A cura di Dott. Angelo Sandri (Udine)
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Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana italiana
< IL SOSTEGNO DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA ALLA FAMIGLIA NATURALE BASATA SUL RAPPORTO TRA UOMO E DONNA >.
Anche la Democrazia Cristiana interviene nel dibattito in corso innescato dalla proposta di legge all’esame del Parlamento italiano, ossia il Ddl Zan.
Una proposta di legge che da più parte è stata definita inaccettabile: una legge bavaglio, inutile e liberticida.
E’ evidente infatti un tentativo di “colonizzazione ideologica”prevista dal Ddl Zan.
Se da n lato deve restare ferma la condanna ad ogni forma di discriminazione e violenza a causa dell’orientamento sessuale (che sono già duramente punite dal nostro ordinamento), con tutte le opportune aggravanti del caso, come dimostrano le numerosissime sentenze passate in giudicato.
Ma dall’altro lato viene espresso un netto rifiuto di questo disegno di legge per tutta una serie di ragioni che evidenziano u tentativo di limitare la libertà di espressione a contrariis del tutto inaccettabile.
Anche i Vescovi italiani hanno espresso un forte dissenso in merito: «Le discriminazioni – comprese quelle basate sull’orientamento sessuale – costituiscono una violazione di questa dignità che, in quanto tale, deve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni.
Al riguardo, un esame obiettivo delle disposizioni a tutela della persona, contenute nell’ordinamento giuridico del nostro Paese permette, di affermare che esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio.
E la Chiesa ha il compito di unire le genti, di qualsiasi razza ed etnia».
Legittima volontà di combattere ogni forma di violenza e di discriminazione dunque, ma anche e soprattutto un tentativo di equiparare con altre esperienze affettive – attraverso un colpo di mano (anzi, di legge) – ciò che si fonda sulla complementarietà tra maschio e femmina.
Con Papa Francesco va ribadito che “Ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza” (Amoris lætitia, 250).
Ma alla luce di tutto questo – come ha affermato recentemente la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana – vi è il dovere di riaffermare serenamente la singolarità e l’unicità della famiglia, costituita dall’unione dell’uomo e della donna.
Ciò non significa che non si debbano accettare o accogliere le scelte diverse, le varie situazioni esistenziali. Però la legge deve tutelare le garanzie e i valori fondamentali.
La distinzione fra uomo e donna esiste !
Per chi è credente viene da Dio, per chi non crede invece viene dalla natura; ma una tale distinzione comunque esiste.
Una legge che intenda combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna.
Sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga – per essere tale – un papà e una mamma e non la duplicazione della stessa figura, significherebbe introdurre un reato di opinione !
Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso.
Ed anche noi democratici cristiani rivendichiamo, ora ed in futuro, il diritto di affermare apertamente e liberamente il nostro pensiero e la nostra visione di uomo e di società.