A cura di Dott. Alfonso Baio (Palermo)
alfonso.baio@dconline.info * cell. 340-3741666 *
Dirigente della Democrazia Cristiana regione Sicilia
Editorialista de < IL POPOLO >della Democrazia Cristiana
< Il Vangelo domenicale di quest’oggi (14-01-2024) pone ad ognuno di noi un quesito: a che ora hai incontrato Dio ? >
<< In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!».
E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete».
Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.
Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù.
Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. >> Parola del Signore.
Siamo amati da Dio. Bene-amati, perché si può anche amare male o addirittura malissimo.
Ma Dio ama bene: senza ricatti, senza suscitare attese o sensi di colpa, senza porre condizioni.
Ama perché è l’Amore puro, assoluto, totale e totalizzante. Ama senza condizioni. E il cammino di fede è lo scoprirsi amati per scegliere di amare,
Siamo noi che stentiamo ad amarci come ci ama Dio. O ci svalutiamo o ci sopravvalutiamo. Ma per Dio siamo unici, irripetibili.
Tutta la nostra vita, allora, consiste nello scoprire e nell’assecondare ciò che siamo agli occhi di Dio, per diventare ciò che Dio vede: un capolavoro. Che volete?
È la prima parola che Gesù pronuncia nel Vangelo di Giovanni: che volete? Non cerca discepoli, non li blandisce o si congratula con loro per la scelta fatta. Chiede ragione della loro scelta. Dio non vuole discepoli a rimorchio, cristiani sbadati, cattolici per abitudine. Chiede consapevolezza.
Il nostro è un Dio che chiede di seguirlo, ma da adulti. La fede non è “fare”, “sapere” ma “conoscere”.
Noi per primi siamo chiamati ad andare a vedere, noi per primi siamo chiamati a fare l’esperienza della sequela.
Ed essi andarono, videro e restarono con lui. Dopo essersi fidati restano, accettano, si lasciano coinvolgere.
L’annotazione finale di Giovanni è simpaticissima: erano circa le quattro del pomeriggio. Quel giorno, quell’istante, è così importante per lui che segna l’inizio di una vita nuova.
Sono passati forse sessant’anni da quell’evento ed il discepolo ricorda l’ora precisa ! Tutto è cambiato, ormai, per Giovanni e Andrea: quel giorno è stato come l’inizio di una nuova Creazione.
A questo siamo chiamati: a fare esperienza di Dio. Ed allora chiediamoci: a che ora hai incontrato Dio?
***********************************************************************
www.ilpopolo.news *
www.democraziacristianaonline.it *
***********************************************************************
Verissimo. La fede è conoscere. Grazie Dott. Baio per il bellissimo contributo.