Il Presidente provinciale delle ACLI di Ascoli Piceno Prof. Claudio Bachetti: “L’Associazione Cristiana dei Lavoratori Italiani soggetto attivo di cambiamento a servizio della Società !

Il Presidente provinciale delle ACLI di Ascoli Piceno Prof. Claudio Bachetti: “L’Associazione Cristiana dei Lavoratori Italiani soggetto attivo di cambiamento a servizio della Società !
Dott. Fernando Ciarrocchi

< Il Presidente provinciale delle ACLI di Ascoli Piceno Prof. Claudio Bachetti: “L’Associazione Cristiana dei Lavoratori Italiani soggetto attivo di cambiamento a servizio della Società !” >

Abbiamo avuto il piacere di incontrare il Prof. Claudio Bachetti, Presidente delle ACLI della Provincia di Ascoli Piceno.

Le ACLI nella provincia picena sono una realtà storica, sociale ben radicata nel territorio e molto apprezzata.

Interpretano concretamente nel quotidiano il messaggio della solidarietà evangelica che ah al centro della sua azione la PERSONA UMANA  quale valore assoluto perché creata a immagine e somiglianza di DIO.

Su questi e altri temi di attualità ci siamo confrontati con il Presidente Bachetti.

Il Prof. Claudio Bachetti, Presidente delle ACLI di Ascoli Piceno

D) Può tracciare un breve excursus storico delle ACLI nella provincia di Ascoli Piceno ?

R) Le ACLI nella provincia di Ascoli Piceno testimoniano la loro presenza già a partire 1945, anno di fondazione dell’Associazione nazionale.

Numerosi sono stati i suoi dirigenti che nel corso degli anni hanno inoltre garantito il loro qualificato contributo anche nelle Amministrazioni locali, anche grazie alla formazione socio-politica svolta ricevuta all’interno dell’Associazione.

Fino alla ripartizione tra provincia di Ascoli Piceno e provincia di Fermo, le ACLI Provinciali facevano riferimento a tutto quel bacino che comprendeva il territorio di entrambi i capoluoghi.

Negli ultimi quindic’anni le ACLI hanno avuto un grande sviluppo specie per quanto attiene la parte relativa ai servizi fiscali e previdenziali, con conseguente importante aumento di operatori impegnati presso le sedi di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto.

Ma anche per quanto concerne l’attività di promozione sociale, realizzata dalle associazioni specifiche e circoli affiliati, con un numero sempre crescente di progetti educativi a forte impatto sociale.

Oggi le ACLI di Ascoli Piceno impiegano ben 10 dipendenti, hanno 7 associazioni specifiche e 36 circoli affiliati per un totale di circa 10.000 soci.

D) Se le fosse possibile le chiedo di ricordare uno degli asclisti più dinamici tra quelli che hanno dato lustro all’Associazione: l’indimenticabile Gino Vallesi.

L’indimenticabile Gino Vallesi, già Presidente ACLI di Ascoli Piceno e Assessore alla sanita della Giunta della Regione Marche

R) Ricordare Gino Vallesi e la sua figura all’interno della nostra compagine associativa ACLI e non è un compito facile visto lo spessore della sua persona.

Di certo è stato uno dei Dirigenti delle Acli di maggior spessore nell’ambito della nostra Associazione e molte sono le caratteristiche significative che lo hanno contraddistinto.

Una persona davvero sapiente, sia nel saper precorrere i tempi, sia nei riguardi delle Istituzioni.

Gino aveva e mostrava la capacità di saper leggere i segni della contemporaneità ed in quanto un uomo capace di comprendere le problematiche fondamentali e le cause vere dei problemi che si affrontavano, sapeva trovare delle soluzioni innovative, valutando le conseguenze delle azioni da poter mettere in campo.

Di seguito, una volta terminato il suo mandato di Presidente provinciale delle ACLI, si è defilato dimostrando la sua libertà ma anche la sua affidabilità, restando a disposizione dell’Associazione e confermandosi così un riferimento davvero fondamentale.

Gino, quale uomo e amministratore, si è mostrato sempre onesto e trasparente !

Una volta conversando con lui, per raccomandarmi l’importanza dell’onestà, mi disse: “Ora che sei Presidente ricordati questo aspetto. La cosa più importante è di uscire dalla porta principale, ogni sera che esci dall’ufficio; e fai in modo di andare in giro sempre a testa alta !”.

È stato un vero testimone di vita cristiana, dove, a mio parere, la sua testimonianza più importante l’ha data nell’ambito delle relazioni umane: è stato in grado di coniugare – nella sua vita associativa – la verità e il rispetto delle persone, mostrandosi sempre in grado di manifestare il suo punto di vista, pur mantenendo il profondo rispetto per gli altri e l’altrui pensiero.

