capita di porsi. Due risposte che, supportate da dati, descrivono una situazione molto grave. Specialmente in alcune aree del pianeta.
I dati globali
Si parla di povertà estrema quando una persona, una comunità o tutti gli abitanti di un’intera ragione sono costretti a vivere con meno di 1,90 dollari dal giorno. Meno di due dollari al giorno per procurarsi cibo, acqua, medicine e tutto ciò di cui ci sarebbe bisogno per avere una vita dignitosa.
Al mondo, quasi il tredici per cento della popolazione mondiale vive con meno di 1,90 dollari al giorno. La percentuale può sembrare “bassa”. Ma il numero non deve trarre in inganno. O indurre a sottostimare la gravità del problema.
Perché, in valori assoluti, in condizione di povertà estrema vivono 902 milioni di persone. Per rendere l’idea, basti dire che si tratta di circa quindici volte la popolazione italiana.
Le zone più povere del mondo
Al giorno d’oggi, la povertà si estende “a macchia di leopardo”. In altre parole, riguarda tutto il mondo, da nord a sud. Eppure, è possibile individuare zone del pienata dove si trovano, letteralmente, i Paesi più poveri del mondo:
- Africa Subsahariana: 42,7 percento
- Asia meridionale: 18,8 per cento
- Asia orientale e zona del Pacifico: 7,2 per cento
- America Latina e Caraibi: 5,6 per cento
Come avrai intuito, questi dati si riferiscono al totale della popolazione che vive in condizione di povertà estrema. In particolare, la popolazione dell’Africa Subsahariana ammonta a circa un miliardo.
Significa che quasi 430 milioni di persone vivono in condizione di povertà estrema.
La fame nel mondo
Al giorno d’oggi, secondo i dati del “World food programme”, 795 milioni di persone soffrono la fame !
Stando a quanto abbiamo riportato prima, la metà di loro vive nell’Africa Subsahariana. Fame non significa solo mancanza di cibo ma anche mancanza di micronutrienti. Che aumenta il rischio di contrarre malattie, riduce la produttività, impedisce un adeguato sviluppo fisico e mentale.
La povertà ha anche altre conseguenze. Come non avere la possibilità di studiare. Come non avere medicinali e strutture mediche a disposizione. Come, in sostanza, non avere diritto a una vita che possa definirsi tale.
I dati non disegnano una situazione confortante. Ma sappiamo anche che possiamo fare tanto per combattere la povertà nel mondo.
Così come anche tu puoi fare la tua parte !
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Concordo totalmente caro Franco. Aggiungo che – anche se tu lo sottendi chiaramente – che l’emarginazione delle fasce più deboli ed ai margini della Società, rappresentano una ulteriore rottura del tessuto connettivo ed un reale pericolo di stabilità Democratica.
Dobbiamo batterci per ridare alla Politica, quella ricchezza di Etica e di Morale (e non certamente ai pseudo-partiti che oggi vanno per la maggiore), nonchè la priorità sull’Economia e sulla Finanza.
Allora potremo ridisegnare e costruire una Città Terrena che valorizzi l’uomo e consenta attraverso il Lavoro, la sua piena realizzazione.
È per questo che c’è bisogno ancora oggi di Democrazia Cristiana !
RODOLFO CONCORDIA (Roma) * Vice-Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana * rodolfo.concordia@dconline.info * cell. 35-7709516 *
Gent.mo RODOLFO CONCORDIA ho apprezzato tuo intervento mirato e capace.
Purtroppo la sofferenza è un male sempre presente e con essa la fame . In concreto vedo cosa posso fare anche se in passato ho dato molto esagerando secondo mie possibilità.
Darò quanto potrò anche se tempi durissimi per tutti e pensioni non in linea con la perequazione dunque in stallo.
I politici italiani deludono e hanno deluso.
Chi tanto percepisce come loro e chi ha lavorato una vita e ora pur pensionati in fila alla Caritas.
Non se ne esce fuori
Cordialità * FRANCO CAPANNA (Teramo).
Bellissimo articolo di FRANCO CAPANNA e condividio pienamente anche le parole di RODOLFO CONCORDIA.
*ENRICO BOLOGNA* (L’Aquila) * Vice-Segretario elettorale nazionale della D.C. * Cell. 335-315796 * enrico.bologna@dcnline.info *
Complimenti e congratulazioni da parte di PATRIZIA COSENZA (Trapani) * Vice-Segretario regionale Mov. Femminile e per le Pari Opportunità D.C. Sicilia
Grazie