San Beda detto il Venerabile, sacerdote e dottore della Chiesa. Fu seguace di San Benedetto Biscop e di S. Ceolfrido, dedicandosi solo alla preghiera, allo studio e all’insegnamento del monastero di Jarrow (Inghilterra).
Fu anche amanuense e il Codex Amiatinus, uno dei più preziosi e antichi codici della Volgata, conservato nella biblioteca Laurenziana di Firenze, sarebbe stato eseguito sotto la sua guida. Della sua vasta produzione letteraria restano opere esegetiche, ascetiche, scientifiche e storiche. Tra queste c’è L’Historia Ecclesiastica Gentis Anglorum, un monumento letterario universalmente riconosciuto da cui emerge la Romanità (universalità) della Chiesa. Studioso di tempra eccezionale e gran lavoratore, ha lasciato nei suoi scritti l’impronta del suo spirito umile e sincero, del suo discernimento sicuro e della sua saggezza.
Già da vivo lo chiamano “Venerabile”. E l’appellativo gli rimarrà per sempre, sebbene nel 1899 papa Leone XIII lo abbia proclamato santo e dottore della Chiesa.
È stato uno dei più grandi comunicatori di conoscenza dell’alto Medioevo. E’ un maestro di probità, col suo costante scrupolo di edificare senza mai venire meno alla verità, col grande rispetto per chi ascoltava la sua voce o leggeva i suoi libri.
A più di dodici secoli dalla morte, il Concilio Vaticano II attingerà anche al suo pensiero, che viene citato nella Costituzione dogmatica “Lumen gentium” sulla Chiesa e nel decreto “Ad gentes” sull’attività missionaria.
Beda muore a Jarrow, dove ha per tanto tempo insegnato, e lì viene sepolto.
Ma il re Edoardo il Confessore (1004-1066) farà poi trasferire il corpo nella cattedrale di Durham.