IL SISTEMA PUBBLICO DEVE ESSERE A SERVIZIO DI TUTTI GLI ITALIANI E NON A SERVIZIO DELLA “CASTA DEGLI INTOCCABILI” !

IL SISTEMA PUBBLICO DEVE ESSERE A SERVIZIO DI TUTTI GLI ITALIANI E NON A SERVIZIO DELLA “CASTA DEGLI INTOCCABILI” !
Anna Dora delli Carri (Roma)

A cura di Dott.ssa Anna Dora delli Carri

annadora.dellicarri@dconline.info

Segretario Dip. Attività economico produttive del X Municipio di Roma Capitale

Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

< IL SISTEMA PUBBLICO DEVE ESSERE A SERVIZIO DI TUTTI GLI ITALIANI E NON A SERVIZIO DELLA “CASTA DEGLI INTOCCABILI” ! > 

Cari lettori, la mia non è ancora un “rubrica”, ma dopo il mio articolo del 22 gennaio scorso, dove ho espresso il mio sconcerto sulla nostra Sanità laziale, in seguito ad una mia allucinante esperienza ad un ospedale di Roma, vorrei che i nostri Signori politici cerchino di capire come ormai il loro sistema fa acqua da tutte le parti: un sistema politico che dovrebbe essere al servizio, attraverso gli enti pubblici, di tutti gli italiani,  ma in particolar modo dei più deboli, i più piccoli, coloro che non hanno voce, che sopravvivono per andare avanti e che restano inermi nell’assistere alle tante ingiustizie, ai soprusi, alle discriminazioni che quotidianamente SUBISCONO , da parte di quelli che appartengono alla “CASTA degli INTOCCABILI”, che manipola noi tutti.

Ed è proprio a questo proposito che intendo portare, Voi tutti, a conoscenza di vari sorprusi che Barbara (la chiamerò così per motivi di privacy) – una donna, una madre, una lavoratrice ed una disabile – continua a subire dagli Enti pubblici, lasciandoVi alla lettura di questa lettera che Lei stessa ha inviato al Ministro del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali, On. MARINA ELVIRA CALDERONE.

<< Oggetto: Alla Cortese Att.ne dell’Onorevole Ministro MARINA ELVIRA CALDERONE

On. Marina Elvira Calderone

Ill.mo Onorevole, mi presento, brevemente:

il mio nome è  BARBARA, nata a ……. nel ……., madre single di 5 figli, impiegata presso un Istituto bancario (non ancora per molto) ed appartenente alle categorie protette Legge 68/99, in quanto  invalida civile.

Mi permetto, Onorevole Ministro di disturbarLa,  con questa mia, in quanto, essendo notorio che è compito del Suo Ministero, quello di sottoporre a vigilanza gli Enti pubblici che operano nel settore del lavoro, desidererei metterLa a conoscenza di alcuni  avvenimenti che negli ultimi tempi stanno, ulteriormente, aggravando il mio stato di salute, già precario, a causa di sorprusi che si stanno perpetrando a mio danno da parte di determinati Enti pubblici, in primis, l’INAIL, “che avrebbe il compito di gestire l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali”: questo è quanto è scritto sulla carta, ma di sovente non corrisponde alla realtà ed alla quotidianità.

In seguito al mio infortunio, accaduto il ……………, sul  posto di lavoro, (luogo  in cui sono stata vessata, discriminata e mobbizzata), c’è stato un comportamento da parte dell’Ente sopra citato inusuale e al limite della legalità, in quanto chi è  preposto a compiere determinati ruoli non ha agito secondo quel “principio di legalità” di cui tanto si parla nel ns. diritto.

Per questo desidero esporLe il caso, brevemente:

