IL PASTICCIO “MAGISTRATURA”.

IL PASTICCIO “MAGISTRATURA”.
Loredana Di Lorenzo (Roma)

A cura di Loredana Di Lorenzo (Tivoli / provincia di Roma)

loredana.dilorenzo@dconline.info

Segretario Organizzativo nazionale del Dipartimento “Legalità e Giustizia” della Democrazia Cristiana italiana.

Segretario provinciale Dipartimento “Legalità e Giustizia” della provincia di Roma. 

< IL PASTICCIO “MAGISTRATURA” >

Nel caso in cui venissero dichiarate inutilizzabili le intercettazioni, cambierebbe totalmente la posizione dell’indagato Palamara.

Nel diritto penale esiste infatti il principio interpretativo del “favor rei”, teso ad individuare il trattamento giuridico che è più favorevole al reo.

La difesa di Palamara quindi – nell’udienza del 23 aprile 2021 – ha già chiesto perizie volte ad accertare la legittimità di quel “troyan” piazzato nel telefonino del “Boss delle nomine”.

Ed anche se il “troyan” ha rivelato un insospettabile verminaio e delle montagne di illeciti, sembrerebbe poter essere dichiarato non conforme a canoni e procedure che sarebbero state indispensabili a permettere quel che al Boss il nomine non va per nulla a genio.

Ed in tal caso sarebbero inammissibili quali prove di reato messaggini e chat varie che palesano senza ombra di dubbio il “malaffare”.

In tal caso dunque la difesa valuterá anche la presentazione di una “richiesta di revoca” dell’espulsione del “Boss delle nomine” dal C.S.M., l’Organo di autogoverno della Magistratura.

Bianchi (il tecnico) infatti ora ritratta e rivela che le intercettazioni sono transitate da Napoli e poi di rimbalzo a Roma.

Di mezzo c’è anche la ‘famosa’ cena all’Hotel “Champagne” ed il “troyan” che non avrebbe registrato la conversazione con Pignatone, conversazione che invece qualcuno afferma ci sia e ne fornisce anche il numero del file identificativo.

Ai posteri dunque l’ardua sentenza !

 

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