Concludendo, definirei Gino Vallesi un uomo che nella sua vita ha contribuito a costruire quello che dal punto di vista cristiano chiamiamo “il Regno di Dio e la sua giustizia”. E questo lo ha fatto da uomo libero e mettendo a disposizione le sue straordinarie capacità.

D) Cosa significa fare ed essere ACLI oggi, all’inizio di questo terzo millennio così turbolento ?

R) Il periodo storico che stiamo attraversando è certamente uno dei più complessi della storia dell’Umanità, soprattutto a causa del fenomeno della globalizzazione nel quale tutti siamo interdipendenti, in cui le scelte individuali e sociali hanno effetti amplificati e nel quale è difficile rintracciare le cause e le soluzioni dei problemi.

Essere ACLI oggi significa quindi, per un movimento educativo e sociale come il nostro, essere in grado di svolgere un’azione educativa e formativa che abbia una concreta ricaduta sociale, declinando i valori in cui crediamo in pratiche quotidiane e aiutando le persone ad avere una coscienza critica per discernere il bene dal male: promuovere una coscienza morale per orientarsi al bene nelle scelte di tutti i giorni è per noi una prassi quotidiana.

 

Nel nostro piccolo vogliamo essere un soggetto attivo di cambiamento perché abbiamo il potenziale per poterlo essere: una rete costituita da circoli diffusi in tutto il territorio provinciale a cui si aggiungono le associazioni specifiche (US ACLI, Ipsia, ACLI Arte e Spettacolo, FAP, CTA) intorno alle quali, legate da interessi particolari, si aggregano persone e infine i Dirigenti a più livelli con importanti competenze sociali, relazionali, educative, formative, organizzative e amministrative.

D) Come arginare, purtroppo, le nuove forme emergenti di povertà che si aggiungono a quelle ormai croniche? La politica è grado di dare risposte adeguate?

R) Il tema della povertà, insieme a quello dell’integrazione sociale e della salvaguardia del creato, è uno dei principali ambiti di azione della nostra Associazione.

Come ACLI lo affrontiamo sia occupandoci di servizi, offrendo quindi supporto e consulenza previdenziale e fiscale soprattutto alle fasce più deboli della popolazione, sia agendo nell’ambito della promozione sociale, dove svolgiamo la nostra attività mediante Associazioni che realizzano stabilmente azioni su quanto noi riteniamo essere la causa principale della povertà.

Mi riferisco all’ingiustizia sociale, derivante da un sistema economico squilibrato che genera strutturalmente poveri, alimentato di contro da uno stile di vita consumistico, caratterizzante la minoranza della popolazione globale, cioè i paesi occidentali, i quali oltretutto per definizione si dicono cristiani.

A mio avviso, la politica da sola non è in grado di dare risposte adeguate al problema della povertà per il semplice fatto che in un mondo globalizzato i cambiamenti sono determinati dal potere economico che si muove a livello internazionale e non più dalla politica ancora troppo spesso limitata negli ambiti nazionali o al massimo continentali.

Oltre a ciò, esistono almeno altri due problemi: quello delle competenze adeguate da parte della classe dirigente e quello della dicotomia tra la necessità di scelte che produrranno gli effetti solo nel lungo periodo e le dinamiche elettorali che hanno tempi più brevi.

D) Quali proposte in tal senso, a sollievo delle nuove emergenze sociali, si potrebbe formulare sulla base della sua esperienza di volontario impegnato nel sociale ?

R) Sulla base della mia esperienza nel mondo dell’associazionismo impegnato nel sociale, la via che in qualche modo si sta già tentando di percorrere è la creazione di  validi presupposti affinché le risorse del Terzo Settore possano efficacemente contribuire al così detto  “welfare comunitario”.

Welfare che sopperirebbe lo  smantellamento e l’inefficienza esistente – in molti casi – del “welfare statale”.

In questo senso sono da perseguire almeno tre obiettivi già evidenti con la riforma del Terzo Settore.

Il primo è la partecipazione a pieno titolo del mondo del terzo settore alla coprogrammazine e co-progettazione con il settore pubblico.

Vi è poi la formazione professionale sempre più accurata degli operatori e delle stesse associazioni. E da ultimo dobbiamo rendere sempre più trasparente la parte amministrativa ed operativa delle Associazioni che devono paoter svolgere le loro attività sempre più con fondi pubblici.

Presidente la ringraziamo della sua cordiale disponibilità e fattiva collaborazione  augurandole i più  cordiali e sinceri auguri per 2022 foriero di speranza, pace, serenità  e benessere per gli associati ACLI e alla vasta platea di persone che quotidianamente bussano alla vostra porta che trovano sempre aperta.

 

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