IL VUOTO AL CENTRO (parte prima) ° di GOFFREDO DI BUGLIONE *
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STATI GENERALI DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA
< COSTRUIAMO INSIEME L’ITALIA CHE VOGLIAMO ! >
ROMA – Venerdì 18 gennaio / Sabato 19 gennaio 2019
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Ultimamente si sono moltiplicate le voci della “rinascita” della Democrazia Cristiana, una sorta di “araba fenice” che rinasce dalle ceneri di quel grande partito che ha portato il popolo italiano fuori dal tragico periodo del dopoguerra, incanalandolo anche verso il “miracolo italiano” del boom economico degli anni ’60.
Non voglio certo ripercorrere la Storia d’Italia e della DC e degli errori commessi che hanno portato a una prematura (di fatto) liquefazione dello stesso partito. Nè biasimare coloro che, alle prime difficoltà, si sono sparsi, quasi nascosti, in tutto l’arco costituzionale, provando quasi vergogna ad aver sostenuto il maggior partito democratico d’Europa.
Però voglio ragionare su alcuni punti chiavi legati a questa “resurrezione” !
Ho sempre sostenuto che l’italiano, forse per abitudine o forse per indole, fosse un “moderato centrista”, che non rinnega completamente ciò che propone la destra, piuttosto che la sinistra. La sua distribuzione è come la curva di Gauss: la maggioranza della popolazione risiede al centro della “campana” statistica, ma esistono anche frange minimali agli estremi.
La scomparsa “tout court” dell’area moderata di centro ha creato un innegabile vuoto di idee e contenuti e chi ha tentato di instaurare la politica del duopolio ha fallito, lasciando l’Italia in un immobilismo ventennale causato da due parti contrapposte che non comunicavano.
E le voci del “si stava meglio prima di ora” si moltiplicavano; si sentiva sempre di più la mancanza di un centro “equilibratore”. Ma i residui dei centristi invece di riunirsi e andare a ricostituire lo zoccolo duro della politica italiana, miravano o a rimpinguare il centro-destra o il centro-sinistra o a formare partitini senza alcun successo. Sembravano mirassero più a trovare un posto personale che avere un serio progetto politico.
Ora la Democrazia Cristiana vuole “rinascere”, anche alla luce della fine della vicenda giudiziaria che ha, di fatto, annullato lo sciagurato scioglimento proposto e attuato dall’allora Presidente Martinazzoli (1993/1994).
Ma ha un senso far rinascere la “balena bianca”?
Per alcuni, tra i meno giovani, la Democrazia Cristiana potrebbe rappresentare il partito dei corrotti, degli accordi non scritti con la malavita organizzata, il partito dei massoni.
C’è stato anche del marcio, come in ogni partito, ed evidenzio OGNI, ma è stato anche il partito che ha promosso e attuato cose mirabolanti, grazie a personaggi il cui spessore culturale e politico, purtroppo, oggi non riscontriamo da nessuna parte.
“Ripulire” lo scudo crociato dal fango di cui è stato talvolta imbrattato, quindi, non è impossibile. Ma alcuni vorrebbero cambiare nome al centro nascente, renderlo più “appetibile” alle nuove masse giovanili e più vicino all’Europa.
Qualcosa, ovviamente, c’è da cambiare: proprio per non fare gli errori del passato. Bisogna saper leggere il presente e “prevedere” il possibile futuro e adattarsi quanto prima ai cambiamenti non tanto delle ideologie, che al momento non esistono più, ma di quanto verrà proposto a livello mondiale.
Un po’ come per le previsioni del tempo: conoscere il passato, studiare bene il presente al fine di prevedere, con la minore incertezza possibile, il futuro più probabile.
Ora, se le ideologie sono per lo più decadute, non lo sono i Principi. Il principio di Democrazia, per esempio, rimane ed è sempre valido, anche se è la forma di Governo più complessa, ma che assicura maggiore libertà individuale.
Ecco, quindi, che la Parola Democrazia DEVE rimanere. Purtroppo dai primi anni ’70 si è confusa la parola “libertà”, che assicura un comportamento democratico di un popolo nel rispetto dell’individuo e delle idee altrui, sotto regole condivise, con la parola “libertinaggio”, che assicura all’individuo una personale libertà d’azione, anche a discapito della libertà altrui.
Una mancanza di “educazione civica” quindi, che si rispecchia nella involuzione totale della nostra società. Ovviamente il “rinascente” centro, non deve essere esclusivo dell’Italia ma, anzi, deve essere aperto all’Europa, senza esserne suddito; e ciò rispecchia l’ideale dei padri fondatori non solo della Democrzia Cristiana, ma dell’Europa unita che, insieme al francese Schuman, al tedesco Adenauer, annovera anche il nostro Alcide De Gasperi.
Un’Europa ovviamente da rimodellare, in cui al centro non ci sono solamente le banche e l’euro, ma soprattutto l’individuo europeo, con la sua storia differente e le sue molteplici tradizioni e lingue, con la sua libertà di espressione.
L’economia è un fattore importante, ma non sono da meno la politica fiscale unitaria, la sicurezza, la salute e il welfare.
Quanto mai attuale, quindi, è anche lo slogan “LIBERTAS” posto in evidenza sullo scudo crociato.
di GOFFREDO DI BUGLIONE (*)
(*) Goffredo di Buglione è stato un cavaliere franco e uno dei comandanti della prima crociata.
Dopo il riuscito assedio di Gerusalemme, Goffredo divenne il primo sovrano del nuovo Stato Crociato, il Regno di Gerusalemme ma, secondo la leggenda, rifiutò il titolo di Re in quanto credeva che l’unico vero Re di Gerusalemme fosse Gesù Cristo.
Lo pseudonimo scelto è per ribadire il profondo credo religioso, la speranza di riunificazione del Centro e, sotto un’unica bandiera, essere tra i promotori di un’Europa unita al raggiungimento di obiettivi comuni, secondo i canoni dei padri fondatori, nonostante le differenze di “credo”.
Penso che sia un articolo completo. Ha elencato i fattori importanti che debbono esserci in uno stato libero da imposizioni o pregiudizi precostituiti. Manca l equilibrio del centro politico in Italia ed è questo un dato inoppugnabile; tale vacazio va colmato per i bene della nostra Nazione, Democrazia ed il popolo che costituisce questo! W la DC ; buona DC a tutti .