IL PENSIERO DEL CARDINAL BASSETTI: AUSPICIO PER UN’ITALIA PIU’ GIUSTA !

IL PENSIERO DEL CARDINAL BASSETTI: AUSPICIO PER UN’ITALIA PIU’ GIUSTA !

NELLA RICORRENZA DELLE LEGGE RAZZIALI IN ITALIA, IMPORTANTE RIFLESSIONE DA PARTE DEL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA.

di DANILO BAZZUCCHI

La rubrica “Dialoghi” de “Il Settimanale” de , da poco in edicola, ospita una lunga riflessione del cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI (la Conferenza Episcopale italiana), su una delle più prestigiose figure del cattolicesimo italiano del ‘900: il cardinal Dalla Costa.

“Mai come in questo periodo, dice il porporato, torna d’attualità la figura di un grandissimo uomo di Dio: il cardinale Elia Angelo Dalla Costa”.
Per molti anni arcivescovo di Firenze, nel 2012 è stato riconosciuto “giusto tra le nazioni“ da YadVashem (Ente nazionale per la Memoria della Shoah) e nel 2017 proclamato venerabile da Papa Francesco.
Sono due le motivazioni, dice S.E. Bassetti, di questa straordinaria attualità: “La sua enorme caratura pastorale” e la grandi “virtù civiche e umanitarie” per la sua vicinanza agli ebrei perseguitati dal fascismo e dal nazismo.
Per protesta contro le leggi razziali del fascismo, ottant’anni fa, nel maggio 1938, in occasione della visita a Firenze di Hitler e Mussolini, il Cardinal Dalla Costa “disertò ogni celebrazione ufficiale, decidendo di tenere chiuse le porte e le luci del palazzo arcivescovile”.
“Riferendosi poi alla croce uncinata nazista, disse che non si potevano venerare altre croci se non quella di Cristo”.
In più oltre che chiudere, simbolicamente, le porte ai lupi che passavano nella sua città,”Dalla Costa fu anche colui che aprì le porte del suo ovile alle pecore indifese”.
Decise, infatti, di aprire le porte delle chiese e dei conventi ai profughi ebrei che cercavano un posto dove rifugiarsi a causa delle “odiose leggi razziali”: una delle pagine più drammatiche del secolo scorso.
“Questo spirito e queste gesta, prosegue il Cardinal Bassetti, sono ancora oggi un monito per l’Italia. Carità e coraggio si possono e si devono combinare, infatti, con la difesa della fede autentica e con l’accoglienza di chi fugge la persecuzione.
In un periodo come questo, caratterizzato da un pensiero in cui le presunte ragioni dell’identità sembrano essere contrapposte a quelle della solidarietà, la figura del cardinal Dalla Costa ricorda invece che si possono creare luoghi di incontro e ponti di dialogo senza negare se stessi e il proprio credo religioso”.
Bisogna stare attenti ai profeti di sventura. “Se infatti esiste una reale volontà, conclude il presidente della CEI, si può veramente dare vita ad un clima di pace sociale, che è la base da cui partire per poter costruire un futuro di sviluppo e di crescita per l’intera comunità nazionale.
A patto che si metta da parte ogni spirito di divisione, senza dar credito ai profeti di sventura che identificano nello straniero e nel diverso la causa di tutti i mali”.
D’altronde proprio Papa Francesco ha detto che: “costruire la pace è un lavoro artigianale, che va fatto insieme per ricostruire un Paese più solidale, civile, collaborativo e più giusto”.

DANILO BAZZUCCHI – PERUGIA