A cura di FERNANDO CIARROCCHI (Monteprandone / prov. Ascoli Piceno)
fernando.ciarrocchi@dconline.info * Tel. 347-2577651
Coordinatore della redazione giornalistica de “Il Popolo” della Democrazia Cristiana.
Responsabile nazionale dell’Agenzia Stampa “Libertas”
Vice-Segretario nazionale del Dipartimento Sviluppo-Comunicazione-Marketing” della Democrazia Cristiana
Editorialista del ” Il Popolo” della Democrazia Cristiana
< Ing. Enrico Migliardi (Roma Capitale): approfondire il “Codice di comportamento D.C.” per una valida azione politica e morale del democratico cristiano ! > * PRIMA PARTE
Il Testo definitivo e completo del Codice di Comportamento della Democrazia Cristiana, comprensivo dell’Azione Politica e delle Norme Morali, fu approvato dalla Direzione del Partito, dall’Assemblea Nazionale e dal Consiglio Nazionale in data 29-XI-1981.
Esso è uno dei maggiori strumenti normativi che statuiscono il “modus vivendi” dell’iscritto democratico cristiano che riproponiamo all’attenzione dei nostri lettori, iscritti e simpatizzanti.
Un corpus normativo interno che non può non essere conosciuto dai democratici cristiani per svolgere al meglio sia la vita interna del partito, sia per la vita di relazione del singolo iscritto, ovviamente, all’interno del partito.
Il codice di Comportamento della Democrazia Cristiana costituisce una vera bussola di orientament0 valida e imprescindibile.
Il “Codice di comportamento” della Democrazia Cristiana infatti disciplina l’attività politica degli aderenti e moralizza la vita pubblica degli stessi.
Inoltre ha come scopo quello di integrare i doveri degli iscritti al Partito alla disciplina della vita cristiana.
Le norme di tale “Codice” hanno la finalità di garantire dignità e decoro a chi esercita, nella Democrazia Cristiana, il ruolo del politico e fissano i diritti ed i doveri di una politica cristiana, sempre subordinata alla professione cristiana.
A seguire indicheremo quanto disposto a proposito dell’AZIONE POLITICA E DELLE NORME MORALI DEL TESTO DEL CODICE APPROVATO DALLA DIREZIONE DEL PARTITO, DALL’ASSEMBLEA NAZIONALE E DAL CONSIGLIO NAZIONALE DELLA DC (29-XI-1981).
AZIONE POLITICA E NORME MORALI
1.- La Democrazia Cristiana intende essere fedele all’insegnamento di don Sturzo e De Gasperi circa il dovere di moralizzare il costume politico.
Don Sturzo ha affermato: “perché chiamiamo cristiane la nostra democrazia ? Questo aggettivo non indica l’idea dello Stato confessionale, né di un regime teocratico. Indica, invece, un principio di moralità, la moralità cristiana applicata alla vita politica del Paese” (Opera omnia, II-9,p.42).
De Gasperi ha ribadito analogo principio: “Uno dei compiti fondamentali del nostro partito è la moralizzazione del costume politico.
Ogni manifestazione, quindi, in contrasto con questa essenziale funzione dovrà essere nettamente combattuta” (Prima Circolare di De Gasperi al partito, 29 giugno 1944).
2.- Partiti e Governo rivendicano oggi, più che mai, l’esigenza della “moralizzazione” della vita pubblica. Si sente la necessità di un “Codice di Comportamento”, ma nessun partito è arrivato ad effettuare l’elaborazione di norme concrete. Per rispondere a questa generale esigenza, la DC intende dare l’esempio di essere il primo partito capace di elaborare un’organica disciplina morale del comportamento nell’azione politica.
3.- La moralizzazione della vita pubblica si può realizzare, secondo la DC, con la disciplina dell’azione e dei rapporti politici secondo i principi della morale cristiana, la quale respinge ogni separatismo non solo fra morale privata e morale pubblica, fra morale e politica, ma anche fra diritto e dovere in quanto considera questi aspetti morali distinti, ma non separati.
4.- L’enunciazione della norma morale può, non solo sviluppare il senso di responsabilità del politico, ma anche aiutarlo a difendersi. I politici non debbono avere privilegi, ma neppure debbono subire sistematiche inquisizioni discriminatorie ed essere pubbliche vittime di faziosi scandalismi.
5.- Un compendio dei doveri politici non può non estendersi al di là dell’area del partito e riferirsi ai vari settori nei quali operano gli uomini politici: dal Parlamento alle pubbliche istituzioni ed agli organi di comunicazione sociale.
6.- Anche gli Ordini Professionali normalmente disciplinano la loro attività con norme, non solo giuridiche, ma anche morali. L’esercizio dell’attività politica è pure esercizio di una certa professionalità che si è altamente tecnicizzata abbandonando il dilettantismo di altri tempi.
Una professionalità atipica perché temporanea e sostitutiva della professionalità propria del singolo politico, ma non per questo estranea alle regole della moralità professionale.
7.- La buona condotta civile deve essere integrata dalla buona condotta politica e le regole di questa sono sempre importanti anche se restano una forma di autodisciplina, un’autodisciplina che intende rendere meglio evidenti e sviluppare alcuni principi di deontologia politica i quali, anche quando appaiono ovvii, possono divenire maggiormente vincolativi con una pubblica enunciazione.
8.- Non mancano dubbi sull’efficacia di regole di autodisciplina che possono essere facilmente violate.
Ma non vi è regola morale, per quanto impegnativa e sancita da pene che non possa essere violata.
Anche i 10 Comandamenti vengono violati. E pure ogni regola morale offre sempre un contributo a definire un illecito ed a contrastarlo.
9.- Quanto alla efficacia di questa normativa è evidente che essa deve essere affidata, non solo alla coscienza individuale, ma anche ad organi disciplinari assolutamente indipendenti da ogni clientela, o corrente. E’ logico che se non vi è in organo disciplinare obbiettivo e rigoroso, ogni norma finisce per avere il destino delle “grida” manzoniane.
10.- Incominciamo a disciplinare l’opera nostra con il desiderio di arrivare ad una più larga disciplina del costume morale della politica italiana con l’elaborazione di una Carta dei Doveri, compendiata in 16 articoli e 68 paragrafi preventivamente pubblicata nel Popolo e poi sottoposta all’approvazione (unanime) dell’Assemblea Nazionale.
11.- Al primo Congresso della DC di 35 anni fa abbiamo presentato una sintesi organica di principi ai quali si ispirò il progetto democristiano per la Costituzione dello Stato, progetto che portò la DC all’avanguardia della elaborazione della “Carta dei Diritti” che è appunto la Costituzione Democratica. Ora intendiamo porci una nuova volta all’avanguardia con l’elaborazione di una “Carta dei Doveri”. E’ per noi un’impresa ben degna.
< FINE DELLA PRIMA PARTE >
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A cura dell’Ing. Enrico Migliardi (Roma)
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Portavoce della Segreteria Politica Nazionale della Democrazia Cristiana
Segretario nazionale del Dipartimento Lavori Pubblici e Infrastrutture della Democrazia Cristiana
Editorialista del “Il Popolo” della Democrazia Cristiana
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