di Antonio Gentile – Frosinone
Secondo i sociologi, la vocazione mariana – specialmente nel mese di maggio – sta conoscendo in questi ultimi anni una forte ripresa.
A loro dire, per potersene accorgersene, basta fare “quattro passi virtuali” nello sconfinato e variegato mondo del web.
Nuove iniziative mariane sorgono dalla creatività di associazioni e movimenti. Quali il Gam (Gioventù ardente mariana), le Missionarie dell’Immacolata di Padre Kolbe, il Movimento Focolari e tanti altri ancora.
A smuovere le acque poi ci pensa, con appelli insistenti e gesti carichi di testimonianza, Papa Francesco che, raccogliendo il seme dei suoi predecessori, da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI, offre stimoli per trovare nella Madonna un’amica, una mamma e una testimone del Vangelo.
“Il Rosario è la preghiera che ha accompagnato sempre la mia vita”, egli ha scritto in prefazione ad un piccolo libro di Yoannis Lahnzi Gaid (“Il Rosario, preghiera del cuore”).
Ovviamente i luoghi dove il Rosario è vissuto maggiormente sono certamente i santuari, quali Lourdes, Fatima, Medjugorie.
Ma al calar della sera anche in molti nostri paesi la gente si trova attorno ad un capitello, ad un altarino ornato di rose e narcisi per la recita del Rosario.
In qualche cassetto si ritrova la corona che la nonna aveva sempre in mano e si risente la sequenza delle Ave Maria, il canto delle litanie e canti della tradizione come “Mira il tuo popolo” o “E’ l’ora che pia”.
In questi giorni “la dolce catena che ci rannoda a Dio”, come il beato Bartolo Longo chiama il Rosario, viene evocata in tutte le chiese del mondo, soprattutto in quelle che soffrono per la guerra, per la mancanza di generi alimentari di prima necessità.
Penso per esempio a Erbil dove vivono migliaia di profughi. Vedendoli portare al collo il Rosario, sorge spontaneo pensare come sia servito in ogni tempo a sentirsi popolo.
Così di fronte a chi invoca Dio per fare la guerra, il nome materno di Maria viene a ricordarci che “il vero Dio può solo chiamarsi amore”.
Dante conclude il suo viaggio nell’XXXI canto del Paradiso con la visione beata della gloria di Dio e con Maria, regina dei cieli, al centro della candida rosa di angeli e santi.
Il tema è ripreso dal Concilio Vaticano II: “Maria, regina dei cieli, brilla ora sul peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione” (Lg n 68).
E per finire ricordo il Poliziano, per gli amici della corte di Lorenzo il Magnifico, usava decantare:
“Ben venga maggio / e ‘l gonfalon selvaggio! / Ben venga primavera, /che vuol l’uom s’innamori: / e voi, donzelle, a schiera / con li vostri amadori, / che di rose e di fiori, / vi fate belle il maggio, / venite alla frescura / delli verdi arbuscelli. / Ogni bella è sicura …”
Antonio Gentile