di Dora Cirulli
Si è appena conclusa una settimana “ad alta tensione” in relazione al dibattito intervenuto tra i più importanti leader europei sull’emergenza immigrazione.
Da una parte con Paesi come Ungheria, Austria e ora anche l’Italia schierati a favore di controlli intransigenti alle frontiere, dall’altra con Francia e Spagna che denunciano violazioni di diritti umani da parte di chi vuole contrastare a tutti i costi l’ingresso di migranti senza documenti.
Alla luce di tutto questo, sono risultate particolarmente significative le parole del Presidente del Parlamento Europeo Tajani in occasione dell’incontro con il Direttore Generale della FAO José Graziano de Silva e che si è tenuto a Roma lunedì scorso:
”A causa della mancanza di lavoro, acqua e cibo, in Africa milioni di persone muoiono o vivono di stenti. Questi fenomeni sono aggravati dai cambiamenti climatici e dalla relativa desertificazione di migliaia di ettari coltivabili. Molte famiglie sono costrette a spostarsi lungo rotte migratorie sempre più pericolose, mettendo a rischio la loro vita nel deserto o in mare.
Non è più tempo di parole: dobbiamo intervenire in maniera concreta per dare risposte a questi problemi epocali. Nel prossimo bilancio Ue serve un Piano Marshall per l’Africa dotato di almeno 40 miliardi di euro per stimolare la crescita del continente.
È questa l’unica via per risolvere alla radice la questione dei flussi migratori. Non possiamo più stare a guardare da lontano l’Africa con occhiali europei; dobbiamo essere attivi sul continente con occhiali africani. Mi recherò a breve in Libia e in Niger per valutare la situazione e offrire a questi paesi il sostegno e la cooperazione del Parlamento europeo.”
La prossima settimana a Bruxelles sarà particolarmente ricca di riunioni importanti per la politica europea, a partire dal voto nella giornata di lunedì da parte delLa commissione per le Libertà Civili riguardante l’eventuale attivazione per la prima volta dell’Articolo 7 contro uno Stato membro (nella fattispecie l’Ungheria, a seguito delle parole del presidente Orbàn ).
All’origine della richiesta dell’attivazione dell’Articolo 7 ci sarebbe il rischio di una grave violazione dei valori dell’Unione Europea, che potrebbe portare all’imposizione di sanzioni, compresa la sospensione del diritto di voto da parte dello Stato membro.
La commissione per le Libertà Civili chiederà inoltre ulteriori chiarimenti sull’applicazione della Direttiva sui favoreggiamenti – che prevede sanzioni nei confronti di chiunque assista persone entrate illegalmente nell’Unione europea o con permesso di soggiorno irregolare – per assicurare che azioni di assistenza umanitaria a migranti e richiedenti asilo non siano criminalizzate.
Nella giornata di giovedì la Commissione Affari Esteri discuterà lo stato delle relazioni UE-USA, alla luce delle recenti azioni di Trump all’insegna dell’”America First”, fino all’atteso intervento dello stesso Tajani in Consiglio Europeo su temi quali migrazione, sicurezza e difesa, questioni economiche e di bilancio e Brexit.
Dora Cirulli – Roma