  • la mattina dello scorso ……….., mi sono recata sul posto di lavoro. Dopo qualche ora, in seguito ad attacchi di panico, mi sono precipitata in bagno per cercare di riprendere il controllo, ma ho perso conoscenza. Al mio risveglio mi sono trovata riversa sul pavimento del bagno; ancora in preda all’attacco di panico e con un dolore lancinante alla parte lombosacrale della colonna, si è provveduto a richiedere, una ambulanza, che non è mai arrivata.
  • Dopo l’arrivo al pronto soccorso dell’ospedale …….. di Roma e una lunghissima attesa (circa 16 ore) per essere visitata, sono stata dimessa con una prognosi di 30 giorni, a causa di una vertebra fratturata. Come da procedura, il medico dell’ospedale ha provveduto a fare segnalazione di infortunio all’INAIL.
  • Fino a questo punto pare che vada tutto per il meglio, fino a quando, dopo appena 6/7 giorni dall’accaduto, ricevo dal mio datore di lavoro, una mail nella quale mi viene girato il provvedimento del dirigente dell’INAIL di Roma ……….con il quale mi si informa che il mio non è un INFORTUNIO ma semplice
  • Il tutto mi ha lasciata, inizialmente, esterrefatta, ma dopo aver approfondito la questione, ho ravvisato alcune incongruenze nella procedura usata, come la brevità del tempo in cui è stata presa tale decisione, senza nemmeno essere stata chiamata a visita.
  • Dopo una mia pec al dirigente dell’INAIL di Roma ……….., la mia pratica è stata riesaminata e la MALATTIA è diventata INFORTUNIO. Quale è stata la ragione di questo ravvedimento? Secondo il dirigente non gli erano stati, forniti, dal mio datore di lavoro, i documenti attestanti il mio infortunio. (Boh)!!!!!!
  • L’8 ………scorso, sono stata chiamata a visita dall’ente e dopo un’attesa di tre ore su di una sedia con una vertebra fratturata, mi viene proposto del medico legale di recarmi a Latina per effettuare una risonanza magnetica lomosacrale. A quel punto, Ill.mo Onorevole, mi sono chiesta: ma queste persone preposte a determinati uffici “ci fanno o ci sono”? Non Le sembra assurdo che una invalida che può stare solo sdraiata, per fare una risonanza debba fare 70 km all’andata  e 70 km al ritorno?
  • Per farla breve, il 17 febbraio vengo, nuovamente, convocata a visita. Dopo questa ennesima offesa alla mia intelligenza, non potendo deambulare, decido di comunicare all’Ente, la mia impossibilità a recarmi in sede, (evidentemente, in quel posto sono duri di comprendonio) e su richiesta di un altro medico legale, sempre dell’Inail di Roma ……….., invio tutta la documentazione del neurochirurgo della ASL….., del medico dell’ospedale e del mio medico di base, dove tutti convengono nella mia impossibilità a deambulare e nel fissare una nuova data per la visita. Così la storia pare essere arrivata ad una fine, in attesa di una mia ripresa per un’ulteriore visita presso l’INAIL.
  • Inaspettatamente, ieri, ………. ricevo per posta una lettera dove si legge:” il suo infortunio è stato archiviato, in quanto non si è presentata alla visita fissata per il primo marzo 2023”: purtroppo, per loro, oltre all’incompetenza si aggiunge anche la menzogna, perché la  sottoscritta  non ha mai avuto comunicazione, né con raccomandata né tanto meno via pec, ossia i mezzi considerati a norma di legge per comunicazioni di un certo rilievo, da alcuna persona appartenente all’Inail (questo è comprovato anche da una verifica all’ufficio di smistamento della posta).
  • Ordunque Onorevole, io nella mia piccolezza, nonostante i miei titoli di studio, credo di essere una persona umile, corretta e che non ha mai creato problemi ad alcuno: una donna, una lavoratrice, ma soprattutto un essere umano che quando ha sbagliato ha sempre riconosciuto i suoi errori, ma allo stesso tempo, ha la consapevolezza dei suoi diritti, soprattutto se questi vengono calpestati da determinate realtà.
  • Per questa ragione, Ill.mo Onorevole, Le chiedo di prendersi cura di quanto Le ho descritto, e, così, indirettamente si prenderà cura della mia umile persona, che può trovare un po’ di giustizia solo grazie alla Suo discernimento, alla Sua umanità ed alla Sua comprensione.

Spero, Ill.mo Onorevole, di avere presto un Suo riscontro e nell’attesa Le porgo i miei più cordiali e sinceri saluti. >>

Articolo di: Anna Dora delli Carri

 

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IL SISTEMA PUBBLICO ITALIANO AL SERVIZIO DEGLI ITALIANI E NON AL SERVIZIO DELLA “CASTA DEGLI INTOCCABILI” – Ma noi serviamo il popolo italiano! * EDMOND NDOJ – Segretario Organizzativo della Democrazia Cristiana in Albania.