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< IL VALORE DELLA TOLLERANZA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS >.
Vi è una famosissima frase associata al concetto di <Tolleranza>, che è stata attribuita al noto filosofo francese Francois-Marie Arouet Voltaire (1694.1778), la quale dovrebbe farci molto riflettere: “Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”.
La < Tolleranza > è un termine sociologico, culturale, nonchè religioso, relativo alla capacità collettiva ed individuale di vivere pacificamente con coloro che credono ed agiscono in maniera diversa dalla propria.
E’ un termine quindi relativo alla capacità di sopportare (senza esserne danneggiati) un qualcosa che di per sé potrebbe essere spiacevole o dannoso.
In senso sociologico la < Tolleranza > si manifesta in chi, teoricamente e praticamente, mostra rispetto nei confronti di coloro che credono, pensano e agiscono diversamente relativamente a principi riguardanti l’etica, la politica, la scienza, l’arte, la letteratura, la religione.
Il termine < Tolleranza > potrebbe avere secondo alcuni anche un significato di base negativo, indicando un atteggiamento o uno stato d’animo per il quale si accetta che altri professino differenti principi, ma riconoscendone l’errore e decidendo di sopportarlo ed accettarlo senza condizioni al fine di evitare mali o fastidi maggiori.
La < Tolleranza > potrebbe essere considerata un aspetto egoistico, di superiorità: << Ti tollero perché in fondo sono superiore e resto indifferente >>.
Storicamente la < Tolleranza >, dal punto di vista politico e religioso ha sempre costituito l’aspetto più importante, poiché sono state le divergenze, sul piano politico e religioso ad aver ispirato le più atroci guerre e persecuzioni.
L’idea di < Tolleranza > come sopportazione del diverso, nasce nello Stato moderno, caratterizzato da un’ideologia basata sull’uniformità linguistica, giuridica, economica, religiosa, contrapposta alla concezione medioevale di uno Stato piuttosto composito e multiforme, dove la diversità era vista invece come un valore aggiunto.
La < Tolleranza > intesa come ideale è teorizzata all’alba dell’illuminismo. Nel settecento il filosofo inglese John Locke (1632 – 1704) scrisse la famosa “Lettera sulla Tolleranza”.
Voltaire, in pieno illuminismo, riprese questo concetto e scrisse ”Il Trattato sulla Tolleranza “.
Un tempo la < Tolleranza > religiosa era una utopia. Infatti esisteva il separatismo, quale unica soluzione possibile per evitare il moltiplicarsi delle guerre di natura religiosa.
Oggi, tentando di superare la storia, molti leader politici parlano di < Tolleranza > religiosa come un segno indistinguibile di civiltà, molti altri invece pensano che sia una forma di interesse, paura e utopia,
Nello specifico pensano che: trattasi di forma di interesse quando viene evitato lo scontro semplicemente per salvaguardare gli affari con un gruppo o una nazione.
Trattasi di forma di paura quando viene evitato il confronto con il più forte a discapito dei propri diritti, e proprio per queste cose a detta di alcuni sarebbe soprattutto un’utopia.
Quando qualcuno parla di tolleranza, dovrebbe analizzare il significato reale del termine. Non si tollera un figlio, un coniuge o un amico. Tollerare significa sopportare.
Quindi tolleranza vuol dire sopportazione ma, se questa ci provoca danno, sopportazione vuol dire sottomissione.
Chiunque usi il suo spirito critico comprende facilmente che la < Tolleranza >, in particolare quella religiosa, sarebbe possibile solo gli estremismi venissero smussati.
Pensiamo agli anni ’60: per un italiano e per un iraniano era abbastanza facile parlare di < Tolleranza > religiosa perché, di fatto, nei loro Paese non c’erano interazioni con altre religioni.
Oggi non è più così, viviamo in una società trasformata e mentalmente più aperta con convivenze multirazziali.Il nostro paese nel percorso della sua evoluzione accoglie e soccorre migliaia di rifugiati e concede la costruzione di centri di culto differenti.
Oggi all’epoca del Coronavirus l’Italia affronta un’ulteriore nuova realtà fatta di cambiamenti, timori, perplessità, restrizioni, controlli ed ulteriori limitazioni della privacy.
Pertanto mi chiedo, se la Tolleranza è da considerarsi una virtù, in quanto permette a uomini di carattere, pensieri, condizioni, nazioni e religioni diverse di colloquiare e lavorare per il raggiungimento degli stessi scopi, nel più assoluto e reciproco rispetto.
I termini di Libertà, Uguaglianza, Rispetto e Fratellanza che sempre più spesso vengono citati, riusciremo mai a vederli rispettati ed applicati da e a tutti gli uomini?
Altresì mi chiedo se il nuovo modo di vivere caratterizzato da limitazioni di libertà e di privacy imposto dalla presenza del coronavirus (che hanno messo a dura prova sia l’aspetto emotivo che comportamentale della popolazione) aumenterà o diminuirà la nostra capacità di Tolleranza?
L’impreparazione sociologica, sanitaria ed economica della nostra Nazione (e di molti altri Stati), palesemente proporzionale alla diffusione del coronavirus aumenterà o diminuirà la nostra tolleranza?
La nostra Tolleranza aumenterà o diminuirà rispetto all’Economia Globale più propensa al profitto che all’essere umano ?
Nel mio percorso di vita ho apprezzato (e fatto mio) il suggerimento di uno stimatissimo Professore:<<Fai che regni in Te la capacità di ascoltare in silenzio, affinché Tu possa essere meno impulsiva, più riflessiva, più valutativa ed analitica delle idee e dei comportamenti altrui. Ciò Ti permetterà di evitare ad esternare giudizi prematuri e così la Tua capacità di < Tolleranza > ne sarà rafforzata ! >>
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