Ing. Yenny Gonzales (Livorno): la presenza del femminismo all’interno della Democrazia Cristiana (D.C.) !
È questo un argomento complesso ed affascinante, in quanto coinvolge l’interazione tra i valori tradizionali cattolici e le istanze di emancipazione femminile che hanno caratterizzato il XX secolo e che continuano nel XXI secolo.
Come contesto storico ricordiamo la nascita della Democrazia Cristiana, durante la Seconda Guerra Mondiale (dicembre 1943): era un partito che si ispirava (e si ispira) ai principi della Dottrina sociale della Chiesa cattolica.
Nella società italiana del dopoguerra, il ruolo della donna era tradizionalmente legato alla sfera domestica, secondo i precetti della Chiesa che enfatizzavano la centralità della famiglia.
Ma la donna si approccia attivamente alla partecipazione femminile nella Democrazia Cristiana, nonostante con contesto conservatore, e la D.C. vide una significativa partecipazione femminile sin dalle origini.
Alcune donne cristiano-democratiche, come Maria Federici e Angela Gotelli, furono elette nell’Assemblea Costituente già nel lontano 1946, contribuendo alla stesura della Costituzione italiana, che sanciva l’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne.
L’emergere del femminismo nella D.C. inizia ad essere più significativo e numeroso negli anni ’60 e ’70, in concomitanza con il Movimento femminista in Italia.
Ed anche all’interno della Democrazia Cristiana iniziò un dibattito su temi come il diritto al lavoro per le donne, l’accesso all’istruzione e, soprattutto, la questione dell’aborto e del divorzio.
Questo dibattito fu caratterizzato da tensioni tra le posizioni più conservatrici del partito e quelle più progressiste, che spingevano per un allineamento alle crescenti richieste di emancipazione femminile.
Figure di rilievo e da non dimenticare tra le donne della DC che contribuirono a portare avanti le istanze femminili, va ricordata Tina Anselmi, che divenne la prima donna ministro della Repubblica Italiana nel 1976. Anselmi fu attiva nella promozione di leggi che tutelassero i diritti delle lavoratrici e delle madri.
Che dire dei dibattiti sull’aborto e sul divorzio?
Due temi centrali : l’aborto e il divorzio, che rappresentavano una sfida diretta ai valori cattolici tradizionali.
Mentre la D.C. come partito si oppose fermamente a entrambe le pratiche, al suo interno si sviluppò un acceso dibattito.
Alcune esponenti femminili del partito, pur condividendo l’etica cattolica, ritenevano necessario un approccio più comprensivo verso queste tematiche, riconoscendo la realtà sociale di molte donne italiane.
Il lasciato di una eredità e su impatto nella Democrazia Cristiana è complessa.
Da un lato, la Democrazia Cristiana contribuì a migliorare la condizione delle donne italiane promuovendo leggi a tutela della famiglia e del lavoro femminile; dall’altro, il partito rimase ancorato a una visione tradizionale del ruolo della donna, che talvolta si scontrava con le più radicali richieste del
movimento femminista.
Il femminismo all’interno della D.C. è stato caratterizzato da una continua tensione tra innovazione e tradizione, riflettendo le contraddizioni di un partito che cercava di conciliare i valori cristiani con le trasformazioni sociali.
Oggi, all’interno della DC, ci sono molte donne di diversi livelli professionali e sociali, con realtà molto significative.
Ci sono professioniste di alto livello, madri di famiglia, anche di famiglie monoparentali.
Ognuna di noi partecipa quotidianamente al mantenimento dei valori cristiani e politici !
A cura di Ing. YENNY GONZALES (Livorno)
Segretario Nazionale del Dipartimento < Statistiche e Monitoraggio territoriale > della Democrazia Cristiana italiana
Componente del Direttivo Regionale della Democrazia Cristiana della Regione Toscana
Componente del Consiglio Nazionale e della Direzione Nazionale della Democrazia Cristiana Italiana
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana Italiana