A cura di Goffredo di Buglione * www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it *
< Goffredo di Buglione è stato un cavaliere franco e uno dei comandanti della prima crociata.
Dopo il riuscito assedio di Gerusalemme, Goffredo divenne il primo sovrano del nuovo Stato Crociato, il Regno di Gerusalemme ma, secondo la leggenda rifiutò il titolo di Re in quanto credeva che l’unico vero Re di Gerusalemme fosse Cristo.
Lo pseudonimo scelto è per ribadire il profondo credo religioso, la speranza di riunificazione del Centro e , sotto un’unica bandiera, essere tra i promotori di un’Europa unita al raggiungimento di obiettivi comuni, secondo i canoni dei padri fondatori, nonostante le differenze di “credo”>.
< IMMIGRAZIONE: TANTO POPULISMO, NESSUN FATTO CONCRETO ! > (PARTE QUARTA)
Nelle puntate precedent, abbiamo fatto un quadro doveroso, necessario per vedere in che contesto sociale si inquadra la nuova fase immigratoria. Andiamo ora a scavare un pochino per vedere il perché “improvvisamente” l’Africa si sia mossa verso l’Europa.
Molti dicono per le guerre.
In realtà in Africa conflitti tribali sono sempre esistiti, ma non sono mai stati causa di enormi flussi migratori come quelli di questo periodo, neanche in caso di sconvolgimenti di un certo rilievo (Ruanda, Sud Africa, Somalia ed Eritrea, Zaire…..).
Negli ultimi 20 anni, oltre ai curdi, è stato il popolo siriano, iracheno, afgano a dover emigrare per fattori bellici e religiosi rilevanti (ricordo che in questi Paesi è stata proprio la comunità cristiana a essere quella più perseguita, tra il silenzio di molti, anche della Chiesa!). Eppure non sono loro quelli che costituiscono la maggioranza degli emigranti!
Molti provengono dal Senegal, dalla Nigeria, dal Ciad, dal Niger, dal Marocco, dalla Somalia e poi da altri Paesi africani, insomma da terre dove non esistono guerra a grande scala, ma “solo” i consueti scontri tribali e, spesso, una povertà conclamata (creata da chi?)! A proposito: perchè indiani e pakistanispesso si inseriscono in queste migrazioni e vengono da noi piuttosto che in Cina, da anni il Paese a più elevata crescita economica insieme all’India, o non vanno in Giappone, a Twain o nei ricchi paesi della penisola arabica? Oltre a essere sensibilmente più vicini e più ricchi, hanno anche usanze e lingue più similari rispetto alle lingue e tradizioni europee. Non ho visto ancora una risposta al riguardo! Anzi, ma qualcuno si è mai fatto una domanda?
Si dice che per arrivare da noi, oltre a subire un viaggio infernale, pagano dai 2 ai 3000 euro/persona. Ma avete idea cos’è quella cifra per le persone che vivono in quei posti? Non credo!
Lo stipendio medio di uno statale va dai 100 ai 600 euro/mese, molti stanno anche sotto la soglia dei 100€/mese. Quindi i disperati, dove prendono quei soldi? Anche qui, un silenzio assordante.
Analizziamo la provenienza.
La maggioranza degli immigrati proviene da terre che nei secoli scorsi sono state colonizzate da francesi, spagnoli e inglesi. Dallo decadenza ufficiale dello “status” di colonia, molti abitanti di quelle terre sono immigrati proprio negli Stati che avevano colonizzato quelle terre (ad es., pakistani, indiani, egiziani in GB, algerini, marocchini, senegalesi, ivoriani e altri in Francia). Tuttavia chi più, chi meno, le nuove repubbliche africane sono rimaste “attaccate” ai Paesi colonizzanti i quali, invece di adoperarsi per un miglioramento socio-economico delle stesse, le hanno continuato a sfruttare e a sottomettere, tramite grossi gruppi industriali che continuano a beneficiare delle immense ricchezze di quei territori. Ovviamente non è che il resto del mondo è stato a guardare: chi più, chi meno, europei, asiatici e americani hanno radicato i propri interessi in Africa, trascurando il benessere degli abitanti.
Un continente dalle grandi potenzialità economiche, ma reso sterile da una povertà diffusa, dove commercio illecito e corruzione hanno gioco facile. Ed ecco bande armate più o meno organizzate che attaccano gli interessi occidentali in Africa ma solo apparentemente, perché poi commerciano con gli stessi in armi, droga e…uomini. È l’esempio della Nigeria, a oggi la PRIMA economia africana e la 26° del mondo; nonostante ciò la maggioranza della popolazione è analfabeta e vive in condizioni di povertà estrema, abbandonando le ricche terre dell’entroterra per bivaccare negli infernali “slums” di Lagos e dove il gruppo terroristico denominato “bokoharam”, sotto la falsa ideologia islamica, addestra ferocemente i bambini guerrieri (dagli 8 ai 14 anni) e attacca comunità cristiane e le piattaforme petrolifere americane e inglesi.
