A cura di Anna Beneduce (Salerno) * anna.beneduce@dconline.info *
Segretario provinciale Dipartimento Relazioni con il Mondo Cattolico e del Volontariato della provincia di Salerno *
< “In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio” >.
Dopo l’intensa esperiena della Settimana Santa e la Festa dell’Ottava di Pasqua, Festa della Divina Misericordia, continuiamo a vivere la letizia pasquale in modo non meno intenso, ma di certo più raccolto e più intimo.
Il cmamino verso la Festa di Pentecoste sarà per ognuno di noi una sorta di immersione interiore nel mistero pasquale di Gesù, per poterne cogliere il senso più profondo.
Quest’oggi la liturgia della Chiesa cattolica ci propone il brano del Vangelo di Giovanni che troviamo al capitolo 3, versetti 1-8.
La figura di Nicodemo sembra prenderci per mano , per passare dalle apparizioni del Risorto, ad un incontro personale con le esigenze della resurrezione che esige un vero cambiamento di vita.
Ci aiuta – come di consueto la rubrica < #dalvangelodioggi > con il commento di Don Luigi Maria Epicoco.
«In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».
Le parole che Gesù rivolge a Nicodemo ci ricordano il capovolgimento operato dalla Pasqua.
La Resurrezione è una rinascita, esattamente come il sacramento del battesimo. È infatti attraverso questa rinascita che “vediamo” il regno di Dio, cioè intuiamo un significato al fondo delle cose di questa nostra vita. Questo significato è ciò che fa da fondamento a tutto, è la vita eterna, è Dio stesso.
Ecco perché tutto il cammino cristiano è un cammino di rinnovamento, cioè un modo di vedere in maniera nuova le stesse cose:
“Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?»”.
Le resistenze che fa Nicodemo sono un po’ anche le nostre. Anche noi vorremmo capire in che senso possiamo davvero essere rinnovati:
“Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito»”.
Gesù sembra voler dire che il grande dono che si riceve quando ci si lascia introdurre nella rinascita pasquale è quella di vedere sgorgare dentro di noi la vita dello Spirito.
E la vita spirituale non è più la semplice vita retta dalle leggi della nostra natura di bisogni e biologia. Essa è una vita che manifesta in noi una libertà imprevedibile. Se la nostra natura ci costringe nel meccanismo di “causa/effetto”, la vita spirituale ci dona al fondo di tutto questo una libertà radicale che è quella di “causa/imprevisto”.
Secondo la nostra natura noi siamo già programmati. Secondo lo Spirito noi siamo un Mistero che rivelandosi manifesterà un’unicità mai vista. In fondo a partire da Gesù, tutti i santi sono dei grandi “unici” al mondo.