Di esempi similari, l’Africa ne è piena, ma la colpa, volente o nolente, è sempre dei “colonizzatori”. Eppure qualcosa si muove, qualche esempio virtuoso esiste, ovviamente non senza interessi, ma che comunque coinvolge la comunità. Ricordate l’Eritrea, terra che per anni è stata sconvolta da carestie e guerre civili, come la Somalia?
Ebbene da qualche anno imprese europee hanno deciso di investire in quella terra, utilizzando tecnologie e rendendola fertile e produttrice. Oggi è diventato uno dei Paesi africani più sicuri, l’occupazione cresce ogni anno, come anche il bene pro-capite. Pensate è diventato uno dei Paesi più importanti per la floricultura mondiale con un’esportazione a doppia cifra verso i paesi europei e non solo. I cinesi, silenziosamente, da anni stanno investendo e impegnandosi in prima persona in molti paesi africani, creando posti di lavoro non solo per i loro conterranei (i cinesi) ma anche per la popolazione locale. Certo, le condizioni lavorative non raggiungono gli standard europei, ma meglio della povertà è. E l’Europa che fa? invece di investire in loco, creando ricchezza in quelle zone, accoglie, ma nonnella “cristiana” maniera.
È necessario fare ancora un piccolo passo indietro, nel 2010-2011, periodo noto come “primavera araba” ma, soprattutto, periodo caratterizzato dall’attacco alla Libia.
Ormai è noto che fautore di quella “guerra” è stata la Francia. Ma perché?
La scusa era quella di deporre il dittatore Gheddafi. La cosa strana è che gli Stati Uniti, in anni in cui erano dominatori incontrastati nell’area, non ci sono mai riusciti, anche perché non hanno trovato l’appoggio incondizionato dei loro alleati, Italia in primis, dovuta al fatto non solo che in loco c’erano molti interessi nazionali (ENI, ma non solo), ma che Gheddafi costituiva il collante di molte tribù altrimenti ingovernabili, come accade oggi. E l’Italia ha sempre giocato il ruolo di intermediario tra questo Paese, e quindi il mondo arabo, e l’Occidente.
Ma in quel periodo (2011) il governo Berlusconi subiva un attacco senza precedenti da molti partner europei guidati da Francia e Germania e non solo per il suo atteggiamento un pò, diciamo, guascone. La verità è un’altra. Berlusconi aveva appena siglato accordi con la Russia” dell’amico” Putin e con la Libia di Gheddafi per la doppia fornitura di gas diventando un centro privilegiato in Europa a discapito della Germania soprattutto, oltre ad altri accordi commerciali tra i due Paesi che avrebbero portato benefici economici “pericolosi” per la Merkel e per il bipolo di potere costituito dall’asse franco-tedesco con il supporto dell’Inghilterra. L’Europa avrebbe avuto un’altra porta d’ingresso per il gas e il petrolio invece di quello proveniente dalla sola Algeria, gestito, guarda caso, da società francesi. Non solo, ma l’accordo prevedeva anche il controllo dell’immigrazione già a partire dall’entroterra libico. Certo in cambio, oltre a soldi, era previsto un ammodernamento delle infrastrutture libiche (strade e ferrovie in primis) ad opera di ditte italiane. La Francia ha sempre mal digerito non avere il pieno controllo commerciale di tutto il Maghreb e vedeva la Libia come anello mancante al suo dominio assoluto, un Paese ricco da sfruttare, e non solo per il gas e il petrolio (a proposito, l’ENI, che aveva la gestione dei maggiori pozzi petroliferi libici, è stata sostituita, quasi in toto, dalla Total francese!). Infatti, oltre all’oro nero, al confine tra Ciad e Libia esistono ricche miniere d’oro e uranio e di alcune terre rare, utili per le tecnologie moderne.
In tale confine, guarda caso esiste una postazione di controllo della “legione straniera” corpo d’elite francese, proprio a guardia di tali ricchezze, anche se il motivo “ufficiale” è la protezione degli interessi francesi in Ciad.
(*) Goffredo di Buglione è stato un cavaliere franco e uno dei comandanti della prima crociata.
Dopo il riuscito assedio di Gerusalemme, Goffredo divenne il primo sovrano del nuovo Stato Crociato, il Regno di Gerusalemme ma, secondo la leggenda rifiutò il titolo di Re in quanto credeva che l’unico vero Re di Gerusalemme fosse Cristo.
Lo pseudonimo scelto è per ribadire il profondo credo religioso, la speranza di riunificazione del Centro e , sotto un’unica bandiera, essere tra i promotori di un’Europa unita al raggiungimento di obiettivi comuni, secondo i canoni dei padri fondatori, nonostante le differenze di “credo”.